CONTRASTO AL CORONAVIRUS: CRONACA DI RIFLESSIONI

https://youtu.be/af3YAP6TBmk
CORONA VIRUS: se al Leone si accompagna la Scimmia, siamo fregati!
Scriverò qualcosa nel pomeriggio 3 Marzo 2020

CORONA VIRUS: SE IL LEONE S’ACCOMPAGNA ALLA SCIMMIA SIAMO IN TRAPPOLA – 3 Marzo 2020

Dunque ho proposto una lettura del Coronavirus come quella di un virus temibile ma allo stesso tempo fesso, che s’è fatto leone a causa dei nostri atteggiamenti. Ora però la metafora si sposta sulla scimmia, ovvero la persona che invece di affrontare col cervello quel che accade, soccombe allo stato primordiale del primate: angoscia, psicosi, aggressività nei confronti dei simili, specie quando qualcuno commette errori di comportamento come ha fatto la Signora venuta da Cremona. Certo ha sbagliato, non doveva andare al Punto di Primo Intervento di Minturno e poi raggiungere il Pronto Soccorso di Formia. Non ha detto chiaramente da dove veniva? Non sapeva della direttiva di non recarsi in ospedale? Lo sapeva ma ha avuto paura? Oppure ha sottovalutato il problema? Tante persone, spesso anche colpite da infarto, minimizzano, non riconoscono la sintomatologia, hanno paura e così arrivano in ospedale con ritardi mostruosi.

Bene, la Signora ha sbagliato ma da ciò a finire triturata nelle chat delle scimmie primordiali che hanno prima messo la sua foto con epiteti irripetibili e poi hanno dato i numeri sui propri comportamenti, non è giusto. Ecco la psicosi, l’angoscia, la paranoia, ci hanno riportato alle condizioni delle scimmie. E c’è poco da fare, malgrado il progresso, torna la storia della “colonna infame” di Alessandro Manzoni: dalli all’untore che avrebbe avuto l’unguento giallo dal barbiere Gian Giacomo Mora (i barbieri esercitavano in modo improvvisato alcune pratiche mediche e preparavano vari intrugli a base di erbe medicinali). E non si riesce a capire che più siamo in paranoia, più abbiamo paura e peggio è.

Avevo una boccetta di Amuchina, per giunta scaduta da un anno, quando l’ho data via ho visto che neanche un ricco dono natalizio avrebbe suscitato tanta gioia e gratitudine. E poi questa storia di lavarsi le mani, che andrebbe fatto normalmente, anche senza il coronavirus, almeno quando si tocca il cibo. E anche in questi casi, laddove fa capolino l’ansia (per non dire l’ossessione), le mani a forza di essere lavate cominciano a screpolarsi. Nessuno avverte che quando si lavano le mani col sapone, si scioglie il film lipidico sulla pelle e, se questo non si riforma, la cute diventa una ottima porta d’ingresso per microbi ed allergeni. Bisognerebbe aggiungere che oltre a lavarsi le mani sarebbe opportuno anche mettere un po’ di glicerina.

Hanno chiuso le scuole, ma subito dopo le hanno riaperte ma così facendo alimentano la confusione. Riusciremo a piegare il virus e la viromania, ma nel frattempo restiamo coi piedi per terra e teniamo a bada la scimmia che è in noi. E’ già accaduto perdere la testa, prendendocela con poveri disgraziati come quelli della colonna infame che fu poi demolita ma la cui lapide è conservata nel castello sforzesco. I giudici di Milano vollero a tutti i costi trovare un colpevole per la sciagura della peste e agirono quindi sulla spinta del furore popolare e dell’iniquità, mentre se avessero applicato correttamente le leggi (in uso all’epoca) non sarebbero mai giunti a far condannare degli innocenti per dei fatti manifestamente assurdi.
Ecco il testo della lapide tradotto dal latino
QUI, OVE S’APRE QUESTO LARGO,
SORGEVA UN TEMPO LA BOTTEGA DEL BARBIERE
GIAN GIACOMO MORA
CHE, ORDITA CON IL COMMISSARIO DELLA PUBBLICA SANITÀ GUGLIELMO PIAZZA
E CON ALTRI UNA COSPIRAZIONE,
MENTRE UN’ATROCE PESTILENZA INFURIAVA,
COSPARGENDO DIVERSI LOCHI DI LETALI UNGUENTI
MOLTI CONDUSSE AD UN’ORRENDA MORTE.
GIUDICATI ENTRAMBI TRADITORI DELLA PATRIA,
IL SENATO DECRETÒ’
CHE DALL’ALTO DI UN CARRO
PRIMA FOSSERO MORSI CON TENAGLIE ROVENTI,
MUTILATI DELLA MANO DESTRA,
SPEZZATE L’OSSA DEGLI ARTI,
INTRECCIATI ALLA RUOTA, DOPO SEI ORE SGOZZATI,
BRUCIATI E POI,
PERCHÉ DI COTANTO SCELLERATI UOMINI NULLA AVANZASSE,
CONFISCATI I BENI,
LE CENERI DISPERSE NEL CANALE.
PARIMENTI DIEDE ORDINE CHE
AD IMPERITURO RICORDO
LA FABBRICA OVE IL MISFATTO FU TRAMATO
FOSSE RASA AL SUOLO
NÉ MAI PIÙ RICOSTRUITA;
SULLE MACERIE ERETTA UNA COLONNA
DA CHIAMARE INFAME.
LUNGI ADUNQUE DA QUI, ALLA LARGA,
PROBI CITTADINI,
CHE UN ESECRANDO SUOLO
NON ABBIA A CONTAMINARVI!
ADDÌ I AGOSTO 1630
(sen. Marcantonio Monti prefetto della pubblica sanità
Giovambattista Visconti capitano di giustizia)

Non spaventiamoci: 8 Marzo 2020

i dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono cose che già sapevamo. L’influenza storica (non da Corona) non è pericolosa per gli anziani? Affetti da una o più patologie croniche? Non si raccomanda di fare il vaccino a novembre? Certo il Corona è più pericoloso e noi siamo indifesi ma le modalità di trasmissione sono le stesse e dunque massima attenzione all’igiene e agli assembramenti (che vanno in ogni caso evitati).
Questa epidemia la piegheremo, anche se i costi, prima ancora di essere in vite umane (con tutto il massimo rispetto), lo saranno nelle condizioni economiche delle famiglie. Dai dati raccolti dall’ISS risulta che “complessivamente, l’15.5% del campione presentavano 0 o 1 patologie, il 18.3% presentavano 2 patologie e 67.2% presentavano 3 o più patologie. La comorbidità più rappresentata è l’ipertensione (presente nel 74,6% del campione), seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%). Il tempo mediano dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale è stato di 5 giorni e la mediana del tempo intercorso tra il ricovero e il decesso è stato di 4 giorni”

CS dell’ISS 5 marzo 2020:
N°15/2020 Studio ISS Su 105 deceduti con Covid-2019, età media 81 anni e patologie preesistenti in due terzi dei casi

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-2019 è 81 anni, sono in maggioranza uomini e in più di due terzi dei casi hanno tre o più patologie preesistenti. Lo afferma una analisi sui dati di
105 pazienti italiani deceduti al 4 marzo, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come ci siano 20 anni di differenza tra l’età media dei deceduti e quella dei pazienti positivi al virus.

Il Report riguarda 73 pazienti deceduti in Lombardia, 21 in Emilia Romagna, 7 in Veneto e 3 nelle Marche, ed è basato sui dati ottenuti tramite la compilazione di un questionario sviluppato ad hoc ai fini della rilevazione dei casi di morte. L’età media dei pazienti presi in esame è 81 anni, circa 20 anni superiore a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, e le donne sono 28 (26.7%). La maggior parte dei decessi 42.2% si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni, mentre 32.4% erano tra 70 e 79, 8.4% tra 60 e 69, 2.8% tra 50 e 59 e 14.1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-2019 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediana donne 83.4 – età mediana uomini 79.9).

Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3.4 (mediana 3, Deviazione Standard 2.1). Complessivamente, l’15.5% del campione presentavano 0 o 1 patologie, il 18.3% presentavano 2 patologie e 67.2% presentavano 3 o più patologie. La comorbidità più rappresentata è l’ipertensione (presente nel 74,6% del campione), seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%). Il tempo mediano dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale è stato di 5 giorni e la mediana del tempo intercorso tra il ricovero e il decesso è stato di 4 giorni.

“Anche se preliminari, questi dati confermano le osservazioni fatte fino a questo momento nel resto del mondo sulle caratteristiche principali dei pazienti – commenta il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro -, in particolare sul fatto che gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio. Si tratta di persone molto fragili, che spesso vivono a stretto contatto e che dobbiamo proteggere il più possibile”.

Umberto Galimberti sul Coronavirus

Efficacia di Clorochina, Remdesivir e dello Tocilizumab sulla polomonite da Corona virus. Li hanno testati in Cina e ci sono già evidenze scientifiche positive. Due pazienti intubati, presso l’ospedale Cotugno di Napoli, e trattati con Tocilizumab, sono migliorati al punto che uno dei due è prossimo ad essere estubato. 11 Marzo 2020

13 MARZO 2020 – LA SITUAZIONE NEL LAZIO, NELLA PROVINCIA DI LATINA E NEL GOLFO

13 MARZO 2020 – LA SITUAZIONE NEL LAZIO, NELLA PROVINCIA DI LATINA E NEL GOLFO

Il Corona è un virus termolabile e con emivita breve, facilmente distrutto da alcool (75 %) e candeggina. Purtroppo non avendo anticorpi ed immunità di gregge, siamo gravemente esposti al contagio. C’è da dire che l’80% dei contagiati guarisce ma per chi è anziano, con diverse comorbidità, il rischio di non farcela è altissimo. Il virus ha come organo bersaglio il polmone, una volta entrato negli alveoli può scatenare una polmonite terribile. L’eventuale impiego del Tolicizumab, il farmaco sperimentato a Napoli, può attenuare la risposta infiammatoria ed evitare l’insufficienza respiratoria grave. Ma a questa condizione non bisogna arrivarci. Il farmaco in ogni caso sta per essere utilizzato più diffusamente in via sperimentale.

Questo virus è divenuto un leone a causa dei nostri comportamenti, in primis la fuga dal nord, e poi le movide e gli affollamenti sugli skilift. Ora, però, dev’essere chiara una cosa: il virus va combattuto e vinto nei territori e non negli ospedali. Il punto è proprio questo. Se non si ferma il contagio tra le persone non basteranno i posti nelle rianimazioni in caso di complicanze serie. Chi continua a parlare di riaperture di reparti ed ospedali per fronteggiare il virus rischia di puntare il fucile (sforzi e risorse) dalla parte sbagliata. E’ un concetto espresso anche dal Direttore dell’ASL Giorgio Casati, nella conferenza stampa odierna: è indispensabile fermare il contagio e questo lo si può fare solo se si osserva la quarantena collettiva di stare a casa e di uscire solo per approvvigionamento di alimenti e farmaci. In caso di febbre e affanno è necessario chiamare il medico curante ed affidarsi ai percorsi previsti.

L’Osservazione Breve di Terracina e il reparto di Malattie Infettive di Gaeta, di prossima riapertura, secondo le disposizioni dell’ASL dovranno servire all’osservazione di eventuali pazienti in attesa dell’esito del tampone qualora sospettati di essere positivi al virus. Dunque non saranno posti letto ospedalieri classici nei quali ricoverare i pazienti malati di Corona virus. Tutti noi faremmo bene ad osservare scrupolosamente le indicazioni anti contagio evitando di fantasticare sulle rianimazioni e reparti infettivi poiché se il contagio non si ferma, allora si che andremmo in difficoltà. Quindi va fatto di tutto per evitare il contagio, con determinazione, prendendo sul serio i suggerimenti che vengono costantemente comunicati. Ed ora passiamo ai dati. La virulenza è ancora forte nelle provincie lombarde e in Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, mentre sembra diffondersi in modo strisciante anche nel centro sud. Nella nostra provincia, le città nelle quali si sono prevalentemente manifestati contagi sono Latina e, nell’area del nostro golfo, Minturno e Fondi.

