LETTERA APERTA AL DR. CRISTIANO TATARELLI DIRIGENTE DEL COMMISSARIATO DI POLIZIA DI SCAMPIA

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Egregio dott. Cristiano Tatarelli, non avendo mai avuto l’occasione di incontrarla, le scrivo questa lettera aperta dandone pubblica informazione. Alcuni giorni or sono durante un’intervista di Lazio TV è nuovamente intervenuto sulla vicenda “Le Fosse” . Ella afferma che quell’indagine non poteva che finire in archiviazione in quanto si basava su indizi non suffragati dal riscontro dei fatti. Ora in seguito alle dichiarazioni di Antonio Iovine e all’arresto dei fratelli Mastrominico, Ella dà ad intendere che i riscontri ci sarebbero e che quindi, all’epoca, avrebbe visto giusto: collusione tra amministratori e clan camorristici. Nel suo comunicato stampa del 17 ottobre 2008, Ella affermava testualmente: “Di seguito a mirate indagini svolte da questo Ufficio in ordine ad infiltrazioni della criminalità organizzata volte ad effettuare speculazioni edilizie sul territorio del Comune di Formia con la complicità di funzionari e amministratori locali, sulla base di quanto accertato e trasmesso all’A.G. con una corposa informativa di reato,…” e poi ancora “Sulla base dei progetti presentati sul sito, adibito in passato a discarica, dovevano essere realizzate abitazioni, un centro congressi, ristoranti ed alberghi, ma la zona, da un punto di vista idrogeologico, è sottoposta a vincoli.” A fronte di queste perentorie affermazioni, Ella sapeva bene come, dalle intercettazioni condotte nell’inchiesta, non ci fosse uno straccio di telefonata da cui si potesse evincere una complicità o collegamento tra amministratori e clan camorristici.

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il Magistrato Raffaella Falcione

Quelli che ora definisce indizi ma che all’epoca indicava come “corposa informativa di reato”, presunta e desunta dai documenti sequestrati, sono stati clamorosamente smentiti dall’inchiesta che fu condotta dalla dott.ssa Raffaella Falcione con l’ausilio di ben quattro periti: Architetto Simonetta Angelucci, i Geometri Stefania Frasca e Dario Tarozzi, il Geologo Roberto Picozza.
Il progetto del PRUSST “Le fosse” non insisteva sui terreni di rispetto della sorgente Mazzoccolo, aveva seguito un iter amministrativo perfettamente regolare e trasparente, dimostrava che chi se n’era occupato, in qualità di amministratore, aveva agito in favore dell’interesse pubblico. Almeno su questi fatti, accertati dalla Magistratura, che smentiscono quel suo comunicato stampa, poteva avere un po’ di coraggio nell’ammettere l’errore. Dunque l’inchiesta su quelli che lei chiama indizi è definitivamente chiusa. Veniamo ora ai Mastrominico. La loro proprietà fu sempre esclusa, da parte delle amministrazioni del Sindaco Bartolomeo, dal programma dei PRUSST. Nel 2001 quei terreni furono inglobati nel PRUSST “Le fosse”, attivato da Gino Lefano, dall’allora amministrazione di centro destra. Il progetto fu bocciato dalla Regione Lazio e tornò al Comune di Formia dove, l’amministrazione di Sandro Bartolomeo, tornata alla guida della città, dopo aver escluso nuovamente i terreni dei Mastrominico, riformulò il PRUSST concedendo volumetrie di servizi (teatro, albergo, struttura ricettiva di tipo turistico).

