IL PARADOSSO: CHI DIFESE LA SORGENTE FINISCE NEL TRITACARNE DELLA “DISINFORMATIA” – Le bugie di Totò Calvano e l’archiviazione dell’indagine su “Le Fosse” La relazione del sostituto Raffaella Falcione

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Conferenza stampa a Latina di Sandro Bartolomeo e Francesco Carta sulla vicenda “Le Fosse” subito dopo l’archiviazione nel 2011.

Oggi pomeriggio alle ore 16 si è svolta a Latina, alla presenza degli avvocati Luca Giudetti e Dino Lucchetti, una conferenza stampa del Capogruppo Consiliare del Pd di Formia Sandro Bartolomeo e del Coordinatore del Circolo Piancastelli-Diana di Formia Francesco Carta.

Durante la conferenza stampa sono stati presentati alcuni documenti, tra i quali il Decreto di Archiviazione del procedimento penale avviato contro i suddetti ed altri (Rossi Pietro, Lefano Francesco, Forte Lucio, Cannavale Erasmo, Terreri Marilena, Caramanica Giuseppe, Calvano Antonio, Occipite Di Prisco Francesco).

I reati contestati andavano dall’associazione a delinquere all’abuso in atti d’ufficio e per alcuni anche corruzione.

Il Pubblico Ministero dott.ssa Raffaella Falcione, nel decreto d’archiviazione, fa piena luce sugli accadimenti e rende ancor più strabilianti le incongruenze di tutto l’impianto accusatorio.
Partiamo dal comunicato del Dirigente del Commissariato Della Polizia di Stato di Formia Dr. Cristiano Tatarelli emesso in data 17 ottobre 2008.

Formia 17 ottobre 2008 – Di seguito a mirate indagini svolte da questo Ufficio in ordine ad infiltrazioni della criminalità organizzata volte ad effettuare speculazioni edilizie sul territorio del Comune di Formia con la complicità di funzionari e amministratori locali, sulla base di quanto accertato e trasmesso all’A.G. con una corposa informativa di reato,…

…il sost. Proc. della Procura della Repubblica di Latina, dr.ssa Falcione, ha emesso un decreto di sequestro di tutti gli atti e documenti inerenti la costruzione di un grosso complesso immobiliare, presenti presso gli Uffici Tecnici del Comune di Formia.

Nella mattinata odierna personale di questo Commissariato ha dato esecuzione al decreto sequestrando, presso l’Ufficio Tecnico del Comune, tutta la documentazione, accertando altresì che erano state da pochi giorni rilasciate le necessarie autorizzazioni urbanistiche.

L’indagine vede coinvolti imprenditori locali e del casertano e mira ad accertare anche attività di riciclaggio di denaro proveniente da delitti in speculazioni immobiliari.
Infatti, risultano interessate all’operazione imprenditoriale ditte e società collegate con esponenti della criminalità organizzata campana, e in particolare con il clan dei Casalesi.

Sulla base dei progetti presentati sul sito, adibito in passato a discarica, dovevano essere realizzate abitazioni, un centro congressi, ristoranti ed alberghi, ma la zona, da un punto di vista idrogeologico, è sottoposta a vincoli.

Le indagini sono state avviate con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Roma e poi continuate dalla Procura della Repubblica di Latina.

Due sono i passaggi forti: la collusione tra delinquenza organizzata ed amministratori locali e funzionari, violazione di vincoli e norme nell’approvazione del progetto e nel rilascio del permesso di costruzione.

Riportiamo testualmente quanto descritto nel Decreto d’Archiviazione: “che le fasi procedurali seguite dalle amministrazioni interessate sono state rispettose dei dettami imposti dalla legislazione di riferimento in materia di accordi di programma in variante urbanistica ed in particolare delle disposizioni di cui all’ex art. 34 del decreto legislativo 18/09/200 n°267”.

Quanto al profilo geologico non sono state accertate cause di pericolosità dell’intervento, né riconducibili alla morfologia del terreno né alla presenza della sorgente Mazzoccolo, che risulta, di fatto, protetta dal cospicuo spessore della formazione marnosa-argillosa ivi presente (cfr. in particolare Relazione Geologica dr. Piccozza).
I CTU evidenziano, altresì, che l’intervento in questione (Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio PRUSST) riveste indubbio interesse pubblico, soprattutto in relazione alle aree da cedere al Comune di Formia ed alle aree da destinare a verde e/o da bonificare/ripristinare (circa 3 ettari).

Il Decreto fa poi riferimento al fatto che nel 2002 (Amministrazione di Centro Destra Assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Simeone n.d.r.) il progetto veniva ampliato con l’inserimento di volumetrie residenziali sulle quali però la regione Lazio, in Conferenza dei Servizi, esprimeva parere negativo.