La rianimazione di Formia non ha pazienti ricoverati affetti dal virus. Nella Medicina d’Urgenza sono giunti due pazienti positivi da Minturno. Il numero dei contagiati con sintomatologia nella nostra provincia sale da 11 (11 marzo 2020) a 15 (13 marzo 2020). Nel Lazio incrementa Roma da 99 a 218, Frosinone da 8 a 28 mentre Viterbo resta a 10 così come Rieti rimane a 3. Una emergenza è avvenuta nell’isola di Ventotene dove è stata soccorsa una donna di 39 anni affetta da diabete scompensato. E’ stata trasferita in elicottero all’Ospedale Goretti di Lattina e si resta in attesa dell’esito del tampone. Al di là delle ipotesi sui picchi, se e quando verranno, verificheremo se le misure intraprese (innanzitutto non uscire di casa) saranno state efficaci nel frenare il contagio. L’unica cosa da fare ora è restare in casa.

14 Marzo 2020
Ho letto un articolo in cui si sosteneva che la scelta di Johnson sia legata al tema della Brexit. L’Inghilterra è fuori dall’U.E. e già questo la pone in una condizione di debolezza. Se si aggiunge un default economico Johnson e Brexit sono spacciati. Questa tesi non è affatto peregrina e potrebbe spiegare il perché di una scelta cinica e per niente sicura per ottenere un’ immunità di gregge.

15 MARZO 2020 – IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Ospedale “Dono Svizzero”

Vorrei in premessa precisare che le cose che scrivo non hanno la pretesa di essere un bollettino sanitario. Sono solo notizie e considerazioni che nascono dalla consultazione dei bollettini ufficiali della Protezione Civile, da riviste (ed interviste) scientifiche, dalla rete del territorio. Inoltre saluto e ringrazio dell’attenzione tutte le persone amiche e quanti si danno da fare per superare questa terribile situazione in cui si trova il mondo ed il nostro Paese. E’ necessario assumere compostezza e lucidità, evitando ogni ingiustificato allarme ma al tempo stesso dimostrando di saper tenere i comportamenti indicati dalle autorità sanitarie e dal governo. La sfida si gioca tutta sulla capacità di battere il contagio nel territorio e non negli ospedali. Quando una persona contagiata ed ammalata giunge all’ospedale, il virus ha già vinto. Bisogna fermarlo prima. Le foto che vedete sono scattate dal sottoscritto nell’esercizio delle possibilità che la legge consente (comprare il giornale, approvvigionamento viveri e farmaci) e nelle funzioni di delegato alla sanità per il comune di Ventotene. Ciò detto passiamo ad esaminare i dati.

La situazione resta molto grave nella Lombardia con 13.272 casi totali (ricoverati con sintoni, terapia intensiva, isolamento domiciliare, guariti e morti) + 1.587 rispetto a ieri, Emilia Romagna 3.093, e poi via via Veneto 2.172, Marche 1.133, Piemonte 1.111, Toscana 781, Liguria 559, Lazio 436, Trentino 378, Friuli Venezia Giulia 347, Campania 333. La Lombardia ha 10 milioni e 60 mila abitanti con una superficie di 23.863 Km2 ed una densità di 422 abitanti per Km2. L’Emilia Romagna 4 milioni e 459 mila abitanti con una superficie di 22 mila 452 km2 ed una densità di 199 abitanti per Km2. Il Lazio ha una popolazione di 5 milioni e 879 mila abitanti ed una superficie di 17.232 Km2 con una densità di 341 abitanti per Km2.

La Campania ha 5 milioni e 800 mila abitanti su 13.670 Km2 e una densità di 424 abitanti per Km2 (dunque con una densità superiore alla Lombardia). Ove si consideri che Regioni come il Trentino (1 milione e 72 mila abitanti/ 13 mila 605 Km” e densità di 79/Km2) e Friuli Venezia Giulia in base al numero di abitanti, superficie e densità hanno una condizione di contagio decisamente importante. Il Lazio e la Campania si trovano, pur essendo molto popolose, all’ottava e undicesima posizione. Se confrontiamo i dati con i giorni precedenti vediamo salire il numero dei contagiati ma senza brusche accelerazioni. Il Lazio passa dai 357 casi totali di ieri a 436 di oggi (+77).


E’ sempre Roma a crescere passando da 288 a 354 casi (+66), Frosinone da 28 a 34 (+6), Latina da 20 a 23 (+3), Viterbo da 13 a 15 (+2), Rieti da 3 a 4 (+1). Va considerato che la provincia di Roma conta 4 milioni e 353 mila abitanti (dati ISTA 2017), per cui la percentuale dei casi sul totale della popolazione è pari allo 0,008% (Lombardia 0,13%). La provincia di Latina ha una percentuale dello 0,003%. Questi casi li stiamo avendo dopo aver adottato le misure di contenimento e cioè dopo che abbiamo cominciato ad osservare comportamenti utili per evitare il contagio (distanza tra le persone, stop ad assembramenti, ecc.). Dobbiamo continuare a farlo poiché la guerra contro il virus si vince proprio su questi presupposti.

Formia, Gaeta, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Spigno, Itri, Ponza e Ventotene, restano zone sostanzialmente libere dal contagio. Qualcosa arriva da Fondi e Minturno. Nella Rianimazione del “Dono Svizzero” non vi sono pazienti contagiati dal Corona virus. Il Policlinico Agostino Gemelli, che fin dalla serata di ieri aveva messo a disposizione un posto letto di rianimazione, ha garantito la disponibilità fino a stamane quando il paziente vi è stato trasferito, segno questo che la filiera di soccorso funziona e bene. La strategia dell’ASL di Latina, per quanto accade anche nel centro nord e nel capoluogo della provincia, sta reggendo bene. Concludo con una nota sulle isole. Non ci sono stati casi né a Ponza e né a Ventotene. L’attenzione sul presidio di Ventotene è alta da sempre, ancora in data 2 gennaio 2020 (periodo pre corona virus) se ne chiedeva il potenziamento. Gli interventi condotti finora sull’isola, da quando è iniziata la fase del corona virus, sono stati efficaci ed impeccabili. Nell’ultimo caso, l’intervento su di una paziente affetta da Diabete scompensato, è intervenuto un elicottero dell’ARES 118 con anestesista rianimatore a bordo che ha visitato la paziente assieme al medico del presidio. In quell’occasione è stata coinvolta anche la protezione civile che ha contribuito notevolmente al successo dell’operazione. A tutti loro va il nostro ringraziamento.

Rotonda dei Carabinieri

INCROCIAMO LE DITA E RESTIAMO IN CASA 17 MARZO 2020
Mi limito ad osservare, cerco di rispondere ai quesiti che mi vengono posti ma sempre nei limiti dell’evidenza scientifica che al momento è veramente poca. E’ una situazione assolutamente nuova in un’epoca nella quale i nostri paesi hanno dismesso da tempo l’attenzione verso le malattie infettive. Una volta, appena venne fuori l’immunodeficienza acquisita provocata dal virus HIV, si pensò di costruire nuovi reparti di degenza. Ricordo che anche al “Dono Svizzero” si intendeva realizzare un altro piano sopra la Geriatria. Fu approntato e finanziato il progetto. Poi conoscendo meglio quella malattia ed il virus che la provocava, furono prodotti farmaci che rivoluzionarono la cura dell’AIDS senza la necessità di ricoveri ospedalieri. E si cominciò a curare meglio l’infezione da HIV e a morire di meno. Con il corona stiamo iniziando solo ora e con i farmaci che abbiamo. Innanzitutto con il Tocilizumab. Da giovedì prossimo sarà somministrato a 330 pazienti. Lo studio è condotto dall’Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Napoli, Università di Modena e Reggio Emilia, l’IRCCS di Reggio Emilia e l’Aifa. Si studia anche la clorochina che se funzionasse sarebbe una vera e propria manna poiché una confezione costa 3,59 euro rispetto al Tocilizumab che ne costa (4 flaconcini) 1037,15 euro. Le terapie intensive delle province lombarde sono al limite ma la situazione è sotto controllo, Borrelli ha comunicato che 50 pazienti sono stati ricollocati nelle intensive di altre Regioni.

Il Lazio si prepara all’arrivo del picco (ci sarà? E di quale consistenza? Secondo i modelli epidemiologici o no?) con ulteriori dotazioni di reparti di intensiva. Gli ospedali coinvolti sono il Columbus (secondo centro per covid – 19), Casalpalocco, Tor Vergata, Spallanzani (primo centro per covid-19) ed Eastman. Risolto il problema delle mascherine chirurgiche, scarseggiano ancora le FFP2 e le FFP3, quelle necessarie per l’assistenza diretta ai pazienti affetti da corona virus. Anche per i ventilatori si registrano ritardi. D’altronde, in tutta Europa si teme il contagio e dunque c’è la caccia ai ventilatori. Pare che se ne stia convincendo anche Boris Johnson, il viruscettico. Si discute di allargare l’analisi del tampone ma il protocollo resta quello di eseguirlo nei casi sospetti e a coloro che hanno avuto relazioni con contagiati. E d’altronde l’isolamento nelle abitazioni ha proprio l’obbiettivo di stroncare il contagio e dunque chi è positivo deve restare in quarantena e in ogni caso deve rispettare le regole che valgono per tutti (anche i sani) e restare chiusi fino al tre aprile.
Theresa, una mia amica dottoressa che è in North Carolina, mi dice che ora gli americani si stanno muovendo ma ci sono ritardi nella risposta degli esami da tampone, fino anche di tre giorni. Mi ha chiesto anche se fosse vero che la ventilazione assistita fosse assicurata solo a coloro che avessero meno di 80 anni per la scarsità dei posti letto di rianimazione e dei ventilatori. Le ho risposto che è una notizia assolutamente falsa. Lo avrebbe affermato John Biden, dichiarando che in Italia dal momento che l’assistenza sanitaria è pubblica stanno decidendo quali pazienti far vivere e quali far morire e da ciò l’ invito a non votare Sanders poiché vorrebbe un’assistenza pubblica.

Intanto l’OMS ci indica come esempio da seguire nella battaglia contro il corona virus. I dati di oggi ci dicono che al nord nelle province lombarde ed emiliane la furia del virus non si attenua, in crescita i contagiati, gli ammalati ed i morti. Lì sta succedendo o è già successo qualcosa che sta aiutando, e di brutto, il virus. Noi, dalla Toscana e Marche in giù stiamo aspettando il picco. Ci sarà? La consistenza sarà quella che esprimono i modelli approntati dagli epidemiologi? Non è dato saperlo. I casi aumentano nel Lazio (da 523 di ieri a 607 di oggi + 84), come sempre è Roma che cresce di più (da 412 di ieri a 486 di oggi + 74) ma a me pare in modo contenuto che per una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti potrebbe dir molto. Seconda è la provincia di Frosinone che aumenta da 44 a 49 (+4). Latina resta a 23 e dal giorno 15 marzo, dunque da tre giorni rimane ferma. Poi Viterbo che passa da 27 a 31 (+4) e Rieti da 11 a 12, 6 sono in attesa di verifica. Insomma nel Lazio il contagio sale ma molto lentamente e, al momento, non dilaga. Al “Dono Svizzero” di Formia non sono giunti nuovi casi. Nella rianimazione di Formia non ci sono pazienti affetti da corona virus. Nella medicina d’urgenza ce ne sono 3? 4? Ma sono lì da qualche giorno e non hanno condizioni cliniche tali da essere assistiti con ventilazione. Incrociamo le dita, e stiamo in casa!

