facebook…botta e risposta sul centro trasfusionale e l’ospedale “Dono Svizzero”

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Paola Senza Bavaglio Villa
Ieri
Sabato 15 ORE 16.00
TUTTI IN PIAZZA AD URLARE: ZINGARETTI RITIRA IL DECRETO SENZA SE E SENZA MA! — con Giovanna Frunzio e altre 69 persone.

Francesco Carta Il centro trasfusionale non è dirimente rispetto alla sofferenza dell’intera struttura ospedaliera. Infatti sarebbe paradossale il fatto che potrebbero garantire assistenza agli emotrasfusi e lasciare il resto alla deriva come in effetti sta accadendo. La centralizzazione su Latina di servizi ed apparecchiature è già abbondantemente avvenuta e tutto fa presupporre che venga definitivamente consolidata. Bisognerebbe misurarsi con tutto questo. Naturalmente sosteniamo questa battaglia facendo attenzione a non perdere la “madre di tutte le battaglie” che è la salvaguardia del polo sanitario sud

Paola Senza Bavaglio Villa La battaglia sul centro trasfusionale è uno step immediato visto che il decreto se non fosse annullato diventerebbe operativo a fine aprile. Siamo convinti inoltre che l’intera sanità del sud pontino è stata per tantissimi anni e lo è ancora merce di scambio elettorale ed anche un modo affinché l’amministratore di turno potesse sottolineare il proprio peso all’interno del suo partito di appartenenza. Però siamo convinti che l’emergenza sul trasfusionale abbia portato l’opinione pubblica ad affrontare la crisi della sanità pertanto TUTTI UNITI coloro ai quali interessa questo territorio, il bene comune sia l’unica “ragione di appartenenza” che ci guidi. Pertanto Francesco ti aspettiamo alla manifestazione sabato alle 16!

Paolo Mazza Caro Francesco ti aspettiamo come aspettiamo più gente e cittadini possibili sabato, per difendere il Centro Trasfusionale e conseguentemente il permanere dell’efficienza sanitaria del Dono Svizzero, affinchè possa continuare ad operare come DEA di primo livello. E’ una urgenza da affrontare ORA, TUTTI UNITI senza se e senza ma.

Laura Tipaldi Ieri leggevo un comunicato del consigliere Enrico Forte secondo cui sono in arrivo finanziamenti per potenziare il reparto di cardiologia di Formia e sostituire diversi macchinari diagnostici ormai obsoleti.

Francesco Carta Per Laura: richiesti da tre anni 1 ecografo a sede fissa, 1 ecografo portatile, ricambio monitor e centralina. Ci dicono che stanno addirittura in gara ma deve trattarsi di una procedura speciale che non giunge mai a termine. Alcune note sul centro trasfusionale e sul riordino della rete decisa dal Governo e dalla Regione Lazio. RIORDINO Rete Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (S.I.M.T) Regione Lazio
“…..anche per le Aziende Ospedaliere di Colleferro, Anzio, Sora, Cassino e Formia soppressi dal DCA U0092/10 (quello della Polverini), ma tutt’ora funzionanti come S.T. si propone la conversione in Unità di Raccolta con la dismissione definitiva delle attività trasfusionali come da normativa vigente. Colleferro può afferire presso il SIMT di Tor Vergata considerata la viabilità ed il tempo di percorrenza, Anzio presso il SIMT di Velletri, Sora e Cassino presso il SIMT di Frosinone e Formia presso il SIMT di Latina”.

Francesco Carta L’emergenza tra un paio di mesi non sarà in grado di rispondere alle persone che arrivano in Pronto Soccorso. O se lo faranno daranno come risultato quel che accade quando i medici sono sottorganico: risposte inadeguate, non tempestive e non rassicuranti. La medicina di urgenza rischia di rimanere un progetto sulla carta e di chiudere i battenti.

La chirurgia cerca di abbattere lunghe liste di attesa con persone che ormai deviano dal capoluogo verso Formia. Ma i medici o garantiscono la sala operatoria o visitano le persone degenti o entrano negli ambulatori. Otto medici in servizio non permettono più di una cosa alla volta. Può essere considerata di qualità un’assistenza a spizzichi?
L’ortopedia è rimasta ferma a 5 medici cercando di non frenare sugli interventi chirurgici e l’attività ambulatoriale.
La medicina ha un numero di medici letteralmente insufficiente appena aumentano i ricoveri come in questo periodo dell’anno.

I ginecologi ed i pediatri fanno i salti mortali e cionostante i parti sono diminuiti nel corso degli anni. Dove vanno le donne invece di venire a Formia? Si può fare un percorso di qualità per la nascita senza medici? Rischierà di chiudere anche Ostetricia perché considerato un punto nascita non sicuro?
La parto analgesia è ormai una delle attività “LEA” eppure a Formia non si pratica. Per il momento non si individuano neppure strategie per incominciare ed avvicinare in questo modo le donne alle sale parto dell’ospedale.
La sala per effettuare angioplastiche e coronarografie è bellissima ma mancano cardiologi per tenerla attivata in modo da non dover trasferire le persone a Latina.

L’oncologia ormai conta su un solo medico eppure dovrebbe essere un’attività di punta per rendere più umana l’assistenza. Si chiuderà?
I radiologi ormai si contano sulla punta di una mano eppure dovrebbero servire non solo Formia ma anche il presidio di Gaeta. Ci fosse almeno la possibilità di trasferire immagini il numero dei medici potrebbe essere superato…
Le quattro attrezzature che sono presenti possono essere considerate obsolete e certamente non aiutano a qualificare l’ospedale.

In questi anni nessun governo ha chiuso alcunché ma la politica sul personale e sull’acquisto di beni e servizi sta facendo sì che le strutture si chiudano da sé. Apparentemente senza una chiara strategia che di fatto è una strategia, chiuderanno le strutture più deboli e resteranno quelle più forti.

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