Respingere i profughi è un atto di guerra

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Respingere i migranti che arrivano dal mare, come avviene ai Rohingya, popolazione musulmana in fuga dal Myanmar nell’Oceano Indiano, è “guerra”, “violenza”, “uccidere”. Non usa mezzi termini Papa Francesco per rinnovare l’invito all’accoglienza di chi fugge dal proprio Paese e contrastare la scelta di chi pensa di risolvere il problema respingendoli: “E’ un atto di guerra”, sottolinea Bergoglio, parlando a braccio con i ragazzi del Movimento Eucaristico Giovanile in occasione del centenario della sua fondazione.

“Se ti uccido è finito il conflitto. Ma non è il cammino”, ha detto ai 1500 ragazzi che lo ascoltavano nell’aula Paolo VI. Per il Pontefice “quando identità diverse vivono insieme, sempre ci saranno i conflitti, ma – ha scandito – soltanto col rispetto dell’identità dell’altro si risolve il conflitto. Le tensioni si risolvono nel dialogo, i veri conflitti sociali e culturali si risolvono col dialogo ma prima con il rispetto dell’identità dell’altra persona”.

Non è la prima volta che Bergoglio insiste sul tema dell’accoglienza ai migranti: il 17 giugno, nel corso di un’udienza generale a San Pietro, aveva invitato a “chiedere perdono per le istituzioni e le persone che chiudono le loro porte a gente che cerca aiuto e cerca di essere custodita” mentre il 30 maggio aveva sottolineato come sia “un attentato alla vita” lasciar morire i migranti sui barconi. Una posizione, quella del Papa, ancora una volta osteggiata dal leader della Lega Matteo Salvini che definisce “un dovere” respingere i clandestini.

Francesco ha parlato del problema degli immigrati rispondendo alla domanda di Gregorius, un ragazzo indonesiano che, ha riassunto il Papa, “ha parlato dei conflitti in una società come l’Indonesia, dove si respira una grande diversità interna di culture”. “E’ un conflitto sociale. Ma anche i conflitti – ha osservato – possono farci bene, perchè ci fanno capire le differenze, come sono le cose diverse. E ci fanno capire che se non troveremo la soluzione che risolve questo conflitto ci sarà una vita di guerra”.

Il Papa ha fatto cenno anche all’integralismo cattolico, “un male da evitare”. L’atteggiamento verso chi non ha la nostra stessa fede deve essere di apertura. “Non è cattolico, non crede, ma tu – ha suggerito – rispettalo, cerca che cosa di buono ha, i valori che ha. Così i conflitti si risolvono con il rispetto delle identità e le tensioni con il dialogo”. Proprio al tal proposito Bergoglio ha posto l’accento sulle persecuzioni dei cristiani in Medio oriente, nel giorno in cui decine di cristiani sono stati sequestrati in Siria dallo Stato islamico: “In Medio Oriente stiamo vedendo che tanta gente non è rispettata, le minoranze religiose, i cristiani, ma non solo non sono rispettati, ma tante volte sono uccisi, perseguitati. Perché? perché non si rispetta la loro identità”, sottolinea il Pontefice.

Tuttavia la visione di Bergoglio non è quella di un mondo senza tensioni: “Soltanto in Paradiso non ci saranno i conflitti” – afferma il Papa, che aggiunge: “Cosa sarebbe una famiglia, una società senza conflitti? Sarebbe un cimitero, perché soltanto nelle cose morte non ci sono conflitti e tensioni”.

Poi insiste e allarga il suo ragionamento al nucleo familiare: “La famiglia e la società senza tensioni e senza conflitti sarebbero un cimitero: quando c’è vita, ci sono anche tensioni e conflitti. La tensione serve – afferma il Papa – l’importante è risolverla con il dialogo e il rispetto reciproco. Quando in famiglia c’è dialogo, c’è la capacità di dire spontaneamente cosa si pensa, le tensioni poi si risolvono bene. Non bisogna avere paura delle tensioni, però – avverte Francesco – la tensione solo per amore della tensione fa male e alla fine distrugge”.

L’incontro è l’occasione per ammonire i giovani: “Un giovane senza coraggio è un giovane annacquato, è un giovane vecchio”. Poi ha proseguito: “Alcune volte mi viene di dire ai giovani: ‘Per favore, non andare in pensione!’, perché ci sono giovani che se ne vanno in pensione a 20 anni: hanno tutto sicuro, nella vita, tutto tranquillo e non hanno la tensione”.

Ai giovani presenti in sala Bergoglio ha anche regalato un aneddoto sulla longevità il cui segreto sarebbe nei ravioli: “Vi dico un aneddoto: l’altro giorno in piazza durante l’udienza del mercoledì giravo con la papamobile e ho visto una nonnina, anziana. Aveva gli occhi brillanti di gioia, ho fatto fermare la papamobile, sono sceso e sono andato a salutarla. Sorrideva. ‘Mi dica nonna, quanti anni ha?’, ’92’, ‘Ma brava, com’è gioiosa, ma mi dia la ricetta di come arrivare a 92…’. E lei mi ha detto: ‘Mangio i ravioli…’ E poi ha aggiunto: ‘E li faccio io'”. Il Papa ha sottolineato come i nonni siano “i grandi dimenticati di questo tempo” e ha esortato i giovani a parlare con loro: “Sono la memoria della famiglia, del Paese, della fede, della vita. Parlate con i vostri nonni perchè sono bravi e sono una fonte di saggezza utile anche per risolvere le tensioni in famiglia”

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