“IL FUOCO PRESCRITTO” come strumento di prevenzione, gestione territoriale e di tutela dell’habitat.

Il Parco Naturale dei Monti Aurunci con una nota del Presidente Marco Delle Cese e del Direttore Giorgio De Marchis ha proposto ai comuni del parco, alle Comunità Montane interessate, alla Protezione civile regionale, la convocazione di un tavolo di confronto per valutare la possibilità di adottare il “fuoco prescritto” come modalità di prevenzione degli incendi boschivi.Il 6 Settembre del 2021 l’associazione Incontri e Confronti organizzò un incontro on line sul contrasto e la prevenzione degli incendi con il contributo di tecnici, esperti del mondo agropastorale e allevatori; tra le proposte scaturite da quell’incontro c’era il ricorso al fuoco prescritto come “Tecnica di applicazione esperta e autorizzata del fuoco su superfici prestabilite per conseguire specifici obiettivi gestionali e di prevenzione degli incendi boschivi”, un’ipotesi di intervento contenuto nel piano AIB 2020-2025 redatto dalla società DREam Italia per il Parco Naturale dei monti Aurunci. L’idea degli organizzatori era di riuscire a fare corretta informazione, proponendo un approccio basato sulla conoscenza e sulla prevenzione, sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, in alternativa ad una strategia esclusivamente repressiva ed emergenziale. Da quel giorno sono stati raggiunti diversi risultati, tra cui l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Comunale di Formia di una delibera contenente le diverse proposte da noi indicate e, recentemente, l’adeguamento normativo in ambito regionale sul tema del fuoco prescritto, che mette a tacere ogni dubbio sulla possibilità di utilizzo di questa tecnica. Ci auguriamo, ovviamente, che il tavolo di confronto organizzato dal Parco raggiunga l’obbiettivo prefissato, ma riteniamo altresì che la sperimentazione del fuoco prescritto sia solo l’inizio di una strategia complessiva di prevenzione e contrasto agli incendi che, a nostro avviso, deve prevedere altri fondamentali interventi: a) il coinvolgimento degli operatori della montagna nella programmazione degli interventi;b) la valorizzazione del territorio montano e dei prodotti tipici; c) la realizzazione di invasi per la raccolta delle acque piovane ai fini della lotta agli incendi e come supporto agli allevatori; d) l’utilizzo del cavallino di Esperia per il controllo dell’ampelodesma;e) la realizzazione dei Piani di Gestione e Assetto Forestale, strumento indispensabile per la gestione del territorio agrosilvopastorale che consentirebbe, tra l’altro, di rivedere la regolamentazione delle “fide pascolo”;f) infine, una auspicale adesione da parte di tanti comuni del comprensorio al progetto Life Grace, finalizzato alla conservazione degli habitat seminaturali e al recupero dei terreni abbandonati.

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