Tocilizumab

QUANDO PENSO A ZAIA E A MITRANO CAPISCO LA “MISERICORDIA” DI CUI PARLA PAPA FRANCESCO – 18 MARZO 2020

Zaia ha dichiarato che farà a tutti il tampone e di cosa pensino gli altri (Governo, Ministero della Salute, Protezione Civile, Comunità Scientifica Nazionale) non glie ne “strafrega” un bel niente. Atteggiamento tracotante, indegno di un Presidente di una Regione come il Veneto, ma purtroppo tra lui, De Luca e qualche altro, ci stiamo abituando a tutto. Questa scuola di pensiero che ha poco a che fare con la scienza e l’equilibrio, si sta diffondendo e, in qualche caso, anche da noi. Cosimo Mitrano, Sindaco di Gaeta, avrebbe acquistato 10 mila tamponi ma non riesce ad usarli perché la Regione non gli darebbe il via libera. Chi sta seguendo i miei scritti mi perdoni se in questa premessa mi concedo un po’ d’ironia ma riprenderò subito la serietà che l’argomento merita. Dunque il Sindaco di Gaeta, al pari di Zaia e De Luca, acquista tamponi a raffica. Per capire costoro occorre la “Misericordia” che ci raccomanda Papa Francesco, un grande quando dice di essere rimasto colpito dalle affermazioni di Fabio Fazio secondo il quale “chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto poiché se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua”. Ma torniamo al Sindaco di Gaeta che quotidianamente produce “performance” davanti a qualche telecamera compiacente (e deferente). Con l’apparente motivazione di combattere il contagio, in realtà, il suo da fare crea solo confusione e paure irragionevoli. Mitrano aspetta il picco! Di cosa non è dato comprendere: a Gaeta ci sarebbe una sola persona (positiva) in quarantena su 20.361 residenti (Istat 1 gennaio 2020).

Il picco di cui parla Mitrano?

Il guaio più serio è il sovrapporsi alla gestione delle autorità sanitarie ed il conseguente disorientamento dell’opinione pubblica. Quando strepita contro il Governo e la Regione che non gli consentono di utilizzare i 10 mila tamponi (che avrebbe acquistato) sta oggettivamente procurando allarme ed esponendo le altre istituzioni alla critica che non stanno facendo abbastanza contro il corona virus. Vuole restringere i movimenti dei suoi concittadini? Anche quelli che usano il monopattino (si, dice proprio così) va bene. Intende controllare chi fa jogging, che sia munito di certificato medico? E cosa dovrebbe esserci scritto? Che il tizio non ha il virus oppure trattasi di una prescrizione antidepressiva? Bene, faccia pure ma lasci perdere gli esami coi tamponi poiché non rientrano nelle sue competenze (e nemmeno di Zaia e De Luca). Stanno immettendo sul mercato, oltre a quelli tradizionali, tamponi che addirittura darebbero la risposta in 15 minuti. Questi tamponi pubblicizzati dalla ditta Alpha Pharma (ma altre ditte ne stanno approntando altri) del costo di 25 euro cadauno, sarebbero stati testati in Cina ma la ditta che li produce raccomanda in ogni caso “di farsi guidare da un medico o da un operatore sanitario esperto, specie nella lettura del risultato”.

Immaginate che confusione? E poi nessuno sa quale affidabilità hanno questi tamponi.
Mitrano cita l’Assessore Regionale Alessio D’Amato che dichiara: tamponi, tamponi, tamponi (quelli attualmente in uso). Vuole farli solo ai cittadini di Gaeta (20.361) oppure a tutti i residenti nell’area del golfo (100 mila persone)? E dove li farebbe analizzare visto che nella nostra provincia è solo il laboratorio del Goretti a farlo e con molto impegno? L’appello ai sindaci del golfo a supporto della sua iniziativa non sembra avere successo. La comunità scientifica che supporta il governo, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute, la Protezione Civile, raccomandano di sottoporre al tampone il personale sanitario che opera contro il virus negli ospedali e nei territorio, e ai casi di sospetta positività. L’analisi indiscriminata non va bene: un tampone negativo oggi, può diventare positivo domani e dunque che si fa? Si ricomincia daccapo come nel gioco dell’oca? E poi c’è l’affidabilità del metodo: i falsi positivi oscillano tra 1 e 4 % dei casi, cioè potrebbero indicare il virus che però non c’è, mentre i falsi negativi nel 10% dei casi potrebbero non indicare il virus che però c’è. Si è chiarito con ogni evidenza che il “fuoco” si spegne stando a casa e, se costretti ad uscire per ragioni di lavoro o approvvigionamento di cibo e farmaci, adottare il distanziamento sociale e cioè stare a debita distanza di un metro, meglio un metro e mezzo direi, dallo starnuto (e chi lo fa dovrebbe avere l’accortezza di pararlo col braccio piegato).

Dati della Protezione Civile:
Al Nord il fuoco non si spegne, anche se il dato più incoraggiante è l’aumento delle guarigioni pari al 19,69 % del totale dei casi 17.713 (12.266 positivi + 3488 guariti + 1959 deceduti 11,09%). Sebbene la situazione resti drammatica (da ieri ad oggi + 319 deceduti) proseguono l’assistenza ai malati e le azioni di contrasto all’epidemia virale. Cosa accade nel Lazio: a ben vedere luci ed ombre. Rispetto a ieri vi è un incremento di 100 casi e siamo a 650. Roma (e provincia) sale da 486 a 590 (+104) non è chiaro però se in questi numeri sono compresi i pazienti ricoverati negli ospedali romani ma provenienti anche dalle altre provincie del Lazio; Frosinone da 49 a 54 (+5); Latina, da 4 giorni resta stabile a 23 (pazienti positivi a Latina città) ; Viterbo sale da 31 a 39 (+8); Rieti resta a 12 casi come ieri.

I dati forniti dall’ASL di Latina indicano:
+ 2 casi a Fondi su 40 casi totali, +1 a Latina su 23 totali. I casi positivi sull’intera provincia sono 113 di cui 55 sono i pazienti ricoverati, 12 i negativizzati, 6 i deceduti. I pazienti attualmente in carico sono 95 di cui 40 sono gestiti in isolamento domiciliare. I pazienti ricoverati sono così distribuiti: 11 allo Spallanzani, 3 in Terapia Intensiva dell’Ospedale Goretti di Latina, 20 in Malattie Infettive sempre del Goretti, 13 in altre Unità Operative sempre del Goretti, 5 in Medicina Intensiva di Formia (in condizioni cliniche non gravi), 3 sono ricoverati in altri ospedali del Lazio. La Rianimazione di Formia non ha pazienti affetti da corona virus. Le persone che si trovano in isolamento domiciliare sono 2.035. Parallelamente sono 394 le persone che hanno terminato l’isolamento. L’ASL raccomanda di seguire le indicazioni disposte dal Governo e dalla Regione Lazio, evitare di uscire di casa se non per comprovate ragioni, nessun assembramento, distanziamento sociale, lavare le mani. Queste indicazioni rappresentano l’unico modo per evitare la diffusione del contagio che consiste appunto nel ridurre all’essenziale i contatti sociali per tutta la durata dell’emergenza.
Andiamo avanti.

Aliscafi per le isole

IL PREFETTO MARIA ROSA TRIO MERITA UN ELOGIO PUBBLICO ma ne dirò le ragioni alla fine di questo scritto. 19 marzo 2020

Vengono poste tante domande: se fanno i test agli operatori sanitari che hanno assistito pazienti affetti dal coronavirus, se è il caso di ampliare i test perché a Vò li hanno fatti a tutti e hanno trovato il 70% di positivi, se le condizioni climatiche ed ambientali favoriscono il contagio e se è vero che le donne si ammalano e muoiono meno degli uomini. Lo chiede di sapere in particolare Lidia Bartolomeo che saluto con affetto. Le evidenze scientifiche a suffragio di queste ipotesi sono scarse. C’è un lavoro condotto dal “Centro Cinese per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie” e pubblicato recentemente in cui si afferma che il tasso di mortalità degli uomini (2,8%) è nettamente maggiore di quello delle donne (1,7%). Questa differenza si è verificata anche nel passato con la SARS, con una mortalità degli uomini del 50% maggiore di quella delle donne. Le stesse evidenze sono contenute in uno studio condotto dall’OMS “Report of the Who-China Joint Mission on Coronavirus Disease 2019 (Covid-19)”.

Le ragioni sarebbero in un sistema immunitario più forte delle donne e con una maggiore prevalenza del fumo o del consumo cronico di alcol tra gli uomini. I cinesi rappresentano un terzo di tutti i fumatori di tutto il mondo e consumano il 40% del tabacco prodotto su scala mondiale ma mentre le fumatrici sono il 2%, gli uomini fumatori raggiungono il 50% della popolazione adulta. In ogni caso il tasso di letalità aumenta con l’età della persona contagiata e con la presenza di altre patologie: malattie cardiovascolari (13,2%), diabete (9,2%), ipertensione arteriosa (8,4%), broncopatie croniche (8%), cancro (7,6%). Relazione con condizioni climatiche ed ambientali? Si ragiona anche di questo e cioè che l’inquinamento atmosferico tra le due zone (Wuhan e Lombardia/Emilia) sia assai simile ma di ciò non c’è evidenza scientifica provata. Certamente l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo rilevante nelle patologie respiratorie. Un altro fattore potrebbe essere la densità demografica. Per l’alta percentuale di mortalità si affaccia anche l’ipotesi di una popolazione più anziana rispetto a quella cinese e per un rapporto non effettivo tra casi accertati e mortalità. Se aggiungiamo ai numeri dei contagiati tutti quelli che sono asintomatici, semplici portatori di virus che non sono stati identificati, è evidente che i numeri della mortalità si ridimensionano. E’ un virus nuovo, quello che combina non è dato sapere, siamo solo ai primi passi. Era consolidato il fatto che il virus mirasse al polmone come organo bersaglio ma oggi pomeriggio mi è capitato di leggere un articolo pubblicato su “Nature Reviews Cardiology” secondo il quale è coinvolto anche il cuore e dunque oltre ad una eventuale cardiopatia sottostante bisogna stare attenti ad eventuali miocarditi provocate dal corona.


A sinistra il polmone sano e a destra quello del fumatore. Se arriva il corona, quello a sinistra ha più possibilità di salvarsi.

Tamponi si, tamponi no. Si fanno cose talvolta per rassicurare le persone a prescindere dalla reale efficacia. Resto dell’avviso che l’uso dei kit fai da te (a prescindere dall’affidabilità) o altri test di massa, in questa fase, sia uno spreco di forze e risorse e con il rischio di una confusione enorme. La vita di un positivo, sintomatico o non, non è poi tanto diversa da quella che stiamo facendo tutti e cioè chiusi in casa. Hanno messo a punto una metodica presso il Campus Biomedico che verrà impiegata a Fondi per affinare la capacità diagnostica mediante TAC del torace (per eventuale polmonite) e test confermativo. In distribuzione 50 mila mascherine chirurgiche presso farmacie e 1500 del tipo FFP2 e FFP3 negli ospedali. E’ stata istituita un app dal titolo Lazio Doctor per connettersi con i medici di base. Giunge ora la notizia che Fondi viene letteralmente chiusa con un provvedimento della Regione Lazio. E’ stato chiesto dai Sindaci di Ponza e Ventotene la sospensione delle corse con aliscafo, viaggeranno solo le navi. Bisogna rafforzare il distanziamento sociale, è l’unica condizione per fermare il contagio. Negli Stati Uniti la dottoressa Theresa Shinan Ciardi mi dice che in North Carolina si contano + 63 malati mentre complessivamente nel Paese sono 7.786 positivi al coronavirus. Purtroppo come in Europa, è arrivato anche lì e dopo la pizza e il musical “Mamma Mia” per anni in scena a New York, l’Italia ancora una volta dovrà essere presa a modello ma nella battaglia contro il virus. Alla faccia di chi dice che il nostro sistema sanitario pubblico non funziona e perciò non bisognerebbe votare Sanders. Bisognerebbe suggerire a Biden di trovare un argomento meno “fake”. Siamo tutti nella stessa barca:perfino Boris Johnson!