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L’inchiesta cosiddetta “Le Fosse” archiviata nel mese di Agosto 2011 fu avviata in seguito al ferimento di Clemente Piscitelli e proseguì con Antonio Calvano e Carmine Lefano, detto Gino, per poi approdare sulla vicenda del PRUSST “Le Fosse” con il coinvolgimento nelle intercettazioni telefoniche del Sindaco Sandro Bartolomeo, Francesco Carta, Francesco Occipite Di Prisco e alcuni dirigenti ed impiegati del Comune di Formia. La Polizia di Stato era convinta di aver messo le mani su di una cosa losca che coinvolgeva i clan camorristici di Casal Di Principe. Sequestrarono tutti gli atti affermando l’esistenza di legami tra amministratori, funzionari comunali e clan camorristi. I reati ipotizzati erano tra gli altri l’associazione a delinquere, abuso e divulgazione di segreti d’ufficio e corruzione. L’allora Sindaco Michele Forte utilizzò l’inchiesta per aggredire l’opposizione affermando pubblicamente che il progetto “Le Fosse” insisteva anche sulle aree di rispetto della sorgente Mazzoccolo. Stessa identica tesi sostenuta nel comunicato della Polizia di Stato all’epoca. Sarebbe stato interessante sapere, tra l’ uno e l’altro, chi l’abbia accreditata per primo. Sta di fatto che la “corposa informativa di reato” si riduce ad alcune presunte prove di corruzione che nei fatti appaiono completamente insussistenti. Le prove sarebbero state individuate in due telefonate che non coinvolgevano né amministratori e né funzionari del Comune di Formia. La prima riguardava una presunta richiesta di 500 euro per ottenere un nulla osta sanitario e la seconda su di un regalo natalizio al Dirigente del settore urbanistico della Regione Lazio. La richiesta dei 500 euro era smentita dagli stessi presunti corruttori che, nel corso della telefonata, appalesavano seri dubbi sul vero destinatario del denaro che non era alle dipendenze del Comune di Formia. La seconda prova della corruzione si basava su di una telefonata nella quale si discuteva se regalare al Dirigente della Regione Lazio una “spasella di pesce” o un capretto. Naturalmente, tutto ciò non poteva non chiudersi se non con un’archiviazione. L’indagine durò più di tre anni e fu condotta dal Sostituto Procuratore Raffaella Falcione che designò ben quattro periti: Architetto Simonetta Angelucci, i Geometri Stefania Frasca e Dario Tarozzi, il Geologo Roberto Picozza. I quesiti posti furono :
a) accertare la legittimità degli atti con riferimento alla normativa urbanistico-edilizia e quant’altro di utile all’indagine;
b) accertare la sussistenza di pericolosità delle costruzioni nei confronti della sorgente “Mazzoccolo”.
La Magistratura archiviò l’inchiesta riconoscendo agli amministratori di aver agito in favore dell’ interesse pubblico e nella piena legittimità degli atti, assicurando senza ombra di dubbio la tutela della sorgente.

Il PRUSST “Le Fosse” era stato presentato da Carmine Lefano nel 1999 e riguardava il progetto di un complesso destinato allo sport e al tempo libero (piscina + palestra). Nel 2002, l’amministrazione di centro destra sostenuta dall’ex Sindaco Michele Forte, inserì in quel progetto anche l’Edil Panoramica di proprietà dei fratelli Giuseppe e Pasquale Mastrominico. Fu aggiunta volumetria residenziale fino ai complessivi 140 mila mc.
Il progetto, bocciato dalla Regione Lazio, fu riconsegnato al Comune di Formia dove nel frattempo era tornato al governo il centro sinistra. A questo punto le volumetrie e i terreni di proprietà dei Mastrominico furono escluse dal progetto dall’allora amministrazione presieduta da Sandro Bartolomeo e proseguì solo quello di Carmine Lefano che si concluse con l’approvazione della Regione Lazio e l’approvazione del Consiglio Comunale con una previsione di 46 mila mc. (albergo, teatro, miniresidence turistico).

