QUELLA NOTTE DI CAPODANNO IN CUI MORI’ IL TENENTE SARPI (da “Il Sergente nella neve”)

“Vedendo il rancio speciale mi ricordai che era capodanno e che nella notte era morto il tenente Sarpi. Uscii fuori dalla tana. Il sole mi fece vedere tutto bianco, poi andando piano piano per i camminamenti mi portai nella postazione più avanzata sotto i reticolati. Da lì guardai le peste del battaglione russo che aveva attraversato il fiume a cento metri da noi. Tutto era silenzio. Il sole batteva sulla neve, il tenente Sarpi era morto nella notte con una raffica al petto. Ora maturano gli aranci nel suo giardino, ma lui è morto nel camminamento buio. La sua vecchia riceverà una lettera con gli auguri. Stamattina i suoi alpini lo porteranno giù con la barella verso gli imboscati e lo poseranno nel cimitero, lui siciliano, assieme a bresciani e bergamaschi” (pag. 27). (Da “Il Sergente nella neve”)

Rileggano queste pagine coloro che hanno pensato o pensano di dividere l’Italia in buoni, tutti da una parte, nella Padania, i cattivi, tutti dall’altra parte, dal Po in giù. Ricordino anche che nella liberazione dell’Italia dal Nazi – Fascismo, i partigiani della Brigata Maiella, guidati dal leggendario Ettore Troilo, non si fermarono alla liberazione dell’Abruzzo, loro regione d’origine ma proseguirono fino nel Veneto, tanto da meritarsi applausi a scena aperta da quanti li incontravano lungo le strade venete tappezzate dalle scritte: “Siete duri come le pietre delle vostre montagne”. da “Lo Specchio” <br><br>

<br><br>

Ettore Troilo nasce il 10 aprile del 1898 a Torricella Peligna, un paese di cinquemila
abitanti nell’alto chietino. Avvocato, organizza i primi nuclei di resistenza ai tedeschi. Convince gli alti ufficiali inglesi a consentirgli di formare una brigata che fu chiamata Maiella e che si fondava sui seguenti requisiti: la apoliticità del gruppo, organizzato come una formazione militare, senza commissari politici; basato sul volontarismo e l’autonomia, nel senso che sarà alle dipendenze del comando alleato solo
per le decisioni militari, riservando agli organi interni l’organizzazione e la disciplina. 

Dopo la sua morte, la memoria di Ettore Troilo è stata onorata da Milano, con
l’intestazione di una strada nella zona dei Navigli e con una targa in Prefettura, e da
numerosi paesi e città dell’Abruzzo: fra gli altri, Pescara, L’Aquila, Sulmona e Torricella
Peligna. Brisighella gli ha reso omaggio con una targa nella piazza in cui avvenne lo
scioglimento della Brigata Maiella. Il governo, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia,
ha posto il nome di Troilo, in una sua pubblicazione ufficiale, fra i 150 migliori “servitori
dello Stato”. Infine,dopo Pertini e Ciampi, anche il Presidente Napolitano ha ricordato
Troilo come uno dei protagonisti della Resistenza.

La “Maiella”ha avuto 55 caduti, 131 feriti e 36 mutilati; 15 medaglie d’argento, 43 medaglie di bronzo, 144 croci di guerra. È stata la più importante formazione partigiana del centrosud, e comunque la prima e l’unica regolarmente riconosciuta dal Governo Italiano e dal Comando Militare Alleato e la sola, assieme al Corpo Volontari della Libertà, decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ferruccio Parri, nella prefazione al libro “Brigata Maiella”, ha colto bene un aspetto fondamentale della storia della formazione abruzzese: essa – ha scritto Parri – “è l’unico esempio di formazione che opera fuori del territorio in cui è nata, e quando il fronte si muove e l’avanzata riprende, inquadrata nel dispositivo alleato come
reparto di avanguardia, prosegue combattendo fino alla linea gotica e poi fino a Bologna ed oltre”. In questo modo – aggiunge Parri – “la Brigata contribuì notevolmente anche a facilitare il compito dei partigiani del Nord, rivelando agli ancora diffidenti alleati quale fosse lo spirito dei combattenti della nuova Italia”. <br><br>


La Maiella sullo sfondo






You must be logged in to post a comment Login