Ieri San Erasmo; finì a Formia dopo stenti e forse torture subite durante il viaggio da Antiochia verso Roma

20140602_180737

A Roma, a Roma. Era la capitale dell’Impero, tutto si compiva lì ed era Roma che il Cristianesimo doveva conquistare. Per tali ragioni Erasmo mosse da Antiochia per raggiungere Roma.

Ecco alcune notizie storiche:
Le prime notizie attestanti il culto del santo risalgono al Martirologio Geronimiano, che già ne riporta la memoria al 2 giugno. San Gregorio Magno poi, in una lettera, riporta che il corpo del vescovo Erasmo era custodito nella chiesa di Formia e che a lui erano dedicati due monasteri, uno a Napoli e uno presso Cuma. A seguito della distruzione di Formia da parte dei saraceni nell’842, le reliquie furono trasferite a Gaeta e nascoste nella chiesa di Santa Maria, dove furono ritrovate nel 917 dal vescovo Bono[2]. Sant’Erasmo fu quindi proclamato patrono della città e, meno di un secolo dopo, papa Pasquale II consacrò la nuova cattedrale sotto il titolo di sant’Erasmo e della Vergine Maria.

Durante il Medioevo il suo culto si consolidò e venne inserito tra i cosiddetti Santi ausiliatori[2], quale patrono dei marinai e protettore dei malati di stomaco, per via della tradizione che nel martirio fosse stato eviscerato da un argano. In realtà non esistono fonti agiografiche che parlino di questo supplizio. Probabilmente le prime raffigurazioni del santo lo ritraevano, quale patrono dei marinai, accanto ad un argano, che, nell’immaginazione popolare, divenne strumento di martirio.

La memoria liturgica si festeggia il 2 giugno.

A Gaeta, dove è copatrono con San Marciano, gli è dedicata la cattedrale.

Il culto di San’Erasmo è molto vivo a Lerici, dove il primo sabato di luglio si tiene una grande processione notturna nella baia illuminata con migliaia di lumini. La statua lignea viene trasportata per le vie del borgo e poi a bordo di un traghetto scortato da numerose barche ornate a festa viene condotto nei vicini borghi di Tellaro e San Terenzo.

Dal santo prende nome anche l’isola di Sant’Erasmo, situata nella zona nord della laguna di Venezia.

Lunedì 2 giugno 2014: a Gaeta brontolano per Sant’ Erasmo i cui festeggiamenti non sarebbero all’altezza di un Santo Patrono. Avevo chiesto a Raffaele se era vero che avevano declassato Sant’ Erasmo da patrono di Gaeta ed indicato al suo posto San Nilo. Raffaele partì in quarta, si produsse in una reprimenda contro il parroco e la festa di San Nilo: e va bene la sirena del nautico che suona a mezzogiorno, e ci può stare il bing bang dell’orologio di Gaeta ma ora ci si mettono pure le campane che don Cairo ha voluto a San Nilo. Questo fatto delle campane altisonanti c’era anche a Gianola dove prima don Cairo era parroco. Restava il dubbio del declassamento: possibile che a Gaeta nessuno avesse fiatato di fronte a tale forzatura. Chiamo l’ex Sindaco D’Amante per chiedere lumi. No, Sant’ Erasmo resta patrono di Gaeta ma il parroco se ne frega di festeggiarlo degnamente e così fanno solo una breve processione che esce alle 20 e rientra alle 21. Mi spiega che San Nilo, dove è parroco don Antonio Cairo, è stato proclamato “civis caietanus”: fervida inventiva per salire di grado. Lì fanno la festa al pari di Sant’ Erasmo di Formia, con bande, fanfare e tanti botti, oltre alle solite campane altisonanti. Il solito Raffaele dice che corrono tanti soldi per festeggiare un santo che neanche è il patrono di Gaeta. Mi avvio verso la chiesa di S. Erasmo a Castellone.

