Golpe in Turchia: le riflessioni di Roberto Saviano

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Le immagini dei carri armati per le strade della Turchia ieri notte mi hanno rimandato al passato. Mi hanno rimandato al Cile e al governo violato di Allende; alla Praga di Dubček occupata e sconfitta; alla protesta di piazza Tienanmen trasformata in un massacro dal governo cinese; al tentato golpe russo contro Gorbaciov. Ma i carri armati turchi di ieri notte sembravano diversi: li ho visti come cingolati contro il potere totale e corrottissimo che Erdogan ha realizzato. Erano in molti, infatti, ad applaudire ai blindati come alla possibilità di porre fine al neo-ottomanesimo di Erdogan. Erano anche in molti a difendere il presidente-sultano. Ora si torna al controllo islamista, alle elezioni truccate, alle torture in carcere, al controllo dell’informazione. Il golpe è fallito anche perché i soldati ribelli non hanno voluto sparare sulla folla: l’Europa salvi i soldati golpisti, che non hanno alzato le mani sui civili. Dia loro asilo, non li lasci nelle carceri di Erdogan.

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