Continua il PM Falcione:“Orbene, proprio a causa del parere negativo espresso dalla Conferenza dei Servizi, l’intervento veniva rimodulato (amministrazione di Centro Sinistra n.d.r.) con l’eliminazione della previsione di edilizia residenziale e traslando l’ubicazione dell’intervento rispetto alla zona di dissesto idrogeologico così da eliminare le interferenze con la sorgente Mazzoccolo”.

Tanto premesso, il decreto continua con la ricostruzione delle fasi del procedimento penale. “ nel corso di indagini condotte dal Commissariato PS di Formia nell’ambito del procedimento n. 28230/03 iscritto presso la Procura di Roma (n.140/04 DDA) il Commissariato di Aversa segnalava che “non identificati soggetti collegati con il noto Clan dei Casalesi” dovevano avviare una grossa speculazione immobiliare in Formia; gli UPG del Commissariato di PS,quindi, dopo una prima indagine conoscitiva, ottenevano l’autorizzazione a dare corso ad attività tecnica di intercettazioni telefoniche per monitorare Mastrominico Pasquale ; Lefano Carmine e Calvano Antonio che a dire della PG era “vicino” alla famiglia dei Bardellino quindi al Clan dei Casalesi.

In particolare, secondo l’ipotesi investigativa prospettata dalla PG, l’acquisto dell’area sarebbe avvenuto al fine di “impiegare” denaro della Camorra e, dopo la presentazione del PRUSST, il M. ed il L. avrebbero esercitato “pressioni” sui vari pubblici amministratori e tecnici coinvolti nell’iter d’adozione, affinchè riesaminassero il programma, in precedenza respinto, soprattutto in virtù delle pregiudizialità idrogeologica dello stesso.

Il 18 gennaio 2008 il GIP di Roma disponeva l’archiviazione del procedimento precisando che gli indagati “…appaiono intrattenere solo rapporti occasionali con organizzazioni mafiose, rapporti che per di più non appaiono neanche essere fonte di particolari benefici, come è dimostrato dalle difficoltà burocratiche da loro incontrate per la realizzazione di alcuni progetti imprenditoriali”.

In data 19 febbraio 2008, quindi, il PM della DDA di Roma trasmetteva gli atti a questo ufficio di procura, per competenza territoriale, ritenendo che dalle intercettazioni emergesse un’ipotesi di corruzione a carico di Lefano Carmine e Mastrominico Pasquale senza, peraltro, indicare i nominativi soggetti asseritamente “corrotti” da iscriversi anch’essi nel registro degli indagati.”

A questo punto la dott.ssa Falcione muove un rilievo strabiliante che lascia veramente sorpresi.
“Premesso che lo stesso PM della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Roma indica quale quadro indiziario il contenuto delle intercettazioni non tenendo conto che le stesse, essendo state disposte in altro procedimento (riciclaggio aggravato dall’art. 7 L. 152/91), non sono utilizzabili in quanto per il reato di cui all’art. 319 c.p. (corruzione) non è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza, si ritiene comunque opportuno esaminarne il contenuto”.

Dunque tutto l’impianto accusatorio si basa su intercettazioni che oltretutto non si dovrebbero utilizzare essendo state disposte per altre indagini. A questo punto appare ovvio chiedersi o meglio chiederlo alla Polizia cosa centri la camorra se il PM della DDA ha archiviato il procedimento.

E’ ipotizzabile che la Polizia non sapesse con quali motivazioni il PM della DDA aveva trasmesso gli atti alla Procura di Latina? Non sapeva che il procedimento relativo alla Camorra, di competenza esclusiva della DDA, era stato archiviato?

Perché tira fuori ancora questa storia nel comunicato stampa?

(“Di seguito a mirate indagini svolte da questo Ufficio in ordine ad infiltrazioni della criminalità organizzata volte ad effettuare speculazioni edilizie sul territorio del Comune di Formia con la complicità di funzionari e amministratori locali, sulla base di quanto accertato e trasmesso all’A.G. con una corposa informativa di reato,… )

Le sole e semplici intercettazioni nelle quali il PM della DDA ipotizza reati di corruzione e per questo le trasmette alla Magistratura ordinaria costituirebbero: “…una corposa informativa di reato che dimostrerebbe la complicità di funzionari ed amministratori con la delinquenza organizzata…”???

IL PRINCIPE ANTONIO DE CURTIS, IN ARTE TOTO’, DIREBBE: MA MI FACCIA IL PIACERE!!!

Seguiteci: vi racconteremo ancora altri particolari per farvi scoprire: il REGISTA OCCULTO!

Il seguito. Riprende la dott.ssa Falcione: “Orbene, dall’ascolto delle numerosissime conversazioni intercettate (e riassunte in stralcio dalla PG nella Informativa conclusiva del 6 febbraio 2008 emerge senza dubbio che il M. ed i L. C. ed F. (padre e figlio) avevano un acceso interesse ad una rapida approvazione del PRUSST e che l’iter di approvazione dello stesso, prima di perferzionarsi, ha necessitato di numerosi interventi di modifica e/o rettifica dei progetti al fine di ottenere i necessari pareri favorevoli. Al riguardo nel corpo delle conversazioni intercettate si parla di una serie vorticosa di contatti e di incontri tra i privati imprenditori ed i pubblici ufficiali competenti nelle varie fasi del programma.

