Michele Forte….il grande Inqui…natore

mike

il Gup del Tribunale di Latina Guido Marcelli, chiamato a decidere sul rinvio a giudizio degli ex dirigenti e revisori dei conti della Formia Servizi ha deciso di rinviare l’udienza, per difetto di notifica, al 26 maggio prossimo. Siamo dunque al secondo rinvio. Nel frattempo l’ex Sindaco Michele Forte torna a farsi vivo affermando di non avere responsabilità nel fallimento della Formia Servizi. Non solo ma in linea col suo stile conclude con affermazioni gravissime: “ma i soldi scomparsi che fine hanno fatto? Mi auguro che il magistrato faccia chiarezza al più presto su chi ha preso più di 1,5 milioni di euro dalle tasche dei cittadini formiani evitando così di allungare troppo i tempi”. Dunque sarebbero scomparsi dei soldi e c’è qualcuno che li ha presi e che il magistrato dovrebbe scoprire. Specifica anche che qualcuno ha preso più di 1,5 milioni di euro dalle tasche dei cittadini formiani evitando così di allungare troppo i tempi. Non sorprende il suo stile equivoco, non stupiscono le sue frasi insinuanti e minacciose, non ci meraviglia più di tanto il suo linguaggio.

A chi manda segnali? Perché dice e non dice? Con chi ce l’ha? Naturalmente il Sindaco Bartolomeo lo invita ad andare dal magistrato e riferire quello sa.
Michele Forte lamenta il fatto che Sandro Bartolomeo decise di costituirsi parte civile nel processo contro di lui alla metà degli anni ’90 ed ora non intende costituirsi nei confronti dei componenti del consiglio di amministrazione e dei revisori dei conti di Formia Servizi. Bartolomeo riconosce di aver sbagliato all’epoca nel costituirsi parte civile ed aggiunge che però la sua testimonianza fu decisiva per l’assoluzione di Michele Forte circa le vicende giudiziarie che lo avevano riguardato agli inizi degli anni ’90. La mia opinione è che Sandro Bartolomeo, per diverse ragioni, abbia commesso un errore madornale quando andò a testimoniare in favore di Michele Forte. In primo luogo perché l’andreottiano Michele Forte, seguace di Sbardella, aveva organizzato un sistema clientelare e di potere pervasivo, soffocante che in definitiva fu la causa principale dei suoi guai e degli anni bui della città di Formia. Il giudizio politico e la storia di quell’epoca sono per lui sentenze inappellabili.

Una volta uscito dai processi, durati più di dieci anni, e ritornato a fare il Sindaco nel 2008, è iniziata la grande vendetta. Ci fu prima l’operazione “Le fosse” in cui, grazie agli errori marchiani combinati dalla polizia, tentò di calunniare e zittire l’opposizione. Poi la magistratura archiviò il tutto accertando la piena regolarità degli atti amministrativi e la tutela degli interessi pubblici da parte dell’amministrazione di centrosinistra. In quegli anni, Michele Forte, ricorreva spesso alla minacce ed ai ricatti. Usava ripetere: “questo è niente, se apro i cassetti”. E dai cassetti tirò fuori un dossier su Formia Servizi appositamente confezionato che inviò poi alla Corte dei Conti ma restandoci anch’egli intrappolato.

Michele Forte non è il “Grande Inquisitore” bensì è un “Grande Inquinatore”. Si da il caso che quando era Sindaco firmò una lettera di patronage con cui assumeva, per nome e per conto del Comune di Formia, la piena responsabilità di garantire ogni problema di bilancio di Formia Servizi. Fu in seguito a quella lettera che la banca erogò ulteriori quote del mutuo. Quando avvenivano questi fatti Aldo Forte, figlio di Michele, metteva già becco nella Formia Servizi. Infatti nel verbale che pubblichiamo, in un punto è scritto testualmente: l’AD (Massimo Vernetti) dichiara che il premio di accelerazione (dei lavori) è stato concordato con il dott. Aldo Forte per rendere fruibile il parcheggio alla cittadinanza. Eravamo alla vigilia delle elezioni regionali del 2010 ed Aldo Forte era candidato al Consiglio Regionale. Dunque in quel momento non aveva alcuna funzione pubblica e se anche l’avesse avuta centrava nulla con le decisioni di “Formia Servizi”. Quali presupposti, se non la candidatura alla Regione Lazio, spingevano Aldo Forte a sollecitare a Massimo Vernetti il premio di accelerazione dei lavori. Quali reali rapporti intratteneva con Vernetti e, ripetiamo, a che titolo?

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Vorremmo occuparci d’altro, di come uscire dalla crisi. Vorremmo discutere di Piano Regolatore ed Economia del mare, di riconversione delle aree industriali dismesse, di servizi ospedalieri, di formazione, dell’occupazione dei giovani. Michele Forte non è il futuro e ha già segnato fin troppo negativamente la storia di Formia. Una nuova classe dirigente (sia di destra che di sinistra) dovrebbe misurarsi nell’andare oltre il già visto, confrontandosi senza faziosità per il bene del nostro territorio. FC

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