I dati di oggi della Protezione Civile: la situazione in Lombardia e in Emilia resta drammatica, si commentano da soli, il virus è una furia. Nel Lazio continua la crescita ma non è imponente. Oggi +99. Cresce soprattutto Roma che arriva a 678 (ieri 590). Latina resta a 23.
Dati ASL Latina: casi positivi 135 – pazienti ricoverati 64 – negativizzati 12 – deceduti 6 (restano tali da diversi giorni)
1.940 persone sono in isolamento domiciliare. 519 hanno terminato la quarante-na domiciliare. Situazione stazionaria anche nella individuazione dei positivi. Ieri su 40 test sono risultati positivi 8, oggi 22 ma su 114 test. Particolare attenzione si pone sulle città di Latina e Fondi dove, si sono riscontrati più casi di contagio.
A Formia ci sono 5 pazienti nella Medicina d’Urgenza ma sono clinicamente sta-bili. Nessuno in Rianimazione. Date anche un solo euro per i ventilatori del “Do-no Svizzero”.

Il Prefetto di Latina Dott. ssa Maria Rosa Trio

Infine propongo un ELOGIO PUBBLICO per il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio che, oltre ad occuparsi della lotta al coronavirus, deve prendersi cura di Cosimino Mitrano, Sindaco di Gaeta. Il nostro è andato al “Dono Svizzero”, si è fatto riprendere dalla telecamera deferente e, sotto un titolo stucchevole “I nostri angeli”, ha salutato un’infermiera con una bella manata (a mano nuda) sulla spalla. Alla faccia del distanziamento e delle misure di sicurezza. Ma andiamo avanti!

SONO SOLO DATI, IPOTESI ED ESORTAZIONI

Biagio Magri mi ha scritto una lunga lettera ricordando le analogie dell’epidemia da coronavirus con il virus dell’influenza stagionale 2017. Quell’influenza ne fece molte di vittime a causa della limitata vaccinazione che aveva coinvolto gli ultra sessantacinquenni. Molti ricordano la “spagnola” che colpì duramente l’Europa e l’Italia durante la prima guerra mondiale. Fu una pandemia anche quella, probabilmente la più grande della storia. Tra 1918 e 1920, uccise circa 50 milioni di persone ed il suo tasso di mortalità fu molto elevato tra le persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni, al contrario del corona che è più letale mediamente nella fascia dei 60 anni. Ed oggi si ritiene che fu diffusa dai soldati americani sbarcati in Europa dal 1917 per prendere parte alla Grande Guerra. E’ ancora troppo presto per tirare le somme sul coronavirus. Intanto dobbiamo fermare questa tremenda pandemia che in Italia sta colpendo duramente. E dobbiamo concentrarci nel distanziamento sociale, nel sottrarci a qualsiasi frequentazione pubblica al di fuori dell’approvvigionamento di viveri, farmaci e cure. Vanno fuori solo coloro da cui dipendiamo per vivere: cibo, energia elettrica, ospedale, smaltimento rifiuti, ecc.

Anche allora si sanificava: spagnola 1918

Questa è l’unica condizione per porre fine alla catena che ospita, trasmette e replica il virus. E’ stato così in tutte le epoche. Le teorie sul come, perché, anche quelle più estreme come l’ipotesi sulla guerra batteriologica ne parleremo dopo. Biagio Magri afferma che il blocco delle attività umane ha prodotto una riduzione dello smog. In effetti è stato più efficace il virus che Greta Thunberg nell’attenuare l’inquinamento del globo. Quella dello smog è un’ipotesi che viene fatta per spiegare la vitalità/letalità del virus, che verrebbe esaltata dal suo aggancio alle polveri sottili che oltretutto ne faciliterebbero la diffusione. Arrivano in Lombardia anche 50 medici cubani, dislocati all’ospedale da campo di Cremona. Anche a Cuba hanno messo a punto un farmaco, l’Interferone Alfa 2B che hanno testato con pazienti affetti da coronavirus. Sono farmaci che non agiscono direttamente sul virus ma ne attenuano l’aggressività. Oggi i numeri dell’epidemia continuano ad essere drammatici. Al Nord non dà segni sostanziali di attenuazione, al Sud cresce lentamente ma sembra costante ed in ogni caso la diffusione è contenuta.

Cosa accade nella nostra provincia. Il dato confortante è che sui tamponi effettuati, si riscontra un positivo ogni cinque persone. Non è poco.
Il bilancio odierno secondo i dati ASL Latina è questo:
13 casi in più rispetto alla giornata di ieri di cui 4 trattati a domicilio, in quarantena fiduciaria. Fondi fa segnare 3 nuovi casi e raggiunge i 53 totali. Latina segna +2 raggiungendo i 36 totali. Altri casi si segnalano nei comuni di Bassiano (+2), Aprilia (+3), Terracina (+2), Cori (+1) Fondi e Latina restano in criticità. Si registra a Fondi il decesso di una donna, a cui si aggiunge il paziente di 82 anni, che aveva partecipato alla festa di carnevale ed era ricoverato presso l’Ospedale Spallanzani.
Pertanto in provincia di Latina i positivi giungono a 163; Ricoverati 71; Negativizzati 14; Decessi 8
Sull’evidenza dei numeri riportati, i pazienti positivi attualmente in carico sono 142 di cui 13 Spallanzani, Terapia Intensiva del Goretti 6, Malattie Infettive del Goretti 20, altre Unità Operative del Goretti 25, Formia Medicina d’Urgenza 5, Rianimazione Formia 1. Altri 4 pazienti sono ricoverati in altri ospedale del Lazio.
I pazienti divenuti negativi sono 14, dei quali 5 sono ancora ricoverati per altre patologie e 9 sono in osservazione domiciliare. 1.889 persone sono in quarantena domiciliare, 1.022 hanno terminato la quarantena.

Si ricorda di rispettare rigorosamente le disposizioni ministeriali in materia di mobilità personale. Si può uscire dal proprio domicilio solo ed esclusivamente per approvvigionamento di alimenti, farmaci, giornali, e per sottoporsi a cure mediche. Il distanziamento sociale, evitando assembramenti e luoghi chiusi affollati, è la sola condizione per spezzare la catena del contagio. Il virus si trasmette solo attraverso le persone. Tutti, anziani, giovani, lavoratori dei servizi, operatori sanitari dentro e fuori degli ospedali, tutti siamo chiamati alla responsabilità. Occorre affrontare questa drammatica situazione con grande raziocinio. E’ necessario collaborare, evitare polemiche ed ogni altra azione individuale che oggi produrrebbe solo una dannosa confusione. L’esempio di chi ha responsabilità istituzionale è indispensabile. I Sindaci devono lavorare in silenzio, rassicurare i cittadini, occuparsi delle misure di sicurezza, supportare l’organizzazione degli aiuti, adoperarsi affinché tutto funzioni malgrado questa terribile sciagura. Qui vengono fuori equilibrio, spirito di servizio e dovere morale, la vetrina è una ridicola pantomima, che non serve!

Si raccomanda di recarsi in Pronto Soccorso solo se necessario e di far riferimento al numero verde 800 118 800, al 1500, al fine di gestire al meglio l’emergenza mantenendo gli standard di cura della sanità regionale.

Si ricorda inoltre che la Regione Lazio ha lanciato una nuova APP per contattare il proprio medico quando c’è la necessità.
Si chiama LAZIODRCOVID e si rivolge:

a chi è entrato in contatto stretto con persone positive al Covid19, a chi è stato sottoposto a misure di sorveglianza attiva dalla Asl, a chi manifesta sintomi legati al Covid19 (febbre, tosse, bruciore agli occhi).

L’app non è rivolta a tutti i cittadini e non è un servizio informativo e non sostituisce il servizio del Numero Unico delle Emergenze 112 o 118 che deve essere attivato da parte del cittadino in caso di emergenza sanitaria.


“FUSS CA FUSS LA VORTA BONA” TROPPO PRESTO PER DIRLO MA QUALCHE SEGNO INCORAGGIANTE SI VEDE

Il mio è un tentativo di dare notizie un po’ più dettagliate e soprattutto di condividere con tutti il desiderio di capire quanto stia accadendo, dell’epidemia, di come difenderci, ansiosi di intravedere i primi segnali positivi conseguenti alle strategie applicate. Finalmente qualche segnale positivo si comincia a vedere: in Lombardia la curva d’incremento dei casi scende dal +14% del 21 marzo al + 6% del 22. La curva di incremento percentuale delle infezioni totali, a livello nazionale, scende dal +13,9 del 21 marzo al 10,3 del 22 marzo. E’ un segnale timido ma con tutta probabilità si andrà via via consolidando. Una cosa è certa: è cambiata la nostra vita. E’ ancora presto per dire se quanto è accaduto e sta accadendo segnerà l’epoca con un prima e un dopo, probabilmente si, ma ora dobbiamo concentrarci sul da farsi per uscire al più presto da questa dannata epidemia. Sono arrivati medici cubani e russi (prima erano giunti quelli cinesi) mentre il virus corre negli altri paesi europei, per primo la Spagna che comincia a conteggiare centinaia di morti. La solidarietà internazionale in questo momento ha un significato straordinario.
Vivevamo parlando di pensioni, immigrati, dei giovani che vanno via, del tormentone della politica strillata e all’improvviso scopriamo che potremmo rimetterci la pelle finendo in ospedale a combattere contro il corona virus. Un virus debole ma terribile per contagio e letalità, reso ancor più aggressivo dalla dabbenaggine dei nostri comportamenti: la grande fuga dal Nord rischia di costarci caro anche al Sud. E poi arrivano i morti, tanti, e i camion militarli a portarli via. Spesso si ringraziano i medici e gli infermieri in prima linea, ma i ringraziamenti andrebbero estesi a tutti quei lavoratori che ci garantiscono viveri, farmaci, elettricità, gas, acqua, smaltimento dei rifiuti, ordine pubblico e tanti altri servizi, mentre stiamo chiusi in quarantena. In questi giorni non ho tenuto un bollettino sanitario, ho cercato solo di scrivere di notte quello che riuscivo a capire tra contatti e notizie che riguardavano il nostro Paese, la regione Lazio e il sud della provincia di Latina. Sarà utile anche questo per vivere un tempo razionale nei giorni dell’angoscia e del disorientamento?
Fummo convocati mercoledì 4 marzo a Gaeta in una riunione di distretto. Andai in rappresentanza del Comune di Ventotene. Avevano chiuso le scuole ma poi era intervenuto il Prefetto a rettificare, precisando che il primo decreto della Presidenza del Consiglio non prevedeva quella decisione. Suggerii prudenza, dissi che la fase in cui stavamo entrando richiedeva una indispensabile collaborazione tra le Istituzioni. Errori, ritardi, non dovevano dare la stura ad attacchi e critiche al Governo, ai vertici della Regione e dell’Azienda Sanitaria. Anche ciò dimostrava quanto si fosse inconsapevoli della tegola che ci stava piombando addosso. Ognuno avrebbe dovuto e dovrebbe fare la propria parte, con umiltà, senza sovrapporsi alle decisioni dei vertici sanitari, soprattutto quando non si possiedono conoscenze e competenze in materia. Ci sarà il tempo per ragionare su quanto sta accadendo e riconoscere meriti ed encomi, e però anche di correggere gli errori fatti nella programmazione sanitaria.
Ciò detto dobbiamo andare avanti. La Regione Lazio registra un incremento dei contagiati ma l’epidemia non dilaga. Naturalmente Roma e provincia presentano il numero più alto di casi. Nell’area centro sud della provincia di Latina ci sono un focolaio a Fondi e “cluster” (gruppo) a Minturno. Al momento la situazione è abbastanza sotto controllo. I posti di malattie infettive a Gaeta ospiteranno pazienti in convalescenza e/o in osservazione. I posti di Rianimazione e Medicina d’Urgenza restano nel “Dono Svizzero”. La Chirurgia tratterà solo le urgenze ma presso la Casa del Sole. L’Ostetricia e la Pediatria dovrebbero essere trasferite da Fondi a Formia. Presso gli ospedali di Latina e Formia sono in uso i protocolli sperimentali con il Tocilizumab, il Plaquenil (Idrossiclorochina fosfato), Remdesivir (ma ancora in attesa del nulla osta di AIFA). Attualmente i casi registrati in provincia di Latina sono 183 di cui 85 ricoverati, 75 in isolamento a domicilio, 14 negativizzati, 8 deceduti. Per i singoli comuni va vista la scheda specifica che è pubblicata tra le foto.


