Consiglio Comunale di Formia: commemorazione del 70° anniversario della liberazione della città di Formia.
Piazza Risorgimento subì il primo bombardamento il 10 settembre 1943. Era il 18 maggio del 1944 quando le truppe alleate entrarono nella città di Formia oramai distrutta da ripetuti e pesanti bombardamenti.
Per i formiani, i pochi rimasti, fu la fine di un incubo, iniziato nel settembre del 1943 con la firma dell’armistizio e proseguito nei mesi successivi in concomitanza con l’apertura del fronte di Cassino. Bombardamenti, fame, gelo, eccidi, deportazioni di massa. Il bilancio finale fu pesantissimo: in una città di appena 11 mila abitanti (tanti ne contava Formia nel 1943) persero la vita 1412 civili. Imprecisato il numero dei dispersi, circa 1000 gli invalidi permanenti.
Targa posta all’ingresso del Comune di Formia
Formia 18 Maggio 2014-L’Assessora Clide Rak commemora i caduti del ponte di Rialto
Anfiteatro di Castellone: 18 maggio 2014, ricordo di don Forcina già parroco di Castellone
Via del macello si chiamerà “Via 18 Maggio 1944”
Formia 18 Maggio 2014 ore 18,30
San Giovanni portato a spalla in Via Lavanga
San Erasmo giunge da Via Rubino
La partecipazione è stata notevole confermando il forte legame dei cittadini di Formia con i Santi Patroni Erasmo e Giovanni. Oltre alla fede incide molto il ritrovarsi, scandire il tempo con la presenza e le notizie ed i fatti e la memoria che accompagnano la vita. Un futuro senza radici è foriero di guai. Si racconta di fame, stenti, morti, di famiglie disperse, di uomini, donne e bambini inghiottiti dalla guerra. Ma la memoria affievolisce. C’è ancora qualche superstite di quegli anni terribili. Ad esempio Francesco Centola, classe 1920, fece la ritirata di Russia, uscì dalla sacca di Nikolajevca, si rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e fini poi nel lager di Auschwitz-Birkenau. Rientrò a Formia nell’estate del 1946. Le cosiddette rappresentanze d’arma e degli ex combattenti non se lo ricordano mai e così Centola resta a casa, lui che a quasi 94 anni cammina diritto come un fuso. Le sfilate ed i pennacchi, il batter di tacchi a comando, il petto in fuori con improbabili medaglie conquistate in battaglie mai combattute, diventano un richiamo irresistibile per molti. Chi ha veramente vissuto la guerra non ne parla molto perchè vive ferite mai rimarginate. Nell’estate del 1945 rientrarono gli ultimi soldati dai campi di concentramento. Vissero coi ricordi degli stenti nell’epoca dell’abbondanza, riuscirono a comunicare fino ad una certa epoca ma poi inesorabilmente il consumismo ha creato il popolo dei consumatori dalla memoria corta.
Il numero dei portatori di San Giovanni è quasi il doppio di quelli di San Erasmo. San Giovanni poggia su di una pedana molto più grande di quella di San Erasmo ed ha delle stanghe per i portatori molto più lunghe. La ragione è dovuta al fatto che la processione di San Erasmo si snoda, in parte, lungo i vicoli del quartiere di Castellone dove alcuni passaggi sono assai stretti e dunque le stanghe devono essere necessariamente più corte e la statua non troppo pesante. Inoltere la processione di San Erasmo termina con la lunga salita che porta alla piazza di Castellone.
Il Sindaco Sandro Bartolomeo e l’ On.le Maria Teresa Amici Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e alle Riforme con il Vescovo di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio
Piazza Marconi (Santa teresa) durante la cerimonia religiosa.
Formia 18 Maggio 2014 ore 19,30
Cerimonia civile in piazza della Vittoria. Partecipano i Gonfaloni e i Sindaci di Formia, Gaeta, Minturno, Itri, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Ventotene, Esperia, Spigno e la Provincia di Latina.
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L’On.le Amici ed il Sindaco Sandro Bartolomeo depongono la corona al monumento ai caduti in piazza della Vittoria.
L’intervento di Maria Teresa Amici
Interviene Il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo
L’intervento di Giovannino Bove
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