LUNEDI’ 26 MARZO 2017 ALLE ORE 18,30 PRESSO IL CIRCOLO “GIUSEPPE PIANCASTELLI – DIANA”

Aldo Moro

IL CINEFORUM DI VENERDI’ 23 MARZO 2017 E’ RINVIATO a LUNEDI’ 26 MARZO 2017 ALLE ORE 18,30 PRESSO IL CIRCOLO “GIUSEPPE PIANCASTELLI – DIANA” IN VIA SAN LORENZO, CI SARA’ UN INCONTRO-CONFRONTO SU “LA NOTTE DELLA REPUBBLICA – IL DELITTO MORO”. A SEGUIRE: PIZZA DI MAUROTTO DE LUCA.
Adesso vi racconto qualcosa di quelle giornate che scossero la Repubblica. Roma dopo il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione dei sei uomini della scorta, divenne deserta. Sembrava che ci fosse il coprifuoco. A tutti gli studenti fuori sede, di Formia, giungevano gli appelli preoccupati delle famiglie e l’invito a non uscire di casa. Ero con un vecchio partigiano di Aosta, Luciano Lillaz, che era venuto a trovarmi a Roma per fare terapia coi fanghi. Uscimmo alle 4 del pomeriggio per andare alla sezione “Macao” del PCI, dove avevo ripreso la tessera nel 1974, dopo essere uscito dal partito, all’epoca del CCP. Non c’era anima viva per strada: un Paese veramente sotto shock. S’intensificarono attacchi, attentati, uccisioni, ad un certo punto sembrava che veramente tutto fosse travolto. Il PCI e la DC, quest’ultima colpita duramente, le altre forze politiche, i sindacati, tentavano di fare argine ad un vero e proprio disorientamento nazionale. Moro fu ammazzato e fatto trovare in Via Caetani, nella Renault rossa. Gli sparò Prospero Gallinari ma tutta la vicenda si inserì in scenari più ampi.In Grecia erano arrivati i colonnelli, in Cile avevano ammazzato Allende ed era arrivato Pinochet instaurando una dittatura fascista sanguinaria. In Italia, dopo le avanzate della sinistra storica (PCI – PSI 1975 e 1976) si doveva impedire il compimento della democrazia con l’avvicendamento della DC col PCI alla guida del governo. Moro e Berlinguer, che aveva proposto il compromesso storico (l’incontro tra le componenti culturali e politiche più importanti del Paese) per far progredire la democrazia in Italia, furono sconfitti e con loro il grande progetto della democrazia compiuta. C’era ancora la guerra fredda, l’alleanza atlantica e la contrapposizione dei blocchi non consentivano che al di quà della linea di Yalta si potessero immaginare i comunisti al governo. Non tutti capirono, ci fu chi si mise nella posizione apparentemente neutrale di non schierarsi nè con lo Stato e nè con le BR. Andammo al monumento ai caduti, in piazza della Vittoria con le bandiere rosse e bianche, accanto ad esponenti della DC, in alcuni casi, decisamente imbarazzanti. Dietro di noi c’era un gruppetto che gridava “Democrazia Cristiana, 30 anni di potere, ci hai solo dato bombe, mafia e trame nere”. E ancora qualche altro che ci derideva cantando: “il compromesso si fa così, stretti, stretti con la DC”. Andava in scena una tragicommedia, ero e sono convinto che noi eravamo nella tragedia, loro nella commedia. Da quel 9 di maggio 1978, la Repubblica ha dovuto ancora traversare tragedie: l’attentato alla stazione di Bologna, 80 morti, ma prima c’erano state piazza Fontana, piazza della Loggia, san Benedetto val di Sambro lo stragismo della Mafia, con l’assassinio di Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, e tanti altri poveri cristi, dai giornalisti a uomini delle forze dell’ordine. Capita spesso ritrovarsi in piazze e vie del nostro paese, alzare gli occhi e trovarsi di fronte ad una lapide, un monumento. Poi la crisi economica, il terrorismo al Bataclan, ma c’erano state le torri gemelle e l’attentato alla stazione di Atocha, e ancora ci sono le migrazioni dei nostri giovani e le immigrazioni del Mediterraneo meridionale, le nuove povertà e la crisi della politica e delle istituzioni . Ma siamo ancora quì, col desiderio di saltare questo nostro tempo per stare già nel domani con tutti i problemi risolti. Ma non si può, dobbiamo vivere il tempo che ci è dato, vivere con tutte le difficoltà, coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, come diceva Aldo Moro. FC

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