Nel 2011 i fratelli Giuseppe e Pasquale Mastrominico venivano arrestati per rapporti con il Clan di Antonio Iovine e di conseguenza venivano sequestrati i terreni di loro proprietà insistenti nella parte alta della ex cava “D’Agostino”. I terreni di proprietà di Carmine Lefano sono rimasti esclusi dal provvedimento. FC

proprietà Mastrominico - CopiaI terreni sequestrati di proprietà dei Mastrominico sono quelli delimitati dalle linee rosse. I terreni di carmine Lefano sono delimitati dal tratto verde. A destra il quartiere di Scacciagalline.

La richiesta accolta di Archiviazione della dott.ssa Raffaella Falcione
Sulla sinistra nella foto: ex cava D’Agostino-area PRUSST “Le Fosse”

Conferenza stampa a Latina di Sandro Bartolomeo e Francesco Carta sulla vicenda “Le Fosse”

Oggi pomeriggio alle ore 16 si è svolta a Latina, alla presenza degli avvocati Luca Giudetti e Dino Lucchetti, una conferenza stampa del Capogruppo Consiliare del Pd di Formia Sandro Bartolomeo e del Coordinatore del Circolo Piancastelli-Diana di Formia Francesco Carta.

Durante la conferenza stampa sono stati presentati alcuni documenti, tra i quali il Decreto di Archiviazione del procedimento penale avviato contro i suddetti ed altri (Rossi Pietro, Lefano Francesco, Forte Lucio, Cannavale Erasmo, Terreri Marilena, Caramanica Giuseppe, Calvano Antonio, Occipite Di Prisco Francesco).

I reati contestati andavano dall’associazione a delinquere all’abuso in atti d’ufficio e per alcuni anche corruzione.

Il Pubblico Ministero dott.ssa Raffaella Falcione, nel decreto d’archiviazione, fa piena luce sugli accadimenti e rende ancor più strabilianti le incongruenze di tutto l’impianto accusatorio.
Partiamo dal comunicato del Dirigente del Commissariato Della Polizia di Stato di Formia Dr. Cristiano Tatarelli emesso in data 17 ottobre 2008.

Formia 17 ottobre 2008 – Di seguito a mirate indagini svolte da questo Ufficio in ordine ad infiltrazioni della criminalità organizzata volte ad effettuare speculazioni edilizie sul territorio del Comune di Formia con la complicità di funzionari e amministratori locali, sulla base di quanto accertato e trasmesso all’A.G. con una corposa informativa di reato,…

…il sost. Proc. della Procura della Repubblica di Latina, dr.ssa Falcione, ha emesso un decreto di sequestro di tutti gli atti e documenti inerenti la costruzione di un grosso complesso immobiliare, presenti presso gli Uffici Tecnici del Comune di Formia.

Nella mattinata odierna personale di questo Commissariato ha dato esecuzione al decreto sequestrando, presso l’Ufficio Tecnico del Comune, tutta la documentazione, accertando altresì che erano state da pochi giorni rilasciate le necessarie autorizzazioni urbanistiche.

L’indagine vede coinvolti imprenditori locali e del casertano e mira ad accertare anche attività di riciclaggio di denaro proveniente da delitti in speculazioni immobiliari.
Infatti, risultano interessate all’operazione imprenditoriale ditte e società collegate con esponenti della criminalità organizzata campana, e in particolare con il clan dei Casalesi.

Sulla base dei progetti presentati sul sito, adibito in passato a discarica, dovevano essere realizzate abitazioni, un centro congressi, ristoranti ed alberghi, ma la zona, da un punto di vista idrogeologico, è sottoposta a vincoli.

Le indagini sono state avviate con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Roma e poi continuate dalla Procura della Repubblica di Latina.
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Solo in una fase si parla di tale P. e di una non meglio identificata pregressa questione che sarebbe stata risolta in “altro modo”. Orbene, secondo la PG, il P. in questione si identifica in R.P. incaricato per l’ASL al rilascio del parere sanitario.