23 MARZO 2020 LOMBARDIA: IL VIRUS MORDE DI MENO

Ripeterò fino alla noia che non scrivo bollettini sanitari e che se vogliamo fermare il virus non dobbiamo pensare al farmaco miracoloso che non c’è, né al tampone “take awey”, né a tutte quelle altre piroette che fa chi non è assistito dalla ragione. I tamponi: quelli che stiamo utilizzando sono autorizzati dall’AIFA. Si cerca direttamente il virus (parte di esso) secondo una metodica codificata e utilizzata allo Spallanzani e al Goretti ma la diagnosi si basa anche sul riscontro della polmonite attraverso TAC. Altri test in cui si cercano gli anticorpi antivirus, eseguibili in pochi minuti, non sono del tutto affidabili e tutt’al più possono servire come un ulteriore presidio, più veloce e maneggevole da poter eseguire nei laboratori ospedalieri senza dover inviare il campione ad altri centri esterni e distanti.

Non è da escludere che una richiesta in tal senso non venga inoltrata alla Direzione Aziendale ed al Sindaco di Formia. Il farmaco “miracoloso” ancora non c’è, e anche se si stanno sperimentando molti farmaci in grado di condizionare benignamente l’infezione da corona, siamo ancora ben lontani dal raggiungere l’obbiettivo. Si conferma l’utilizzo, negli ospedali di Formia e Latina, del farmaco testato al Cotugno, il Tocilizumab. Farmaci, test e vaccini sono molto importanti ma in questa fase, ancor di più è il distanziamento sociale. Così, sono state sempre fermate le epidemie nella storia dell’uomo.

Una volta per proteggersi dalle pestilenze mettevano al bando la città, il paese dove si sospettava l’esistenza di un focolaio di contagio. La messa al bando era strettamente correlata ad un’altra misura di protezione: l’istituzione di cordoni sanitari in terra o in mare per evitare il contagio. Essa comportava l’interruzione di ogni rapporto commerciale e di comunicazione con la località o il paese considerato potenzialmente fonte di contagio. Ecco, è esattamente quello che stiamo facendo noi. Questa settimana diventa cruciale per verificare l’efficacia delle misure messe in atto. Qualche segnale si vede. Dobbiamo tenere d’occhio i contagi e non i pazienti che finiscono in rianimazione oppure quelli che muoiono. Vedere calare il numero dei contagiati è il segno che il virus comincia ad essere circoscritto laddove ha colpito e non ha più carburante, non ha più ospiti da utilizzare per diffondersi.

Qualcosa si sta vedendo, oggi è il secondo giorno in cui si afferma una tendenza al ribasso del numero dei contagiati. Come nel terremoto dell’Irpinia, anche questa volta s’è creata una gran confusione. Accade d’altra parte in un paese dove tanti si sentono allenatori della nazionale di calcio, molti credono di essere ammiragli, e così qualcuno giunge ad un posto di blocco con una maschera in volto e il piglio ridicolo ma in una immane tragedia. A nord il numero dei contagiati si riduce rispetto ai giorni precedenti, nella nostra provincia aumenta ma per fortuna sono numeri piccoli. A Gaeta stanno riattivando alcuni posti letto per i convalescenti da corona virus al fine di decongestionare la Medicina d’Urgenza del “Dono Svizzero”. Sicuramente ne usciremo ma la battaglia sarà lunga poiché dovremo evitare ritorni di fiamma, ricadute. Occorrerà rimettere in piedi il Paese, riprendere a vivere, sperando che l’estate torni e porti frutto. In Novembre avremo il vaccino contro il corona e avremmo iniziato a proteggerci. Nel frattempo l’aria in tutta la terra, almeno per ora, è tornata pulita.
In Lombardia il trend comincia a diminuire: il 20 Marzo avevamo 22.264 casi totali e siamo passati al 21 marzo a 25.515 (con +3.251 contagiati totali), dal 21 marzo al 22 siamo passati a 27.206 (+ 1.691), dal 22 al 23 siamo giunti a 28.761 (+1.555). Il picco potrebbe essere giunto il 21 marzo con + 3.251 contagiati totali. Dal 22 marzo il numero dei contagiati aumenta sempre ma non nelle proporzioni degli aumenti del 21.
Nel Lazio passiamo da 1.008 del 20 marzo a 1.190 del 21 marzo (+182), 1.383 del 22 marzo (+ 193), 1540 del 23 marzo (+157).
Vedremo nei prossimi giorni.
In provincia di Latina i casi totali salgono a 193 con 88 pazienti ricoverati, 15 negativizzati, 10 deceduti. Rispetto al 22 marzo ci sono 10 pazienti in più: 5 a Latina, 1 a Fondi, 1 a Cisterna di Latina, 1 a Sezze, 1 a Nettuno. Complessivamente, 1.948 sono le persone in isolamento domiciliare, mentre 1.439 hanno terminato il periodo di isolamento. Una paziente in più è ricoverata nella Medicina d’Urgenza del “Dono Svizzero” ed è in condizioni cliniche discrete. Una paziente è nella rianimazione. Vedremo se nella nostra provincia comincerà a calare il numero dei contagiati. Intanto non aumentano in modo vistoso, malgrado il focolaio di Fondi. Minturno al momento non registra altri contagi, buon per loro, buon per noi, buon per tutti!

ORA BISOGNA SPEGNERE L’EPIDEMIA, AIUTAMOCI A STARE LONTANI 24 MARZO 2020

Siamo già entrati in un mondo altro. Scrivo così poiché usare il termine un altro mondo potrebbe indurre chi legge a fare le corna. La socialità è affidata a waths app, ad internet, le riunioni si fanno in videoconferenza, si esce solo per comprare viveri e farmaci. Ora c’è questo accidenti di virus a riempire i nostri pensieri. Devo ammettere che il “virus fesso”, termolabile, poco resistente, facilmente eliminabile con un pizzico di varecchina, è diventato un incubo mondiale. Il nostro sistema immunitario non lo aveva mai incontrato né assaggiato così feroce. Sembra impossibile che tra i 50 virus di “razza corona” uno, all’improvviso, è riuscito a trovare le chiavi giuste per attaccare con successo l’umanità. Ha fatto tutto da solo? Oppure gli abbiamo dato una mano? Con l’inquinamento (equiparate Lombardia con Wuhan)? Ipotesi? Sta di fatto che una piccola sequenza di molecole, che probabilmente vive tra noi innocuo, all’improvviso è diventato un drago ed ora bisogna domarlo.

Borrelli parla di un numero più ampio di portatori sani o contagiati asintomatici. Ne parlavo qualche giorno fa con Salvatore Valente, già Professore di Fisiopatologia Respiratoria del Policlinico Gemelli. Anch’egli fa quest’ipotesi ma se è così e non ci si può far nulla, poiché è impossibile fare tamponi “take awey” per individuare un potenziale contagiatore, ebbene questo fatto potrebbe tornarci utile poiché quando l’epidemia sarà conclusa, assieme alle vaccinazione anticoronavirus, saremo a buon punto nel prossimo inverno ad aver creato la cosiddetta immunità di gregge. Oggi bisogna concentrarsi nello spegnere l’epidemia. Per ottenere questo risultato occorre organizzazione e collaborazione evitando quanto più possibile il fai da te, le ordinanze miopi (tanto per intenderci quella fatta a Gaeta contro l’arrivo di proprietari di case vacanza) i posti di blocco deliranti e l’esibizionismo inutile.

La vera ed unica impreparazione la stiamo scontando con mascherine e altri presidi per trattare i contagiati. Sono oggetti da utilizzare nella modalità “usa e getta”. Una volta usati vanno cambiati soprattutto nei presidi sanitari. Per l’identificazione del virus siamo secondi solo alla Corea per il numero di tamponi utilizzati. Ad oggi siamo a 296.964 esami effettuati. Se la biologia molecolare presuppone un procedimento complesso per trovare il virus in una persona, allora è utile partire da un’altra direzione che è quella di riscontrare gli anticorpi antivirali nel sangue della persona da esaminare. Il test se fatto in laboratorio con apparecchiatura dedicata, ha una affidabilità di oltre il 90%. L’utilizzo di questa metodica ci farebbe superare ogni ritardo o lungaggine nello screening dei pazienti, ottenendo anche buone informazioni sui pazienti convalescenti. In tal senso i sindaci del distretto si accingono a chiederne l’autorizzazione per l’uso in ospedale dalla Direzione Aziendale. Purtroppo è giunto il freddo.

Ci sarà per qualche giorno e anche questo breve periodo sarà utile per capire il comportamento di questo virus. E’ probabile che si riscontri una qualche recrudescenza del contagio ma senza vederla non si può dire. In Lombardia, popolazione 10.060.574, dal 20 marzo al 21 ci sono stati +3.251 contagiati, dal 21 al 22 + 1.691, dal 22 al 23 +1.555, dal 23 al 24 + 1.942.
In Emilia Romagna (popolazione 4.459.477): dal 20 al 21 marzo +737, al 22 +850, al 23 +980, al 24 + 719. Dati altilenanti ma che non superano il migliaio di contagiati. Nel Lazio passiamo dal 20 marzo 1.088 a 1190 del 21 +182, al 22 siamo 1.383 contagiati +193, al 23 siamo a 1.540 +157, al 24 giungiamo a 1728 +188. Il Lazio oscilla, con un incremento di numeri piccoli circa 180 al giorno su di una popolazione di 5.879.082.
Veniamo ai dati della nostra provincia 24 Marzo 2020: 216 casi complessivi con un aumento rispetto al 23 marzo di +23, 94 i ricoverati +6 , 15 i negativizzati, 10 i deceduti, 1.769 sono posti in quarantena -179 rispetto al 23 marzo, 1.887 hanno terminato il periodo di isolamento +448.
I 23 nuovi casi sono così distribuiti: Latina (4), Aprilia (4), Fondi (4). Terracina
(3), Bassiano (2), Minturno (2), Itri (1), Sabaudia (1), Norma (1), Sezze (1).
Nota ASL: si raccomanda di recarsi in Pronto Soccorso solo se necessario e di far riferimento al numero
verde 800 118 800, al 1500, al fine di gestire al meglio l’emergenza mantenendo gli standard
di cura della sanità regionale.
Si ricorda inoltre che la Regione Lazio ha lanciato una nuova APP per contattare il proprio
medico quando c’è la necessità.
Si chiama LAZIODRCOVID e si rivolge:
a chi è entrato in contatto stretto con persone positive al Covid19
a chi è stato sottoposto a misure di sorveglianza attiva dalla Asl
a chi manifesta sintomi legati al Covid19 (febbre, tosse, bruciore agli occhi)
L’app non è rivolta a tutti i cittadini e non è un servizio informativo.
non è un servizio di emergenza e non sostituisce il servizio del Numero Unico delle
Emergenze 112 o 118 che deve essere attivato da parte del cittadino in caso di emergenza
sanitaria.

