Grecia, trionfa Tsipras: “Troika è il passato”. Ma per la maggioranza gli mancano due seggi

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TENE – Syriza, il partito di sinistra di Alexis Tsipras, ha stravinto le elezioni in Grecia. I dati reali, con lo spoglio oltre l’80%, assegnano alla coalizione di sinistra circa il 36%, contro il 28% di Nuova Democrazia, secondo partito. Syriza dovrebbe ottenere 149 seggi su 300, due meno della maggioranza assoluta. Le proiezioni, a spoglio ancora in corso, dicono che dovrebbe arrivare al massimo a 150 seggi.

A seguire, i neonazisti di Alba Dorata si affermano come terzo partito, con poco più del 6%, mentre To Potami (centrosinistra), Kke (comunisti) e Pasok (socialisti), Anel (indipendenti) sono tutti tra il 4 e il 6%: avranno tra i 13 e i 16 seggi a testa. Tutti gli altri partiti non superano il 3%.

Alexis Tsipras quindi diventerà il nuovo premier greco, il più giovane degli ultimi 150 anni. Ma se non arrivasse a 151 seggi come sembra probabile, dovrà cercare un alleato che possa portargli qualche voto. Come To Potami, il cui leader si è detto pronto all’appoggio esterno, anche se il movimento non è disponibile per entrare al governo. Più difficile un’intesa con il Kke: Dimitis Kutsoumbas a spoglio ancora in corso ha detto che “con Tsipras non cambierà nulla” e che Syriza “continuerà le politiche di austerity”.

Davanti ai suoi, Tsipras ha parlato intorno alle 22.30 (foto – video): “I greci hanno mostrato la strada del cambiamento all’Europa”, parlando di “nuova Europa basata sulla solidarietà” e definendo la Troika “una cosa del passato. Il voto contro l’austerità è stato forte e chiaro”. E poi ha teso una mano alla Ue: “Troveremo con l’Europa una nuova soluzione per far uscire la Grecia dal circolo vizioso dell’austerità e per far tornare a crescere l’Europa. La Grecia presenterà ora nuove proposte, un nuovo piano radicale per i prossimi 4 anni”.

Un voto quindi storico per il movimento guidato da Alexis Tsipras, che si afferma sull’attuale maggioranza guidata da Antonis Samaras, premier conservatore. “Oggi si fa la storia, riconquistiamo la democrazia”, aveva detto Tsipras al seggio di Kipseli, quartiere popolare e multietnico di Atene dove vive e ha votato. E alla folla di giornalisti e simpatizzanti: “Il futuro non è l’austerità”.

Nuova Democrazia ha ammesso prontamente la sconfitta, pur difendendo la bontà della sua politica economica. L’ormai premier uscente Samaras ha tenuto una conferenza stampa: “Spero che non si avverino le mie previsioni” sulle conseguenze della vittoria del partito Syriza di Alexis Tsipras “ma dovevo avvertire”. Samaras aveva accusato Tsipras di non volere il salvataggio della Grecia, sostenendo che Syriza in caso di vittoria avrebbe portato il Paese in bancarotta e fuori dall’euro, facendolo diventare “un secondo Venezuela o una seconda Corea del Nord”.

Dalla Germania si è già fatta sentire la voce del presidente della Bundesbank, intenzionato a non far sconti alle politiche anti-austerity del futuro governo: “La Grecia rispetti gli impegni internazionali”, ha detto Jens Weidmann. Le parole di Weidmann esprimono la preoccupazione dell’Europa per il primo governo della zona-euro apertamente impegnato a cancellare le condizioni di austerità su cui si basa il programma di salvataggio del Paese, sostenuto dalla cosiddetta Troika (Ue, Bce e Fmi). Nel programma elettorale di Tsipras ci sono il taglio del debito da trattare con l’Ue, l’aumento delle pensioni e degli stipendi, il taglio delle tasse: tutte misure che Syriza ritiene “emergenze umanitarie”, ma che sono l’opposto di quanto richiesto dalla Troika e per questo preoccupano le istituzioni europee e i guardiani del rigore.

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