LA PEDEMONTANA PUNTATA 2

La pedemontana 2022 raccontata a puntate/2Dalla superstrada a monte Campese: non c’è pace tra gli ulivi (e tra le case)Il Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE) della nuova pedemontana è stato presentato dall’ANAS al vaglio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel novembre 2021. Il 30 marzo 2022, dopo una fase istruttoria, il Consiglio lo ha discusso, ammettendo alla seduta il sindaco di Formia ed il presidente della Provincia. Prima di intraprendere la descrizione del progetto, occorre chiarire subito che l’organo massimo dello Stato in materia di lavori pubblici non ha dato via libera al progetto, ma ha chiesto chiarimenti, integrazioni progettuali e approfondimenti sulle complesse tematiche che intervengono quando una strada attraversa un territorio fragile, fortemente vincolato dal punto di vista idrogeologico e ambientale e discretamente antropizzato in ampi suoi tratti. Quindi, allo stato, la palla è tornata all’ANAS, che dovrà pure tenere conto dei rilievi degli amministratori locali, di cui si dirà nei prossimi articoli, per quel poco che si conosce. Il progetto della nuova strada pedemontana è stato definito scremando progressivamente diversi possibili tracciati.

Il più idoneo scelto dai progettisti è stato quello denominato numero 3 e ad esso, nel prosieguo, si farà riferimento. La strada di progetto si sviluppa per 7,7 km. circa. La sezione stradale prevede una carreggiata complessivamente larga 10,50 m., costituita da due corsie, una per ogni senso di marcia, di 3,75 m. e da banchine laterali larghe 1,50 m. ciascuna. Secondo le norme tecniche ministeriali la strada è classificata come extraurbana secondaria (categoria C1). La nuova strada, ad est, inizia all’altezza di via Petra Erta dove, tramite rotatoria, avviene la connessione con la superstrada esistente. Di qui si sviluppa in direzione delle pendici di monte Campese, alle spalle dell’insediamento di Acqualonga. Questa parte iniziale di tracciato si svolge essenzialmente a raso, con trincee e rilevati importanti, in grado di mantenere regolare la livelletta stradale, ma occupando più suolo. La zona attraversata risulta moderatamente antropizzata, con manufatti residenziali e un discreto reticolo viario minore. L’interferenza con la viabilità locale viene risolta con modeste opere d’arte e, in alcuni casi, è prevista una nuova profilatura delle strade esistenti.

I terreni interessati sono per lo più oliveti, costituendo la parte ovest della zona degli “Archi”, famosa per le sue coltivazioni. Alle pendici di monte Campese è previsto un viadotto di circa 180 m. Esso serve a far guadagnare quota alla strada, perché deve arrivare alla zona collinare sotto Maranola,. Al termine del viadotto la strada imbocca la galleria naturale di progetto, denominata Madonna della Croce, lunga circa 900 metri, evidenziata con il segno tratteggiato nella figura allegata. In questa parte del tracciato i progettisti hanno evidenziato l’esistenza di problemi di carattere idrogeologico, che hanno richiesto la previsione di opere aggiuntive rispetto a quelle ordinarie di una infrastruttura stradale. Al termine della galleria si giunge alla zona denominata Piana, un compendio territoriale discretamente abitato e soggetto a piano particolareggiato a fini edilizi residenziali. Ne parleremo nel prossimo articolo.

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