FA FREDDO E “PUR SI MOVE” MA RALLENTA – STORIA DI DUE VIRUS – UNO TERRIBILE
25 MARZO 2020

Son tornati freddo, pioggia, vento. E il virus? Erano circolate ipotesi secondo le quali all’arrivo del caldo il contagio da corona virus si dovrebbe attenuare, così come accade per l’influenza cosiddetta stagionale. Non ci sono evidenze scientifiche a riprova. Vero è che il clima agisce su piante ed animali, grandi e piccoli, noi compresi. E’ risaputo che il caldo riduce la circolazione del virus influenzale mentre facilita la circolazione di virosi intestinale e punture d’insetti. Si può spiegare tutto ciò con il fatto che d’inverno le persone tendono a passare più tempo nei luoghi chiusi e a respirare aria “contagiata” da qualcuno che ha l’influenza mentre in estate si vive di più all’aperto. C’è da aggiungere però che il corona è un virus nuovo ed è probabile che continueremo a vederlo ancora d’estate rispetto ad altri virus che il nostro sistema immunitario già conosce. Ora, però, è fondamentale che si spezzi l’epidemia. I casi isolati non fanno un’epidemia. Vedremo cosa accadrà durante queste giornate di freddo e pioggia.

Ma il titolo di oggi accenna a qualcosa che si muove. E’ vero oggi ci sono stati 683 morti ma pur rattristandoci non è lì che dobbiamo guardare. Ricoveri e decessi sono la conseguenza del contagio e dunque quei dati non ci dicono nulla circa l’efficacia della clausura domestica e i suoi effetti positivi. Il Presidente della Lombardia riferendosi ai giorni trascorsi, afferma che c’è un rallentamento della crescita di contagiati. E in effetti a guardare i numeri c’è un dato che tende ad essere costantemente stabile. Questo è un fatto importantissimo che ci deve fare ben sperare. Vedremo nei prossimi giorni se questo dato finirà per stabilizzarsi. Intanto, tiriamo un sospiro, piccolo e sommesso e continuiamo a star chiusi in casa poiché questa è l’unica misura per spezzare il contagio. Questa sera mi sono giunti diversi messaggi, uno in particolare mi ha colpito: la storia del virus manipolato dai cinesi e poi scappato da un laboratorio. Immaginare un virus costruito dall’ingegneria genetica cinese che nottetempo scappa da un laboratorio ed infetta tre quarti di mondo sembra più frutto di fantasia che di realtà.

Il mondo scientifico occidentale la considera una grande bufala. Il corona lo hanno isolato in Cina durante l’inizio dell’epidemia, lo hanno fatto anche qui da noi, allo Spallanzani. Il virus non si è modificato e resta così come l’ha fatto madre natura. Su questo non ci sono dubbi. Nel frattempo continuano ad arrivare russi e cinesi ma a Cremona anche gli americani. I russi non è la prima volta che portano aiuti, accadde anche nel terremoto di Messina del 1908, allorquando un’onda gigantesca si rovesciò sull’abitato dopo il colpo di maglio venuto da sotto terra. I morti furono 80 mila. Arrivò la squadra navale russa. Ora sono in all’erta anche loro e agli aiuti uniranno un’esperienza sul campo che gli tornerà utile per combattere il virus anche a casa loro. Forse è la prima volta nella storia dell’uomo che i popoli del mondo si uniscono per combattere un alieno di pochi micron capace di creare uno sterminio. Questo Sarscovid2, benchè abbia un nick molto evocativo ha un punto debole ed è lì che dobbiamo aggredirlo. Il virus vive se abita in un organismo. Per lui è una questione vitale. Se gli impediamo di saltare da un corpo all’altro lo fermiamo. Questa strategia non ha mai fallito nella storia delle epidemie. Dobbiamo mettercela tutta, anche a costo di cominciare a fare i conti con ansia e depressioni. Ne usciremo.

“Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d’alcun riposo, salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch’i’ vidi de le cose belle che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle” Divina Commedia XXXIV (Lucifero e la discesa al centro della terra)

I dati ci dicono ancora molti decessi ma anche molto contagio in meno. Questa potrebbe essere la settimana decisiva. Occorre ricordare che quel che accade oggi è conseguenza di ciò che abbiamo cominciato a fare due settimane fa.

DUNQUE ISOLAMENTO E DISTANZIAMENTO SOCIALE AD OGNI COSTO!

Nella Regione Lazio siamo giunti a 1.675 contagiati. 805 sono ricoverati in reparti di degenza ordinaria. 101 sono ricoverati in Terapia Intensiva. 769 sono in isolamento domiciliare. 95 sono i deceduti. 131 i guariti. 1.901 sono i casi esaminati (totale).
Provincia di Latina: 227 positivi – 99 ricoverati – 15 negativizzati – 10 deceduti
I nuovi casi positivi sono 11 di cui 6 sono trattati a domicilio. Latina 2, Aprilia 5, Fondi 3, Terracina 1
1.739 persone sono in isolamento domiciliare. 2021 hanno terminato il periodo di isolamento.
Nella Rianimazione del “Dono Svizzero” c’è una sola paziente affetta da corona virus. Nella Medicina d’Urgenza 5 pazienti, 1 a Gaeta (posti dedicati a convalescenti o a persone in attesa dell’esito del tampone). Ricoverati allo Spallanzani 11, nella Intensiva del Goretti 5, Malattie Infettive Goretti 21, altre Unità Operative del Goretti 51.

STAR CHIUSI COMINCIA A PESARE MA ABBIAMO FATTO TRENTA ORA OCCORRE FARE TRENTUNO I DATI DEL 26 MARZO 2020

Non ce lo nascondiamo, comincia ad essere dura, soprattutto per i bambini e gli anziani. Gli italiani alcuni giorni fa, chiusi in casa, hanno cominciato ad occupare il tempo mettendo in ordine la casa, pulendo e mettendo in ordine i libri e poi, per darsi coraggio, hanno cantato l’inno nazionale e alcune storiche canzoni. I tedeschi ci hanno visto dalle televisioni globali e in qualche caso hanno cantato bella ciao. Da adolescente, quando attraversavo una strada buia cominciavo a cantare, forse strillavo, come se la voce fosse un’altra persona a fianco che mi desse manforte. Ora però si canta meno, anzi per niente. Tutti in casa. I Bambini soffrono molto poiché è difficile che riescano a capire quel che accade. Un’anziana signora, che ha vissuto gli anni delle guerra, prega ma sta zitta, ha capito che è come allora e che, anzi, c’è da consolarsi che non ti piovano addosso le bombe. Si avverte la necessità di supporti psicologici per gli operatori sanitari degli ospedali, per le persone, soprattutto anziani, che non escono di casa da circa 15 giorni.

Il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi e della Società psicoanalitica italiana per aiutare i cittadini ad affrontare la paura contro Covid-19 mettono a disposizione operatori di supporto attraverso Internet ed il telefono. Chissà che direbbe il grande filosofo Zygmunt Bauman, scomparso tre anni fa, vedere l’epoca liquida che si ferma e solidifica dentro le case? Cosa direbbe di quei consumatori ricchi e poveri che in nome del consumo si erano fusi (secondo la sua tesi) in un’unica classe, quella appunto dei consumatori? Ed oggi i consumi sono di fatto aboliti. Il rischio ora è quello di divenire la classe degli angosciati. Il tempo si è fermato, la popolazione mondiale s’è dovuta fermare, milioni di motori si sono fermati, girano solo i Tir frigoriferi che trasportano alimenti e altri mezzi di servizio. Netta riduzione della CO2 prodotta e pausa del surriscaldamento della Terra, insomma il virus ci ha resi ambientalisti d’obbligo. Avevamo sconfitto le malattie infettive e dovevamo indirizzare ricerca, cure e servizi sulle patologie dismetaboliche e croniche. Questo si teorizzava alla scomparsa della TBC.

Così abbiamo fatto ed effettivamente si campava di più e meglio. Poi tutto precipita: arriva un virus che s’infila in silenzio tra le persone e poi esplode con una sindrome pericolosa. Non avevamo messo nel conto che oggi ci si sposta in giornata da Roma a Bruxelles e ritorno, che ci si muove da un continente all’altro in 24 ore e che con i viaggiatori, viaggiano anche i virus. Fino ad un mese fa era impensabile che Trump, feroce antagonista dell’idea socialista, oggi deve impegnare 2.000 miliardi di dollari del bilancio pubblico (pari al 10% del PIL degli Stati Uniti). L’umanità rinsavisce di fronte al pericolo. Controlli e paura fanno calare perfino i furti. Siamo solo all’inizio della nuova storia del mondo, poiché quando usciremo dal tunnel, e sicuramente ce la faremo, dovremo cominciare la ricostruzione e potremmo dirci fortunati per questa situazione che alcuni definiscono guerra mondiale ma che, a differenza di quella tradizionale, non ci ha distrutto case, industrie, ponti e ferrovie. Ma l’Economia mondiale sarà tutta da reinventare e saranno necessari coesione sociale e fortissimo spirito solidaristico. Oggi c’è stata un’impennata di contagiati. Secondo le interpretazioni della Protezione Civile potrebbe trattarsi di un accumulo di esami (tamponi) i cui risultati sono giunti tutti assieme (ma non dovrebbe essere complicato incasellarli nelle rispettive date e verificare l’ipotesi).

Sta facendo freddo, è in atto un cambiamento del clima con un calo brusco della temperatura. Quando ciò accade, in genere c’è una recrudescenza dell’influenza tradizionale che non è finita e che anzi ha occultato, in una prima fase (ma anche ora) l’epidemia più temibile del corona. I dati nazionali sono in aumento: oggi 4.492 in più mentre ieri l’aumento era stato di 3.491, martedì di 3.612, lunedì di 3.780 e domenica di 3.957. Il numero delle vittime è oggi di 662, con un calo rispetto a ieri quando erano state 683, mentre martedì l’aumento era stato di 743. La Regione più colpita è la Lombardia. Dopo alcuni giorni di calo dei contagi, oggi c’è un’impennata di 1.641 contagiati in più (Lombardia 22 marzo + 2.138, 23 marzo + 806, 24 marzo+ 1.245, 25 + 1.641). Ma al di là dei numeri assoluti, la tendenza dà in rallentamento la curva e ciò consente di non ingolfare le terapie intensive. E questo vale moltissimo. L’AIFA sta concordando con l’OMS l’inserimento nei protocolli dei farmaci sperimentali il Tolicizumab, Clorochina e Remdesivir. Oggi nel Lazio siamo giunti a 1.835 positivi. Il trend è oscillante, non è di facile interpretazione: si sale dal 20 al 21 +174, dal 21 al 22 +186, dal 22 al 23 + 142, dal 23 al 24 + 131, dal 24 al 25 + 130, dal 25 al 26 + 160. Vedremo nei prossimi giorni. Nella nostra Provincia abbiamo + 10 casi positivi distribuiti nei Comuni di Latina (+3), Terracina (+3), Cisterna (+1), Itri (+1), Cori (+1). Dunque giungiamo a 237 casi positivi, 106 sono i ricoverati, 15 i negativizzati, 10 i decessi. 1.797 sono in isolamento domiciliare. 2.153 persone hanno terminato l’isolamento. Il distanziamento sociale è la condizione indispensabile per spezzare la catena dell’epidemia.

