SANTA MARIA LANOCE ED IL TORRENTE DI RIALTO

Il torrente cosiddetto di Rialto superato dal viadotto di via Tonetti e sottostante ad un parcheggio

La disastrosa frana di Santa Maria, che fortunatamente ha provocato solo danni materiali, suggerisce ancora una volta la necessità di cambiare la cultura del governo del territorio. Quel torrente, visto quasi sempre in secca, ha subito manomissioni continue, tombinamenti, strozzature, manufatti abusivi, anche ricettacolo di rifiuti ingombranti. A monte, nel suo bacino di raccolta, gli incendi (e disboscamenti) si sono ripetuti quasi ogni anno, per non parlare dell’edificazione scomposta che si arrampica sulle colline in ogni dove, senza regola alcuna. Pochi anni fa stavano per approvare il progetto cosiddetto “Luci sul Mare2, che si arrampicava al di quà di Santa Maria, lungo il costone del monte Mola, anch’esso percorso, anche quest’anno dal fuoco. Lungo il costone di Costamezza hanno realizzato villette a schiera, un grosso complesso denominato “Cooperativa Anfiteatro”, anche lì condizioni geologiche critiche con addosso una montagna fortemente interessata da fenomeni carsici. Alcuni anni fa a Caravalle, un grosso masso rotolò giù dal monte di Mola, colpì il secondo piano di un fabbricato, per fortuna senza far danni alle persone. Si parla sempre di cambiamenti climatici e quasi mai dei cambiamenti da mano dell’uomo.

Se vogliamo contrastare gli effetti del clima che cambia dovremmo mutare la nostra cultura del territorio, finirla di urbanizzare coste scoscese, colline e montagne sempre più abbandonate ma poi manomesse da chi cerca il panorama esclusivo. Occorre contrastare gli incendi, tutelare le opere idrauliche di corrivazione delle acque e nel caso di realizzarne nuove. Piuttosto che assumere tecnici per i condoni occorre dotarsi di personale (anche minimo) addetto alla costante sorveglianza del territorio e dell’assetto idrogeologico. Formia ha dato i natali a Marco Vitruvio Pollione, non solo insigne Architetto, ma anche Curator Aquarum (Magistrato delle Acque), che racchiudeva la scienza e l’arte del costruire nella seguente affermazione: «In tutte queste cose che si hanno da fare devesi avere per scopo la solidità, l’utilità, e la bellezza.» Ecco occorre fare questo se gli accadimenti di oggi riescono ad esserci di lezione.

Ecco la foce

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