20140602_112655

L’omelia del Vescovo che indica la testimonianza di Sant’Erasmo come stile di vita che poi è quello del Vangelo: vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo. Fabio Bernardo d’Onorio cita degli esempi che inducono ad un ragionamento più ampio. Osserva che sui manifesti da lutto vengono inserite effigi di santi, San Giovanni, Sant’Erasmo, San  Pio da Pietralcina detto “Padre Pio”, mentre andrebbe solo  inserito il volto di Gesù. Mi ricorda Bersani quando parlava del PD definendolo “la ditta”. Ecco è più giusto inserire sui manifesti “la ditta” ovvero Gesù. Purtroppo la spinta politeistica dei santi è sempre molto forte. Molte persone mostrano devozione piuttosto per alcuni di essi che non per il vero protagonista del Vangelo e dei suoi insegnamenti. I miracoli son sempre più i santi a farli, anche quelli più strani ed illogici. Una volta una persona, molto nota a Formia, ebbe a dirmi:”Padre Pio è veramente un santo”. Gli chiesi cosa mai lo avesse  colpito. E questi mi fa:”l’ho pregato tanto per far morire una persona ed egli mi ha esaudito. Un vero e proprio miracolo!”. Gli replicai  che appariva assai strano e singolare come miracolo perchè in genere i miracoli si traducono in fatti positivi. Ora per quanto una persona potesse apparire odiosa addirittura Padre Pio interviene   per toglierli la vita? Confesso che ancora oggi quando ripenso a quello scambio di battute mi viene da sorridere. Eppure statue di padre Pio sono presenti a piazza S. Giovanni, Scacciagalline e a largo Berlinguer. Insomma non è sufficiente un Padre Pio unico, che valga per tutti. Ogni quartiere ne vuole uno. Infine si aggiungono anche gli ex aviatori che vogliono il monumento all’aviatore. Naturalmente sono ex che hanno “fatto il militare” in aviazione ma  che non hanno mai volato nè combattuto e però hanno fatto giungere a Formia la coda di un aereo per cingerla di marmo e farne il luogo delle parate. Un altro tassello alla bruttezza della città. Non capisco perchè non possano ricordare gli aviatori con un bassorilievo.

20140602_120323

Don Alfredo interviene a conclusione della messa solenne invitando le autorità ad impegnarsi di più nella lotta contro il gioco d’azzardo a cominciare dalle slot machine. La ludomania rovina tante persone, però sui “gratta e vinci”, i vari “turisti per sempre” e tutte le altre lotterie, bingo e accidenti simili, lo Stato introita molti soldi. Bisognerebbe cominciarci a rinunciare anche se incrementerebbe il gioco clandestino.

Le autorità civili, quest’anno, sono diminuite di numero. Alla messa solenne il Sindaco è in prima fila con accanto Michele Forte che dopo la botta elettorale pare risuscitato come l’araba fenice, poi gli Assessori Zangrillo e Masiello. In seconda fila il Presidente del Consiglio Tallerini ed i consiglieri La Mura e Riccardelli. C’è anche Erasmo Picano. Nel pomeriggio, in processione, ci saranno il consigliere regionale Simeone e qualche altro consigliere comunale. E’ sempre così. Le prime processioni dopo le elezioni locali vedono una folta presenza di eletti, poi già nell’anno successivo si vedono solo quelli che, nelle solennità civili e religiose dei santi patroni, ci sono sempre. Lungo il percorso Simeone si sgancia all’altezza della villa comunale, così fa pure Michele Forte assieme a La Mura e Riccardelli, Picano va via all’angolo di via XX settembre-lavanga. Al rientro del santo in chiesa restano il Sindaco e qualche consigliere ma ormai non ci sono più folle a cui mostrarsi, c’è solo don Alfredo tenace nella preghiera e nello spirito di comunità. Anche quest’anno Salvatore Assaiante, detto “tore spaccone”, saluta romanamente S. Erasmo all’angolo di Via degli Olivetani. I fuochi d’artificio, belli ma disturbati dal fumo, portano via anche la festa di quest’anno. FC

You must be logged in to post a comment Login