Medici di famiglia deceduti per il Corona virus

A NORD DOVE IL VIRUS RINGALLUZZISCE CON IL FREDDO, RIUSCIRANNO A DOMARLO I RAGAZZI
27 MARZO 2020

Gli Epidemiologi non si sbilanciano ma la fine di marzo diventa cruciale per il declino del contagio e se ne vedono presupposti certi. Questo non significa il cessato allarme ma sicuramente ci fa vedere meno buio. Dobbiamo continuare la stretta del distanziamento sociale e dello stare in casa. Malgrado De Luca, che potrebbe anche risparmiarsi qualche gag, i più indisciplinati sono proprio i campani, vengono poi i lombardi, i siciliani, i laziali, i toscani, i piemontesi, i veneti e gli emiliani, ma c’é da dire che le prime due Regioni hanno una densità demografica tra le più alte d’Italia. Campania 224 abitanti per Kq., Lombardia 222/Kq. I più virtuosi sono i Friulani. A Formia gira un video che mostra un impressionante via vai di macchine per via Vitruvio. Incredulo, ho provato a saperne di più ma mi hanno assicurato che hanno fatto la ripresa da un palazzo di via Vitruvio. Eppure l’isolamento è la condizione indispensabile senza la quale non si riuscirebbe a spezzare l’epidemia. Purtroppo a nord c’è stata una sorta di Caporetto. E anche i giovani medici ed infermieri, appena laureati e diplomati, sono stati inviati al fronte al pari dei giovani del ’99 come sentivamo dire dai nostri anziani. Quelli di oggi hanno qualche anno in più dei diciottenni che mandarono sul Piave. Sono forze fresche che assieme ai veterani riusciranno a fermare il virus.

A Lodi, Sondrio, Bergamo, Cremona, l’epidemia ha colpito duro, il virus si è letteralmente cibato di corpi. Negli ospedali il rapporto del contagio è stato elevatissimo. Enrico Bucci, professore di Biologia dei sistemi alla Temple University di Philadelphia dichiara: “In condizioni normali, all’inizio dell’epidemia da coronavirus, ogni contagiato ne infetta in media altri 2,5. In alcuni ospedali lombardi questa capacità di contagio è stata compresa tra 6 e 7”. Nell’isolamento sociale generale del Paese, gli ospedali sono rimasti pur sempre punti di assembramento e dove il contagio ha rotto gli argini è stato un disastro. Nell’incessante arrivo di persone affette da sintomi non s’è andati tanto per il sottile e questo spiega il perché ben 5000 addetti del comparto sanitario sono rimasti contagiati. Da giovane, quando mi chiedevano cosa studiassi all’Università, alla mia risposta “Medicina” sentivo subito ribattere “è una missione”.

Erano soprattutto gli anziani a dirlo. Ecco i volontari medici e gli infermieri che da ogni parte d’Italia hanno risposto all’appello onorano e vivono quella missione e questo fa ben sperare anche per il futuro. Ora è tempo di spezzare l’epidemia poi vedremo come rimetterci a posto le ossa con l’economia, ma dovremo fare un grande sforzo di coesione sociale e di unità del Paese. Certo impressiona il Presidente della Repubblica che parla agli italiani, abituati a sentirlo a capodanno per il discorso augurale e vederlo ora con tanta solennità dà la misura di quel che sta accadendo. Gli italiani nel complesso si stanno comportando bene. Anche le Amministrazioni locali, soprattutto quei sindaci che al di là degli appelli – video stanno coordinando tutte le attività di supporto agli anziani, ai disabili e più in generale a tutti i loro concittadini. Le strade di Formia e Ventotene sono state lavate da “Formia Rifiuti Zero” con getti di vapore ad alta temperatura (additivati con sali di ammonio e dunque per niente tossici). I cittadini di Formia hanno risposto molto bene al fondo di solidarietà promosso dal Comune. Ora parte un’altra misura che s’intitola “La spesa sospesa” con cui si invitano i cittadini a contribuire ad acquisti di generi alimentari in favore delle famiglie bisognose.

I primi negozi di alimentari che hanno aderito sono: Panorama – Todis – F&D Market – Eurospin – IDA. Come detto in premessa al di là dei dati ancora allarmanti delle province lombarde ci sono segnali concreti che il contagio è in rallentamento ma non si può, né si deve abbassare la guardia. I dati della Lombardia sono ancora alti per i contagi così come per i decessi. Oggi 27 marzo i contagiati sono stati 1706, in aumento rispetto al trend dei giorni del 25 e 26 marzo, ma sta facendo freddo ed è noto come il freddo “ringalluzzisce” il virus. Vedremo nei prossimi giorni. Il Lazio segna oggi 2.013 casi positivi totali (dall’inizio dello screening) e dunque + 178 rispetto al giorno precedente. Nella provincia di Latina giungiamo ai 250 positivi quindi 13 casi in più rispetto al 26 marzo, distribuiti nei comuni di Formia (4) ma qualcuno era già in isolamento dai giorni precedenti, Fondi (3), Cisterna (2), Aprilia (1), Cori (1), Sabaudia (1), Monte San Biagio (1). Pazienti ricoverati sono 109 (- 3 rispetto al giorno precedente), i negativizzati 16 (+1), i deceduti 10 (come ieri). Persone in isolamento 1.863 (+66), persone che hanno finito l’isolamento 2.318.

Il numero di coloro che vengono posti in isolamento il 26 marzo è + 58, il 27 marzo + 66 mentre coloro che finiscono l’isolamento sono 132 il 26 marzo e 165 il 27. Se questo dato va a consolidarsi vuol dire che il numero dei contagiati cresce decisamente meno di coloro che finiscono la quarantena e questo sarebbe un buon segno. Vedremo nei prossimi giorni. L’ASL di Latina ha organizzato l’assistenza di alcuni casi positivi in isolamento attraverso strumenti telematici di controllo a distanza. Questo alleggerisce l’occupazione dei posti letto in ospedale. Il Direttore Casati, malgrado la frequenza cardiaca di 89 battiti al minuto, va alla grande. Bravo! I ricoverati nel nostro distretto sono: 7 in Medicina d’Urgenza (sottoposti a respirazione con ventilazione non invasiva), 1 in Rianimazione e 2 presso il reparto di malattie infettive di Gaeta. Questo reparto ospita positivi convalescenti e cioè pazienti in via di guarigione.
Ringrazio, leggo e saluto tutti coloro che leggono queste note.

VEDEVAMO I MIGRANTI, IGNARI CHE ANCHE NOI STAVAMO SALENDO SULLA STESSA BARCA

Neanche due mesi fa pensavamo che i migranti fossero gli altri e noi invece quelli che andavano a mille. Un grande scrittore italiano una volta ebbe a dirmi: correre, correre, corriamo sempre, senza sapere dove stiamo andando. Aveva ragione. Vedevamo i migranti sui barconi, sulle navi di soccorso e poi giù strepiti, discussioni incomprensibili e poi stavamo a discutere sulla pensione. Mi perdoneranno i miei amici se ricordo spesso il fatto che una volta le persone si salutavano e si chiedevano reciprocamente come si stava: bene, qualche acciacco, una partita di calcio con il tal campione che ha giocato uno schifo. Negli ultimi anni l’incontro si caratterizzava per una sola domanda: “quando vai in pensione?” E via tutto un rivendicazionismo di sacrifici fatti e di uno stato caino che non concedeva aumenti né pensioni laute e anticipate. E discussioni sulle tasse troppo alte ed evasioni per legittima difesa.

E ora? Siamo divenuti migranti anche noi, migranti nell’angoscia del virus, nell’attesa che questa pestilenza passi, che tutto torni nella normalità. Non ci sarà normalità di prima ma quella di dopo quando dovremo fare i conti, ma li stiamo già facendo, con il disastro economico e allora bisognerà armarsi di coraggio. Non abbiamo scelta. Pare che questo virus non sia arrivato nell’Antartide dove però nei primi di marzo sembra che le temperature abbiano oscillato attorno ai 20 gradi: ghiacci sciolti e pinguini sudati. Siam divenuti migranti, forse lo eravamo anche prima, inconsapevoli di quello che stavamo combinando. Iperconnessi, iperglobalizzati, ipertutto. Mi sa che abbia ragione il Papa a dire che stavamo vivendo in un mondo malato. Eppure guardavamo i migranti in barca e gli urlavamo contro. Ora siamo tutti quanti nella stessa barca. Tutti, in ogni angolo del mondo. Anche quelli che ancora in qualche parte si ostinano a spararsi ma dovranno anche loro fare i conti col virus che non si vede, più insidioso di una pallottola, che non sai da dove ti arriva. Tutto il mondo è in subbuglio, anzi in silenzio. La mia amica Teresa Ciardi che è nella North Carolina, mi scrive che anche dove vive hanno riaperto un ospedale e realizzato camere per contagiati Covid 19, provano a non mischiare i pazienti in ospedale. Anche lì cercano mascherine. In mattinata una sua collega ha ricoverato 17 pazienti. A Duke stanno sperimentando farmaci come quello che si usa anche qui, il Remdesivir.

Uno spiraglio da noi si intravede: oggi i dati nazionali indicano una riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali con la curva epidemica che cresce del 6,9% contro il +7,3% di ieri. In Lombardia si segnala una riduzione di nuovi contagi (2.117 contro i 2.409 del 27 marzo) sia della curva epidemica che scende al +5,6% (+6,9% il 27). Significativa in proposito la riduzione degli accessi al Pronto Soccorso nell’ultima settimana, registrata in tutte le Province Lombarde a partire dal 22-23 marzo. E’ un segnale di tendenza molto significativo. Non vanno tenuti d’occhio i decessi che purtroppo restano ancora elevati ma sono indicativi di eventi avvenuti almeno 10 giorni prima. Il numero dei tamponi è giunto a 429.526. Il rapporto tra tamponi e casi positivi trovati va riducendosi nel senso che si riscontrano più negativi che positivi.

Al di sotto dell’Emilia, Toscana e Marche l’epidemia resta contenuta e sotto controllo. Nel Lazio la tendenza è ancora di crescita dei contagi ma sono numeri piuttosto contenuti. Nella Provincia di Latina siamo a quota 264 positivi con 113 ricoverati, 17 negativizzati, 11 deceduti (una paziente presso la Rianimazione di Formia). I positivi del 28 marzo sono 9 in più: Latina (6), Itri (2), Sabaudia (1), Aprilia (1), Sezze (1),Terracina (1), Fondi (1), Velletri (1). I pazienti negativizzati sono 17, di cui 8 ancora ricoverati per altre problematiche di salute e 9 in osservazione a domicilio. Le persone in isolamento domiciliare sono1.886 mentre 2.537 hanno terminato il periodo di isolamento. Il comunicato dell’ASL indica 71 pazienti ricoverati in altri reparti del Goretti, Dono Svizzero e Gaeta.
Il numero dei ricoverati a Formia sono 5 a Medicina d’Urgenza del “Dono Svizzero”, 1 negativizzata presso il reparto di Medicina sempre del “Dono Svizzero”. Altri 2 pazienti formiani sono a Gaeta in convalescenza, altri pazienti sono sempre a Gaeta ma in attesa di conoscere il riscontro del tampone. La Rianimazione del Dono Svizzero non ha pazienti affetti da Corona virus.

ANCORA QUALCOSA DA DIRE DELLA GIORNATA DI IERI

Voglio ricordare che nel reparto di Gaeta stanno operando i medici Amato La Mura, Francesco Purificato, Francesco De Meo, Maria Buricco e altri tre medici provenienti da Latina. Degli infermieri non conosco i nomi ma naturalmente va anche a loro il nostro saluto. Un saluto anche al Dr. Gennaro Di Fazio che dirige il reparto di Rianimazione e collabora con quanto serve su Ponza e Ventotene. Infine un saluto a tutti coloro che lavorano negli altri reparti dell’Ospedale e lo fanno ben funzionare, anche laddove non esposti al virus ma decisivi per assistere persone affette da altre patologie.

