CRISI IDRICA – RISPOSTE A BREVE E A LUNGO TERMINE

acqua

La ridotta piovosità e la rete di distribuzione “colabrodo” sono le cause principali della mancanza d’acqua. Purtroppo siamo di fronte ad un quadro prevedibile e previsto. La scarsa piovosità è confermata da un trend manifestatosi già da alcuni anni e le perdite di carico della rete sono note da sempre. Non averci messo mano si sta rivelando un nodo scorsoio che impicca comunità, cittadini ed imprese. Acqualatina strattonata e presa tra le proteste, s’affanna a razionare l’acqua con un’informazione che non riesce ad essere puntuale. Intanto si corre a tappare le falle, quelle più vistose, e si approntano dissalatori temporanei e trasporti con navi cisterne, il cui primo arrivo sarebbe previsto per il 19 giugno prossimo.

Il-cisternone-romano-di-Formia.-Zona-Castellone

Vedremo. Nel frattempo ci si organizza riempiendo taniche, autoclavi e cassoni ma la quantità d’acqua che arriva è sempre la stessa. Se si corre a prelevare acqua i serbatoi si svuotano prima e faranno fatica e riempirsi. Reiterare critiche e annunci, adesso, contro l’Ente Gestore serve a poco, la “class action” (benvenuta) è molto utile soprattutto come strumento di pressione. La conferenza dei Sindaci che compongono il 51% (dei Comuni) rappresentano il socio di maggioranza. Il problema è che non tutti i Comuni ed i Sindaci condividono lo stesso orientamento su come affrontare il problema. Va ripensato il modello per la gestione del ciclo delle acque producendo un Ente a totale controllo e capitale pubblico. Si tratta di una procedura complessa e di non immediata soluzione ma va avviata, innanzitutto, acquisendo un’adeguata competenza. Nel frattempo va risanata la rete idrica di distribuzione. Se l’acqua potabile è poca bisogna utilizzare acque grezze per irrigare aiuole, rotonde stradali e lavare le strade. Dunque vanno evitati usi impropri e sprechi.

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A tale proposito va fatta una ricognizione sulle sorgenti le cui acque venivano utilizzate per il consumo umano. In presenza di inquinamento irrimediabile quell’acqua potrebbe essere utilizzata per scopi irrigui e ed in tal caso ci sarebbero risparmi enormi in termini finanziari da un lato e di materia prima da destinare alle utenze domestiche dall’altro. Ad esempio a Formia si risparmierebbero decine di migliaia di euro irrigando le rotonde (6 mila euro cadauna) e le ville comunali con acqua non potabile. Recentemente è stato approvato il progetto per un serbatoio da realizzare in località Pagnano che in futuro dovrà rifornire la parte alta di Castellone. Un’operazione da verificare potrebbe essere anche quella di riutilizzare il Cisternone. Il Cisternone viene alimentato dal deflusso di risorgive poste a Santa Maria la Noce.

I Romani lo hanno costruito lì perché era la parte più alta della città urbanizzata. Ha un ingresso di acqua ed uno sfioro. Ipotizzando un riempimento fino a circa 5 metri in altezza (per ragioni di sicurezza) si potrebbero stoccare 7.500 mc. (pari a 7 milioni e mezzo di litri d’acqua), creando una riserva d’acqua maggiore di una volta e mezzo di quella del serbatoio di Sant’Antonio attualmente in utilizzo con una capienza di 5.000 mc. Un’operazione da fare nei periodi di siccità che esalterebbe il monumento come prodigiosa opera idraulica riutilizzata ancora dopo 22 secoli. Naturalmente tutto questo, ivi compreso il costante controllo del rifacimento della rete idrica, implica un’azione costante di controllo, stimolo e verifica sul campo (in parallelo con l’iter per riformare il gestore). Tra le deleghe, che spesso i Sindaci conferiscono, potrebbe starci anche quella che in epoca romana veniva indicata come “Curator Aquarum”. Chissà se non ci sia qualche giovane di buona volontà che (per passione) possa assumere tale incarico, ovviamente a titolo gratuito.
P.D. “Circolo Giuseppe Piancastelli – Giuseppe Diana” – Il Coordinatore, dr. Francesco Carta

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