Invero, il contenuto di alcuni colloqui desta elementi di sospetto, così come evidenziato dal PM della DDA di Roma, ma in nesuna delle conversazioni intercettate emerge con la dovuta determinazione e chiarezza che i pubblici amministratori abbiano ricevuto dazioni di beni o altre utilità o, al contrario, abbiano esercitato pressioni sui soggetti privati per ottenere da questi indebite elargizioni.
In particolare, si segnalano, a titolo di esempio quali più significative, le conversazioni tra L. F. e F. L. (tecnico di fiducia di L.) e tra L.F. e L.C..

Nel corso della prima conversazione si parla della necessità di apportare una modifica/adeguamento al programma; ad un certo punto del colloquio i due parlano di “riempire qualcuno di birra…perché quà lo studio funziona a birra” senza fare alcun riferimento al soggetto di cui stanno parlando.
Solo in una fase si parla di tale P. e di una non meglio identificata pregressa questione che sarebbe stata risolta in “altro modo”. Orbene, secondo la PG, il P. in questione si identifica in R.P. incaricato per l’ASL al rilascio del parere sanitario.

Nella seconda conversazione i due L. parlano di pareri necessari, ed in particolare di quello idrogeologico, e di un qualcuno (che sembra si identifichi nel citato F.L.) che gli ha chiesto 500 euro, asseritamente per corrompere P.R., ma gli stessi interlocutori paventano il fatto che L. (il loro tecnico di fiducia) li inganni: L.C. dichiara:”…quello se li piglia lui (ossia F.L.)”.

Infine, si segnala la conversazione in cui L.F. parla con S.E. e si informa se un soggetto, non specificato, preferisca la carne o il pesce come regalo di Natale.
La PG ipotizza che il destinatario del regalo sia C. B., Architetto della Regione Lazio, in virtù di una successiva telefonata tra il L. ed il C. in cui i due parlano di un incontro per scambiarsi gli auguri di Natale senza fare alcun riferimento a regali di alcun genere.

Dunque la corruzione si dovrebbe basare su queste conversazioni nelle quali si parla di 500 euro ( che gli stessi proprietari tendono ad escludere) e la “spasella” di pesce da recapitare a Natale ad un funzionario della Regione.
Sembra proprio di assistere ad un film: “ Totò e le fosse”.
Così continua decisa e puntuale la dott.ssa Falcione: “ Peraltro, si rileva che le intercettazioni telefoniche risultano cessate nel luglio 2006 e, né nel corso di detta attività tecnica né in epoca successiva (fino al febbraio 2008 epoca in cui è stata redatta la CNR conclusiva), risulta compiuta, d’iniziativa della PG o su delega del PM, alcuna significativa attività investigativa volta all’acquisizione di elementi esterni di riscontro per comprovare l’ipotesi della corruzione, in considerazione del fatto che le risultanze delle intercettazioni non sono sono soggette ai canoni di cui all’art. 192 comma 3 c.p.p. solo laddove contengano una precisa accusa in danno di terze persone.

Per quanto attiene la provenienza del denaro utilizzato da M. per l’acquisto dell’area nei primi anni ’90, le indagini condotte già all’epoca dei fatti (anno 2003) dal PM di Roma non hanno evidenziato alcunchè al riguardo neppure a livello indiziario, per cui, a prescindere dalla questione della prescrizione, era impossibile disporre alcun accertamento al riguardo.

Tutto ciò premesso, si ritiene che il PRUSST approvato con l’Accordo di Programma non presenta alcun aspetto di illegittimità (o addirittura profili di illiceità penale) benchè, in linea del tutto teorica, non può escludersi che, in virtù della mancata previsione espressa nella Variante al PRG del vincolo di inalienabilità degli immobili, e della conseguente mancata iscrizione dello stesso nei Registri Immobiliari, gli imprenditori avrebbero potuto in futuro ingannare i Notai sulla possibilità di alienare in singole parti l’intero complesso edilizio.

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari, pertanto, tenuto soprattutto conto delle risultanze della CTU, in cui si è accertato che le ragioni che hanno portato nel 2007 all’approvazione del PRUSST risiedono nella eliminazione della previsione di edilizia residenziale e nella traslazione dell’ubicazione dell’intervento stesso, non appaiono quindi idonei a sostenere l’accusa in giudizio potendosi ipotizzare sin da ora l’esito assolutorio di un eventuale dibattimento né appare possibile dare proficuamente corso ad ulteriore attività investigativa.”

Così il PM chiede al giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale in sede di voler predisporre l’archiviazione del procedimento che giunge a firma della dott.ssa Laura Matilde Campoli il 30 agosto 2011.

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