UDC sull’orlo di una crisi di nervi

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Evidentemente ci dev’essere la convinzione che si sta espletando in modo efficace la funzione del Consigliere Comunale e che quella funzione si esplichi proprio così: urla, strepiti, furbate, esibizioni pettorali, vieni fuori che ti faccio vedere e tante altre inutili esibizioni condite col linguaggio nazionale dell’insulto o della rampogna ripetuta ad oltranza. Naturalmente i problemi, e nello specifico l’interruzione dell’erogazione dell’acqua causa morosità per disagio sociale, passano in secondo piano. Il Comitato per la difesa dell’acqua pubblica non è da meno anche a costo di sacrificare la riuscita dell’iniziativa. Contro l’interruzione del flusso idrico era stata preparata una delibera cosiddetta d’iniziativa popolare. Naturalmente l’intento era quello di produrre un atto deliberativo, provvisto di legittimità e capace di produrre azioni efficaci contro i provvedimenti di Acqua Latina. La Segretaria Comunale aveva invitato il Consiglio ed il Comitato a riformulare la delibera in quanto non era del tutto conforme alle disposizioni dello Statuto del Comune.
Buon senso e, soprattutto, la volontà di produrre atti veri ed efficaci sul tema avrebbero dovuto impegnare tutti a riformulare la delibera. Invece l’argomento viene fagocitato da una polemica senza senso che travolge tutti in una fiera delle urla. Poi la delibera, trasformata in ordine del giorno dall’opposizione, viene votata all’umanità mentre la “società civile” ed il Comitato contro Acqua Latina lasciano polemicamente l’aula. La classica tempesta in un bicchier d’acqua. A dire il vero la seduta del Consiglio aveva creato aspettative sulla presunta incompatibilità del Consigliere Aprea. L’opposizione aveva “annasato” la spallata: Bartolomeo messo nell’angolo che cadeva sotto i colpi dei franchi tiratori durante il voto segreto. Probabilmente l’improvvida adesione della Consigliera Valeriano (maggioranza) alla richiesta di decadenza del Consigliere Aprea li aveva convinti del buon esito dell’operazione. La trattazione dell’argomento era stato l’ennesimo spettacolo di indecenza “istituzionale” allorquando insulti, accuse, pubbliche denunce e in ultimo rese dei conti promesse fuori dall’aula chiudevano la discussione sul nulla. Si proprio così: la incompatibilità di Mattia Aprea non esisteva e però dal nulla hanno cavato ragion d’essere. Mattia Aprea portava carburante alla battaglia sul nulla con rara maestria politica. Aveva l’occasione per far risaltare l’evanescenza dell’opposizione ma l’ha sprecata. All’esterno giungevano gli echi di una strepitosa rissa che non c’è stata e della presenza di Ernesto Bardellino, altro irresistibile vuoto a perdere, reso reale dai lottatori del nulla. C’è da chiedersi: ma che male ha fatto la città di Formia per meritarsi tutto questo? FC

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