IL BANCO DI PROVA DELLA COMUNITA’ DI FORMIA

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Come può progredire una Comunità se le sue rappresentanze istituzionali, maggioranza e opposizione, non riescono a confrontarsi sui problemi e a trovare quella condivisione necessaria per risolverli? Sembra ormai che la competizione politica, invece di manifestarsi nelle capacità di proposta/concretizzazione, si esaurisca in una reciproca e continua delegittimazione con conseguente demolizione dell’operato precedente. Non possiamo continuare ad indugiare su temi ormai dirimenti per il futuro stesso della nostra città, quali infrastrutture, ad esempio, Urbanistica e lo stesso Piano Regolatore Generale. Nel 1999 fu adottato quello di Vezio De Lucia, che, pur ammettendo la sua irrealistica previsione della demolizione della Litoranea, aveva comunque un impianto razionale, una visione di città. Nel 2001 arriva l’amministrazione di centro destra di Michele Forte ed il Piano viene revocato.

Furono poi incaricati per una nuova progettazione Samperi e De Benedetti (architetti di Roma) per 128 mila euro senza cavarne alcunchè. Si tentò di riconvertire l’area della ex D’Agostino, stipulando prima una convenzione con destinazione prevalente a servizi (anno 2000), poi una con destinazione residenziale e servizi (anno 2007): per due volte il centro destra con Michele Forte le revocò. Stessa storia per la portualità turistica. Nel 1999-2000 il centro sinistra con Bartolomeo ipotizzò la riconversione del porto commerciale in turistico con un concorso di idee finanziato dalla Regione Lazio. Niente da fare, il centro destra tornato alla guida della città, fece un bando/concorso per un porto ad ovest verso il Caposele. Nel 2003 ritornò il centro sinistra con Bartolomeo e il porto fu progettato a 300 metri oltre la diga foranea con il molo rivolto a levante. Quel progetto è lievitato fino a 149 milioni di euro e resta ancora lì, irrealizzato. Nel 2008 col ritorno di Michele Forte si spendono oltre due milioni di euro di fondi europei (2010) per un attracco (improbabile) per navi da crociera al di qua della diga foranea. Si tratta di una errore madornale sotto il profilo tecnico e di investimenti di danaro pubblico.

Stessa dinamica del cuci e scuci per la viabilità: nel 2000 fu appaltato un progetto di pedemontana ad una galleria (60 miliardi di lire) ma nel 2001 Michele Forte spinse l’ANAS a revocare il progetto che infine morì per aver raggiunto il costo astronomico di 753 milioni di euro. La progettazione costò ben 5 milioni di euro, nei fatti fu un’operazione finanziaria che avvantaggiò solo la società di progettazione. Quattro milioni ed ottocentomila euro (PRUSST e fondi regionali) finalizzati (dal centro sinistra) al collegamento del piazzale della stazione con via Solaro furono utilizzati dal centro destra (2009) per realizzare la piazza (orribile visu) della stazione con il percorso fino alla darsena della Quercia. Ed ancora il problema della viabilità e del traffico resta in gran parte insoluto. Sicuramente un tema complesso, che fa i conti con 22 mila e quattrocento veicoli immatricolati su Formia ed in gran parte circolanti su strade ed aree della città.

Dunque va terminato l’iter del piano del traffico e della sosta, vanno ipotizzate soluzioni alla circolazione interna con opere pubbliche altrettanto indispensabili. Vi è innanzitutto da ricucire la cesura della litoranea che separa Formia dal mare: la criticità maggiore riguarda largo Paone/Ponte Tallini dove tutto viene sacrificato alla circolazione e al traffico. Abbiamo avanzato proposte di interramento del tratto litoraneo dentro un riordino di funzioni e di riqualificazione della costa. Si tratta di interventi economicamente sostenibili anche con il coinvolgimento di investimenti privati e pubblici. A questo proposito presenteremo a breve un progetto di pista ciclo-pedonabile da realizzare con fondi europei che rappresenti, al tempo stesso, una via di mobilità leggera (bici) e passeggiata pedonale sul mare alternativa alla litoranea. Infine un altro punto nodale riguarda la circolazione di Penitro dove i lavori del ponte interrotto devono essere realizzati con somma urgenza. Aver evitato il Commissariamento del Comune di Formia sarà stato utile solo se ci occuperemo realmente di questi temi e problemi, confrontandoci su possibili soluzioni, recuperando ritardi, posizionando la città di Formia in uno sviluppo sostenibile e di qualità che, ormai, è tempo di garantirle.
Partito Democratico Formia Circolo “Giuseppe Piancastelli – Giuseppe Diana”, il Coordinatore dr. Francesco Carta.

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