Nella seconda conversazione i due L. parlano di pareri necessari, ed in particolare di quello idrogeologico, e di un qualcuno (che sembra si identifichi nel citato F.L.) che gli ha chiesto 500 euro, asseritamente per corrompere P.R., ma gli stessi interlocutori paventano il fatto che L. (il loro tecnico di fiducia) li inganni: L.C. dichiara:”…quello se li piglia lui (ossia F.L.)”.

Infine, si segnala la conversazione in cui L.F. parla con S.E. e si informa se un soggetto, non specificato, preferisca la carne o il pesce come regalo di Natale.

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La PG ipotizza che il destinatario del regalo sia C. B., Architetto della Regione Lazio, in virtù di una successiva telefonata tra il L. ed il C. in cui i due parlano di un incontro per scambiarsi gli auguri di Natale senza fare alcun riferimento a regali di alcun genere.

Dunque la corruzione si dovrebbe basare su queste conversazioni nelle quali si parla di 500 euro ( che gli stessi proprietari tendono ad escludere) e la “spasella” di pesce da recapitare a Natale ad un funzionario della Regione.

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Sembra proprio di assistere ad un film: “ Totò e le fosse”.
Così continua decisa e puntuale la dott.ssa Falcione: “ Peraltro, si rileva che le intercettazioni telefoniche risultano cessate nel luglio 2006 e, né nel corso di detta attività tecnica né in epoca successiva (fino al febbraio 2008 epoca in cui è stata redatta la CNR conclusiva), risulta compiuta, d’iniziativa della PG o su delega del PM, alcuna significativa attività investigativa volta all’acquisizione di elementi esterni di riscontro per comprovare l’ipotesi della corruzione, in considerazione del fatto che le risultanze delle intercettazioni non sono sono soggette ai canoni di cui all’art. 192 comma 3 c.p.p. solo laddove contengano una precisa accusa in danno di terze persone.

Per quanto attiene la provenienza del denaro utilizzato da M. per l’acquisto dell’area nei primi anni ’90, le indagini condotte già all’epoca dei fatti (anno 2003) dal PM di Roma non hanno evidenziato alcunchè al riguardo neppure a livello indiziario, per cui, a prescindere dalla questione della prescrizione, era impossibile disporre alcun accertamento al riguardo.

Tutto ciò premesso, si ritiene che il PRUSST approvato con l’Accordo di Programma non presenta alcun aspetto di illegittimità (o addirittura profili di illiceità penale) benchè, in linea del tutto teorica, non può escludersi che, in virtù della mancata previsione espressa nella Variante al PRG del vincolo di inalienabilità degli immobili, e della conseguente mancata iscrizione dello stesso nei Registri Immobiliari, gli imprenditori avrebbero potuto in futuro ingannare i Notai sulla possibilità di alienare in singole parti l’intero complesso edilizio.

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari, pertanto, tenuto soprattutto conto delle risultanze della CTU, in cui si è accertato che le ragioni che hanno portato nel 2007 all’approvazione del PRUSST risiedono nella eliminazione della previsione di edilizia residenziale e nella traslazione dell’ubicazione dell’intervento stesso, non appaiono quindi idonei a sostenere l’accusa in giudizio potendosi ipotizzare sin da ora l’esito assolutorio di un eventuale dibattimento né appare possibile dare proficuamente corso ad ulteriore attività investigativa.

Così il PM chiede al giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale in sede di voler predisporre l’archiviazione del procedimento che giunge a firma della dott.ssa Laura Matilde Campoli il 30 agosto 2011.
Si chiude qui la vicenda dei collegamenti tra camorra e amministratori locali così descritti nel famoso comunicato stampa della polizia….

(” Di seguito a mirate indagini svolte da questo Ufficio in ordine ad infiltrazioni della criminalità organizzata volte ad effettuare speculazioni edilizie sul territorio del Comune di Formia con la complicità di funzionari e amministratori locali, sulla base di quanto accertato e trasmesso all’A.G. con una corposa informativa di reato,… )

Quando ho letto il Decreto d’Archiviazione sono rimasto ancor più sorpreso per l’assoluta inconsistenza delle “indagini mirate e della corposa informativa di reato” e così ho chiesto al mio avvocato di inoltrare richiesta per visionare i fascicoli del procedimento.