Un po’ per noia, un po’ perché non si riesce proprio ad evitare di aprir bocca, compaiono spesso attacchi e critiche nei confronti della Sindaca di Formia Paola Villa, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di tutti coloro che prescindendo dalla propria appartenenza politica svolgono funzioni di governo e di contrasto all’epidemia. Si lavora in silenzio, con operosità che non necessita di pubblicità, dedicando alla video camera il tempo minimo indispensabile per informare.

Il momento è difficile se non tragico, il cimento con quanto accade è assolutamente straordinario e perciò ai generali che farebbero così o colì, vorrei ricordare il bofonchio di don Abbondio che rispondendo alla ramanzina del Cardinal Federico gli scappò di dire: “Vossignoria illustrissima parla bene; ma bisognerebbe esser ne’ panni d’un povero prete, e essersi trovato al punto.”
E’ il momento della coesione e dell’unità della nostra comunità locale e nazionale. Se riusciamo a far unione viene anche la forza per superare il corona virus ed il disastro economico.

ANCORA QUALCOSA DA DIRE DELLA GIORNATA DI IERI

ISOLAMENTO E QUARANTENA FUNZIONANO – LO DICONO I NUMERI DELL’EPIDEMIA
29 MARZO 2020

Nel 1300 accusarono i topi di aver trasmesso la cosiddetta “peste nera” ma in realtà fu l’uomo stesso ad ammalarsi e a produrre l’epidemia. Nel 1918 ci fu la “Spagnola”, ne ho già parlato in un precedente post. In quegli anni il trasporto aereo cominciava a svilupparsi e dunque il contagio mise più tempo a diffondersi nel mondo. Il virus viaggiò in treno e per nave e impiegò mesi a diffondersi ma alla fine arrivò dapperttutto. All’epoca si salvò solo la comunità di Bristol Bay, in Alaska, che chiuse, la principale strada di accesso e vietò ogni occasione attività sociale. Nel secolo attuale i corona virus hanno compiuto il cosiddetto salto di specie diffondendosi nelle comunità in tre occasioni e provocando epidemie mortali: la SARS nel 2002, la MERS nel 2012 e la COVID nel 2020. Ci è chiesto se particolari condizioni climatiche e inquinanti abbiano giocato qualche ruolo nel favorire l’epidemia, che ha infierito soprattutto nelle provincie lombarde ed emiliane. Si, ci sono delle evidenze ma sono ancora tutte da accreditare a livello scientifico. L’ipotesi non basta, occorre dimostrarne la certezza per avere credibilità e valore sotto il profilo scientifico.

Anche gli infermieri e le infermiere hanno risposto all’appello. Il bando è rimasto online 48 ore, e alla sua scadenza, 28 marzo alle 20, sono state registrate 9.448 candidature. La riserva della Repubblica è grande, e l’Italia ha un cuore grande, come ha detto il Ministro della Salute Roberto Speranza. Assieme ai trecento medici selezionati saranno inviati nelle zone più calde dell’epidemia. Sono giunti anche medici ed infermieri albanesi. E’ una dimostrazione sul campo di quanto sia grande la generosità, la fratellanza dei popoli nel momento del pericolo. E’ una forza che abbatte ogni steccato, che supera anche quelle resistenze che si avvertono all’interno dell’Europa circa gli aiuti economici. La Germania ci sta aiutando nell’accogliere pazienti che provengono dalle intensive sature degli ospedali lombardi ma si avverte una resistenza sul dopo che invece si dovrebbe e senza indugio mutare in un sostegno concreto. Gli Stati Uniti impegnano 2000 miliardi di euro.

Se qualche mese fa, la parola “socialismo” avrebbe fatto sussultare Trump, oggi il Presidente è costretto ad impegnare il 10% del PIL americano per aiuti pubblici. Saltano gli schemi economici e filosofici del ‘900, laddove non è riuscito Marx quasi ci riesce il Corona virus. Tutti gli stati dovranno garantire la ripresa con dosi massicce di fondi pubblici. E’ una strada obbligata. Le principali aziende italiane della moda hanno riconvertito la produzione per fare mascherine, Ferrari e Fiat costruiscono ventilatori polmonari. Ecco il mondo è già cambiato. Quando finirà questo pandemonio e comincerà la ricostruzione bisognerà far tesoro di questo disastro. E ancora una volta vengono in mente alcuni passi dei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Nel tumulto della folla che protestava per la scarsità del pane, il Cancelliere di Milano Antonio Ferrer disse al suo cocchiere: “ Pedro, adelante con juicio” .
E’ toccherà anche a noi andare avanti con discernimento e prudenza.
Pubblico i dati complessivi della Protezione Civile senza specificare quelli delle province poiché sono dati incompleti. Si rischia di non rendere credibile il dato sull’andamento dell’epidemia. Sempre meno pazienti vengono ricoverati nei reparti di Rianimazione, si riducono in percentuale i numeri del contagio rispetto ai giorni precedenti così some si riduce il rapporto tra esami tampone effettuati e numero di positivi individuati. Nel Lazio raggiungiamo i 2.362 casi positivi con 1.062 ricoverati, 133 ricoverati in terapia intensiva,1.167 in isolamento domiciliare, 136 deceduti, 208 guariti, 2.706 in totale i casi esaminati. Le misure di isolamento e distanziamento sociale funzionano e perciò dobbiamo continuare a rispettarle. In Provincia di Latina giungiamo a 273 casi, così distribuiti: Aprilia 2, Latina 1, Terracina 1, San Felice Circeo 1, Lenola 1,Santi Cosma e Damiano 1, Itri 1, Fondi 1. I ricoverati sono 114, 19 i negativizzati, 12 i deceduti. 12 pazienti sono ricoverati allo Spallanzani, 6 presso l’Intensiva del Goretti di Latina, 19 presso Malattie Infettive del Goretti, 60 presso altri reparti del Goretti, 5 presso Medicina d’Urgenza del Dono Svizzero, 4 presso Malattie Infettive di Gaeta. I pazienti negativizzati sono 19, 7 ricoverati per altre patologie, 12 in osservazione al proprio domicilio. 1.294 persone sono in isolamento al proprio domicilio, 2.656 persone hanno terminato l’isolamento. Nessun paziente è nella Rianimazione del Dono Svizzero. Nessun paziente è giunto ieri ed oggi al Pronto Soccorso del Dono Svizzero.

FARMACI E SUCCEDANEI CONTRO IL CORONAVIRUS
30 MARZO 2020

La curva del contagio rallenta e dimostra in modo inequivoco che le misure del distanziamento sociale stanno funzionando. I dati di oggi, 30 marzo, confermano a livello nazionale il rallentamento della curva epidemica: l’incremento dei contagi totali giorno su giorno è adesso al +4,1% contro il +5,6% di ieri. Dal 26 marzo il dato si è dimezzato (era +8,2%). Il trend è in chiara riduzione dal 20 marzo, come confermato dall’Istituto superiore di Sanità. Ora non bisogna abbassare la guardia. La pandemia ha cambiato il mondo. Pensate solo alle reti e alle piattaforme telematiche con le quali le persone comunicano, le amministrazioni pubbliche governano, le imprese telelavorano. Ma non sarà solo su questo tema che si tradurrà un prima ed un dopo. La condizione economica e sociale di tutti i paesi del mondo, nel tempo di alcune settimane è radicalmente mutata. La recessione è già in atto. E la ripresa sarà lenta, con deficit al 6,6% del Pil e debito al 150%. E qualcuno teme danni permanenti ma ora occorre adottare misure di sostegno per sopravvivere e una volta cessata questa epidemia bisognerà di sana pianta ricostruire il mondo intero.

Quali gli indirizzi, cosa si ricomincerà a produrre, come si dovrà affrontare il vivere nel futuro. Ancora troppo presto per dirlo. Alcuni ci si stanno già cimentando, gli economisti di sicuro ma il fronte con l’epidemia è ancora troppo caldo. Il contagio rallenta ma restano aperti ancora molti problemi a riguardo di questo virus venuto da oriente (dicono) che è più debole e letale della SARS e di Ebola ma micidiale per contagio e quanto alla mortalità ancora non è dato sapere. In Italia si potrà decifrare qualcosa quando dalle cartelle cliniche emergerà il dato vero tra deceduti per corona virus e deceduti per altre cause, ivi comprese quelle da influenza stagionale. Compito non facile. Intanto sono stati autorizzati in Italia i farmaci antimalarici a base di clorochina e idrossiclorochina. Da oggi sono a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale per il trattamento dei pazienti affetti da infezione da Sars-CoV2. Anche il Remdesivir, farmaco utilizzato nell’ebola, è stato entrato nella sperimentazione autorizzata da AIFA, che ha dato l’ok anche alla la sperimentazione sul farmaco giapponese Avigan, già avviata in Veneto e Piemonte.

Mentre parte oggi un nuovo studio clinico, anche questo autorizzato dall’Aifa e che vedrà coinvolti quattro grandi ospedali italiani. Valuterà l’efficacia e la sicurezza di due farmaci biologici in uso per patologie autoimmuni, anakinra ed emapalumab, nel trattamento delle complicanze da Covid-19. Negli Stati Uniti è stata avviata la sperimentazione del primo farmaco anti Covid-19. Si chiama Eidd-2801 e “migliora la funzione polmonare, riduce la carica virale e la perdita di peso”. Funziona, per ora, solo sui topi. E’ nato dal laboratorio di uno scienziato che ai coronavirus dedica il suo lavoro da 35 anni. Ralph Baric studia i virus da trenta anni (in particolar modo i corona) e dirige il laboratorio di immunologia e microbiologia dell’università del North Carolina.Qualcuno si affida all’inossidabile oggetto della tradizione scaramantica napoletana con il corno antivirus. Come dicevo in premessa, il contagio rallenta ma il superamento delle misure di isolamento e distanziamento sociale è un capitolo tutto da scrivere. E’ probabile che il primo sostanziale allentamento delle misure avverrà attorno al 10 di maggio. Veniamo ai dati di oggi. Il Lazio aumenta dal 28 al 29 marzo i contagiati di 181 unità, il 30 marzo si registra una crescita di 130 unità.

Calano anche i ricoveri: dal 28 al 29 sono 77 unità, il giorno successivo 30 marzo aumentano i ricoveri di sole 17 unità. Vedremo nei prossimi giorni se si conferma il calo e se le misure di contenimento adottate siano riuscite ad ottenere questo dato che, se confermato, è eccellente. Nella Provincia di Latina ci sono 8 nuovi casi positivi (tot. 281), ricoverati 117, negativizzati 19, decessi 12. Il 27 marzo abbiamo + 13 contagiati, il 28 ci sono + 14 contagiati in più, il 29 marzo + 9, il 30 +8. Vedremo domani se continua anche qui il rallentamento. I pazienti attualmente ricoverati sono 117, i negativizzati sono 19, i decessi 12. I nuovi casi positivi (+8) si distribuiscono così: Aprilia (+ 5),Latina (+1), Fondi (+1),Sabaudia (+1). I ricoverati sono (12) Spallanzani, (20) Malattie Infettive Goretti, (63) altri reparti del Goretti, (5 Medicina d’Urgenza – 2 convalescenti Medicina) “Dono Svizzero – (5 convalescenti) Malattie Infettive Gaeta. 3 casi sospetti sono risultati poi negativi. I pazienti trattati al “Dono Svizzero” con il Tocilizumab (testato al Cotugno di Napoli) sono sostanzialmente migliorati. La terapia che riduce l’aggressività della polmonite da Covid – 19 funziona. Oggi, come ieri, nessun ricovero al “Dono Svizzero”. Incrociamo le dita. Un saluto oggi va al Primario del Pronto Soccorso – Medicina d’Urgenza Dr. Paolo Nucera, ai dottori Carlo Catenaccio, Luigi Fusco, Gianfranco Rossini, e alle dottoresse Anna Dell’Aversana, Rosa Modesto, Maria Grazia Moretta, Sabrina Vaudo.

You must be logged in to post a comment Login