CALVANO, H24 e ASSAIANTE…la bocca della verità, la penna avvelenata…e il pesce in barile!

bocca veritàFrancesco Furlan scrive ancora su H24 notizie dell’inchiesta “Le Fosse” annunciandone la riapertura anche alla luce delle dichiarazioni di Antonio Iovine. Il testimone principale della presunta riapertura dell’inchiesta, nonché “chansonnier de geste” di questa ribollita è il ben noto Antonio Calvano detto Totò. Francesco Furlan premette che lo stesso Calvano si definisce truffatore incallito, il quale “al sostituto procuratore Giuseppe Miliano non racconta solo di truffe e debiti che lo hanno condotto in gravi difficoltà economiche per promessa mai mantenute: al centro delle dichiarazioni, infatti, l’uomo che per quindici anni, tre mandati, è stato sempre in Consiglio comunale (2001, 2003, 2008), parla anche e soprattutto del Prusst Le Fosse.” Dunque, su H24, e poi sul “Giornale di Latina”, Francesco Furlan rende protagonista della verità un “truffatore incallito” del quale, nel caso specifico delle fosse, bisognerebbe fidarsi. Ne prendiamo atto. Nel frattempo suggeriamo a Calvano, alias “bocca della verità”, di inventarsi notizie più credibili quando afferma che Occipite e Carta avrebbero fatto venire dal Canada Gino Lefano per fargli fare un albergo.

veleno

Ciò detto è giunto il momento di por fine a questi giri di valzer anche perché alcune dichiarazioni assumono i caratteri dei reati di calunnia e diffamazione. E su questo intendiamo agire senza sconti per alcuno. Calvano si propone come sommo accusatore, addirittura nella vicenda del pastificio Paone intende apparire come grande moralizzatore. Non è così, egli si muove su di una precisa strategia che gli è stata indicata pena ritorsioni assai temibili. Calvano è un affiliato a tutti gli effetti e probabilmente quanto sta facendo risponde ad una precisa operazione di destabilizzazione politica ed istituzionale. Egli, avamposto in Comune per conto dei Bardellino, non è stato in grado di impedire la requisizione dei beni di quella famiglia. A queste vicende fa riferimento quando, sentendosi in pericolo, chiede ed ottiene di parlarne con i carabinieri. E così avrebbe dichiarato ai Carabinieri di essere stato pesantemente minacciato da Calisto Bardellino. Ma no? Proprio lui, Totò, che nelle elezioni amministrative del 2003 girava per i seggi di Gianola assieme a Calisto dichiarandosi onorato della sua amicizia.

La riapertura dell’inchiesta “Le Fosse” non esiste. Ci sarebbe una richiesta in tal senso da parte degli inquirenti sulla base delle dichiarazioni espresse da Benedetto Assaiante ed intercettate durante un incontro a cui parteciparono anche Calvano e Guratti. Assaiante dichiarò a Calvano che il PRUSST di Carmine Lefano era un imbroglio che Sandro Bartolomeo aveva fatto votare dall’intero consiglio comunale. Diciamo subito che quest’imbroglio non lo avrebbero rilevato né i consiglieri comunali di Formia, tutti indistintamente, né sarebbe saltato fuori durante la conferenza di servizi della Regione Lazio allorquando furono espresse ben nove prescrizioni dettate dalla Direzione regionale Ambiente e Protezione Civile-Area Difesa del Suolo e Servizio Geologico, due della Soprintendenza del Lazio, due della Direzione Regionale Territorio ed Urbanistica della Regione Lazio e poi ancora una delle Ferrovie Compartimento Infrastrutture-Napoli, una dell’ASL e una dell’ENEL. Dunque, tutti coinvolti e complici nell’imbroglio, compresi i Magistrati che affidarono ai geometri Stefania Frasca e Dario Tarozzi , all’ architetto Simonetta Angelucci e al geologo Roberto Picozza, le perizie per accertare la legittimità degli atti ed il rispetto della sorgente Mazzoccolo. E dunque anche l’inchiesta durata tre anni e condotta dalla dott.ssa Raffaella Falcione ed archiviata dal GIP, dott.ssa Laura Matilde Campoli, il 30 Agosto 2011, sarebbe stata taroccata dal grande imbroglio di cui nessuno s’è accorto, tranne Benedetto Assaiante e l’apostolo della verità Antonio Calvano.

pesce in barile

A questo punto, Benedetto Assaiante resta l’unica persona che potrebbe spiegare agli inquirenti in cosa sia consistito l’imbroglio. Potrebbe probabilmente spiegare le vere ragioni per le quali, ad archiviazione avvenuta dell’inchiesta “Le Fosse”, egli, Assessore all’Urbanistica, negava il permesso a costruire del progetto “Le fosse”. Michele Forte, che già nel lontano ’89 aveva fatto sparire il progetto di Lefano, redatto dall’Ing. Gianfranco Ciufo, dall’ordine del giorno del Consiglio Comunale, non gradiva che il PRUSST andasse avanti. E’ forse questa una delle ragioni incoffessabili che faceva parlare d’imbroglio Assaiante, tanto per rispondere a Calvano che premeva per il rilascio della autorizzazione a costruire? Non sarebbe il caso che Assaiante facesse chiarezza evitando di giocare con la rispettabilità di altre persone, Sindaco compreso, anzi soprattutto? A questo punto, anche tenendo conto dell’inchiesta che lo vede coinvolto, il suo ruolo di “cerimoniere” al Comune di Formia, diventa oggettivamente incompatibile. FC

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