Accompagnato da una gentile assistente dello studio Giudetti entro in Procura venerdì mattina. Il personale dell’Archivio mi fa presente che il procedimento consta di ben 6 faldoni e dunque devo scegliere quali documenti visionare perché alle 13 si chiude.
Scarto le relazioni tecniche e le perizie geologiche sulla sorgente e chiedo di visionare le intercettazioni con la curiosità di conoscerne il contenuto al di là di quelle riportate nel decreto. Comincio a vedere le mie. Tutte assolutamente trasparenti così come quelle della Terreri, Bartolomeo e altri.
Comprendo, così, che il massimo delle intercettazioni compromettenti sono quelle citate nel Decreto di Archiviazione che in ogni caso non riguardano noi amministratori dell’epoca.

La Polizia rilancia il collegamento con la camorra, ben sapendo che quella parte era stata già chiusa dal PM della DDA di Roma? Un abbaglio o, come dice la Graziella Di Mambro di Latina Oggi, uno scivolone?

Se è fatto volutamente si tratterebbe di una cosa gravissima, se è un errore è altrettanto grave perché dimostra un pericoloso dilettantismo! Il comunicato della Polizia riporta ancora che sulla base dei progetti presentati sul sito, adibito in passato a discarica, dovevano essere realizzate abitazioni, un centro congressi, ristoranti ed alberghi, ma la zona, da un punto di vista idrogeologico, è sottoposta a vincoli.
A parte il fatto che su quel sito la discarica non c’è mai stata ma la Polizia come è venuta a conoscenza dei vincoli? Sono stati gli agenti ad approfondire o qualcuno glielo ha riferito inducendoli in errore?

E’ utile riportare nuovamente quanto scritto nel Decreto di Archiviazione: le fasi procedurali seguite dalle amministrazioni interessate sono state rispettose dei dettami imposti dalla legislazione di riferimento in materia di accordi di programma in variante urbanistica ed in particolare delle disposizioni di cui all’ex art. 34 del decreto legislativo 18/09/200 n°267”.

Quanto al profilo geologico non sono state accertate cause di pericolosità dell’intervento, né riconducibili alla morfologia del terreno né alla presenza della sorgente Mazzoccolo, che risulta, di fatto, protetta dal cospicuo spessore della formazione marnosa-argillosa ivi presente (cfr. in particolare Relazione Geologica dr. Piccozza).

Il Sindaco di Formia (Michele Forte) nella seduta del Consiglio Comunale del 28 ottobre 2008 a gran voce sbandiera una sentenza del Consiglio di Stato (che peraltro fu proprio l’amministrazione di centrosinistra ad ottenerla nel dicembre del 2007) secondo la quale non si poteva costruire fabbricati nelle aree di tutela della sorgente.

Ergo afferma chiaramente che sarebbe stato rilasciato il permesso di costruzione su di un’area vincolata per la tutela della sorgente. Il suo portavoce, Franco Matricardi, in un comunicato su Areagolfo, rafforza l’accusa del Sindaco e ribadisce, citando anche lui il commissario Tatarelli, che l’area in questione era sottoposta a vincoli e che gli stessi erano stati violati. Il PM Falcione smentisce clamorosamente.

I fatti sono questi. Tutto lascia presupporre che sia stato proprio il Sindaco direttamente o indirettamente a fuorviare la Polizia.
Dunque a caldo appare dispiaciuto per quanto ancora una volta accade nella città: l’esposizione mediatica per fatti di camorra. In realtà gongola, non sta nei panni, questa faccenda se proprio non l’ha sollevata lui gli capita come il cacio sui maccheroni.E così ci si infila divenendone il regista occulto.

occulto
mike

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