LA FORZA DELLA MOBILITÀ DEBOLE: Una pista ciclopedonale a Formia per un nuovo water front urbano. La passeggiata di Cicerone

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LA FORZA DELLA MOBILITÀ DEBOLE

Una pista ciclopedonale a Formia per un nuovo water front urbano. La passeggiata di Cicerone

Chi oggi a Formia volesse passeggiare avendo a fianco la spiaggia e/o il mare dovrebbe andare a Vindicio o a Gianola. Il centro cittadino è stato privato di tale possibilità dal passaggio della via Flacca, dalla presenza di infrastrutture portuali e cantieristiche e dalle proprietà private che lambiscono il demanio marittimo. Per i cittadini di Formia riappropriarsi di un rapporto intimo con l’acqua salata è stato sempre un obiettivo da perseguire. Le amministrazioni alla guida della città hanno cercato di declinare tale esigenza in vari modi, arrivando persino ad ipotizzare la demolizione di tratti della viabilità costiera (piano dell’arch. De Lucia).

L’idea progettuale di seguito descritta è quella di connettere, con un percorso ciclopedonale a confine con il mare, la spiaggia di Vindicio con il lungomare di Gianola.
La pista ipotizzata, sebbene abbia una sezione limitata (non più di quattro metri per buona parte del percorso), se accompagnata da una serie di iniziative urbanistiche, potrebbe essere il tratto di unione di un rinnovato water front cittadino, costituire una forte attrazione turistica per l’amenità di una parte dei luoghi attraversati e, soprattutto, rappresentare un nuovo modo di concepire la mobilità cittadina.

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La pista ciclopedonale si svilupperà su proprietà pubbliche e su aree demaniali. Partendo da ovest il percorso ipotizzato lambisce la pinetina di Vindicio e il porticciolo di Caposele. In corrispondenza di quest’ultimo è previsto l’allargamento e la continuazione (su passerelle in legno sostenute da pali infissi in acqua) dell’attuale “malo passo” che costeggia la garitta borbonica, fino all’area demaniale antistante quella che viene individuata come l’ex villa di Cicerone. Lungo il percorso, in corrispondenza delle mura a picco sul mare aperto, sono previste opere di protezione che, oltre alla funzione di difesa dall’erosione, serviranno come base di supporto per la pista ciclopedonale.

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In questa parte del percorso sono previste due iniziative urbanistiche: la creazione di un parco storico/archeologico e lo spostamento dei cantieri navali.
La prima iniziativa è la conferma della consolidata volontà della Soprintendenza e di tutte le amministrazioni che hanno governato Formia. A parte la disputa sull’acquisizione pubblica dell’area, oggi questo sito di pregio, in grado di fare la differenza in un’ottica turistica, è separato dalla città e dai suoi servizi da una viabilità longitudinale di superficie ad elevato traffico che lo penalizza.
La seconda iniziativa risponde all’esigenza di trasferire in un luogo più consono le attività dei cantieri navali. Essi oggi si trovano ad operare in ambiente urbano di tipo residenziale, con una logistica insoddisfacente. Il luogo ipotizzato per tale spostamento è la porzione sud occidentale del piazzale Vespucci. Qui, previo prolungamento verso ovest dell’antemurale, si potrebbero attrezzare piazzali e scali di alaggio protetti e con fondali adeguati. Per incentivare il trasferimento potrebbe inoltre essere previsto un approdo di servizio riservato alle attività dei cantieri.

