PEDEMONTANA 4

Da Balzorile alla tomba di Cicerone, attraverso una lunghissima galleria di 3,8 km., con sorpresa finale.Abbandonata la zona di Balzorile, sempre procedendo da est verso ovest, la nuova strada entra in una galleria denominata Costamezza, per scendere verso l’Appia all’altezza della tomba di Cicerone. Decisamente è questa la parte del progetto più impegnativa, sia dal punto di vista economico che di quello tecnico. Si pensi che la sezione ordinaria (cioè senza gli slarghi di sicurezza) della galleria misura circa 13 m in altezza e 15 m. di larghezza. È come se un palazzo di almeno 4 piani, largo 15 metri, venisse spinto dentro la montagna per 3,8 km. La produzione di materiale di scavo è imponente: sono previsti 1,2 milioni mc. di scavo in mucchio (compresi quelli della galleria di monte Campese), di cui solo 0,2 milioni saranno riutilizzati.

L’altezza dello scavo è rilevante perché al di sotto della piattaforma di transito, per tutti i 3,8 km. di sviluppo della galleria, è previsto un cunicolo di sicurezza, collegato con gli slarghi di emergenza posti con regolarità ai margini di ciascuna corsia. Il cunicolo deve rappresentare “un luogo sicuro” in caso emergenza, ma riesce francamente difficile essere rassicurati da un corridoio interrato, largo poco più di due metri e lungo 3,8 km. È questa la zona in cui la galleria si sviluppa nella stessa area che funge da ricarica per l’acquifero della sorgente Mazzoccolo. I progettisti escludono interferenze e sostengono che la percolazione che alimenta la sorgente avviene ad una quota altimetrica inferiore a quella della strada. Dai 120 m di quota circa di Balzorile, dopo essere passati sotto la linea ferroviaria Roma- Napoli e quella Formia- Gaeta, si esce dalla galleria alle pendici dell’Acervara, per raggiungere la via Appia, all’altezza della tomba di Cicerone.

Rotonda in prossimità della tomba di Cicerone

Il raccordo tra le due strade avviene con una rotonda, di cui un braccio introduce ad un nuovo tronco viario, parallelo a via Canzatora, che arriva fino a Vindicio. Qui, tramite un ulteriore rotatoria, si connette alla via Flacca. Nella storia pluridecennale delle pedemontane questo collegamento rappresenta una novità. La nuova strada tra l’Appia e la Flacca, attraversa i terreni che il piano regolatore proposto dall’arch. Purini propone di destinare a parco pubblico. Ma non è tanto questo il punto, quanto piuttosto l’assai discutibile risultato di riportare il traffico sulla litoranea, in direzione Gaeta.La pedemontana ha un senso se viene vista in senso comprensoriale e non di variante all’abitato di Formia.

La nuova strada deve proseguire verso Gaeta sulla consortile e poi sulla strada interna di Longato e di S Agostino, opportunamente ampliate. Dispiace che l’ANAS abbia dato un taglio locale ad un problema che riguarda, invece, tutta la pianificazione infrastrutturale del territorio del golfo. Ma forse le responsabilit à non sono solo dell’ente stradale, ma anche della politica, che ha da tempo rinunciato ad avere una visione comprensoriale dei problemi e ha abdicato alle sue funzioni d’indirizzo. Abbiamo anticipato una delle considerazioni finali di questa serie di articoli, ma il contesto lo esigeva. Nel prossimo articolo evidenzieremo i principali dati di costo dell’opera, compresi gli espropri, e i tempi di realizzazione.

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