L’area lasciata libera dai cantieri potrebbe essere riconvertita a grande piazza marina e divenire elemento portante di un riassetto urbanistico di un’area di quasi 10 ettari, comprendente l’ex Marina di Castellone confiscato alla camorra, il parco storico-archeologico ex villa di Cicerone, il porticciolo di Caposele con annesso teatro, l’area pubblica attrezzata sovrastante le grotte di S. Erasmo con i resti del muro e dei criptoportici di Nerva e il recupero naturalistico alla pubblica fruizione dei tratti di arenile presenti.
L’ipotesi progettuale prevede che la pista ciclopedonale colleghi tutti i luoghi citati, fino a raggiungere il piazzale Vespucci nei pressi dell’ex deposito del pesce. Dalla pinetina di Vindicio fino a quel punto saranno stati percorsi 1,4 km di quella che può essere definita come la “passeggiata di Cicerone”.
Per l’ex deposito del pesce è previsto il cambio di destinazione d’uso (es. casa delle associazioni) per costituire, insieme all’accesso privilegiato alla pista ciclopedonale (per la presenza dei parcheggi), una nuova polarità urbana.

DSC_1680 - CopiaDal piazzale Vespucci, rimodulando le aree di parcheggio che costeggiano la Flacca subito dopo la rotonda del porto, la pista ciclopedonale arriverebbe in corrispondenza della villa comunale. Qui sono previsti l’allargamento del marciapiede lato mare e alcune opere di mitigazione rispetto al traffico veicolare. L’opera è fattibile alla stregua di quanto già fatto all’altezza della darsena della Quercia.

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Il percorso successivo verso est impegna le are limitrofe all’attuale viabilità: complanare con essa nel tratto centrale; su sede sfalsata prima del viadotto di Mola. L’attuale ponte a due campate che costituisce l’ingresso della darsena di Mola verrebbe leggermente allargato (max. 2 metri), in modo che, insieme ad una rimodulazione della sezione della attuale strada litoranea, possa consentire in sicurezza il transito della pista ciclopedonale.
E’ questa una situazione poco soddisfacente se destinata a rimanere in tal modo per lungo tempo e non sarebbe all’altezza della bellezza del precedente percorso. Per questo motivo anche in questa zona sono previste altre iniziative urbanistiche che coinvolgano, in un unico progetto, la sistemazione di largo Paone, con l’interramento di un tratto di litoranea, la riqualificazione urbanistica dell’antico quartiere di Mola, con le sue connessioni con le retrostanti aree e la creazione di un porto turistico per la nautica minore.

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Proseguendo verso est la pista correrebbe sfalsata rispetto alla sede carrabile della Flacca, al di sopra dell’opera di difesa a mare presente in loco. Poco prima di raggiungere il viadotto la pista ciclopedonale si sdoppierebbe e i flussi pedonali sarebbero separati da quelli ciclabili. I primi correrebbero in quota, su una passerella a sbalzo di poco meno di due metri, ancorata alla base delle travate del viadotto. Il piano pedonale si troverebbe in tale maniera a circa due metri al di sotto del piano viario e sarebbe da questo separata da diaframmi in policarbonato e barriere di verde. I flussi ciclabili, superato con un ponticello il corso d’acqua presente in loco, percorrerebbero invece longitudinalmente, su sede riservata, il piazzale ricavato di recente alla base del viadotto. Alla fine di questo è prevista la riunificazione in un’unica sede della pista ciclabile e di quella pedonale.

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Fino a questo punto, partendo dalla pinetina di Vindicio si saranno percorsi 3,1 km, con una spesa pari a circa 3,2/3,5 milioni di euro di opere. Gli ulteriori 2,9 km. di pista, fino al lungomare città di Ferrara, sarebbero prevalentemente costituiti da una passerella di legno, posta a monte della spiaggia. Di questo percorso pare esista già un progetto, per cui si potrà utilmente fare riferimento ad esso.

Attraverso quanto rappresentato e dalle slide allegate si è cercato di dimostrare come sia possibile realizzare un percorso ciclopedonale lungo tutto il litorale della città di Formia, per una lunghezza complessiva di 8,1 km. Se iniziative analoghe fossero intraprese anche da Gaeta e Minturno, si potrebbero avere una pista di oltre 20 km. per tutto l’arco del golfo e un modo nuovo di vivere la mobilità nei tre comuni.

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