CRISI IDRICA

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La crisi idrica sta toccando la carne viva della popolazione: persone, imprese, attività domestiche e agricole che versano in grave difficoltà. Stamane i Sindaci dell’Ambito Territoriale Operativo 4 (prevalentemente Comuni della Provincia di Latina) hanno chiesto al Presidente della Regione Lazio e al Ministro dell’Ambiente di dichiarare lo stato di emergenza per la crisi idrica che ha colpito la provincia di Latina e in modo particolare il Sudpontino. Gli intervenuti hanno messo in rilievo le incongruenze, i ritardi ed il fallimento degli obbiettivi dell’Ente Gestore. Acqualatina così com’è strutturata ed opera non è all’altezza della situazione. Il Sindaco di Formia ha chiesto le dimissioni dell’AD Ing. Raimondo Besson che, sebbene invitato, ha ritenuto di farsi rappresentare dall’Ing. Ennio Cima. La conferenza dei Sindaci si è autoconvocata per il 29 giugno a Latina. Prima ancora di ridefinire i rapporti con la parte privata, i Comuni dovranno dotarsi di un programma condiviso e perseguirne gli obbiettivi. Ma tutto questo passa in subordine rispetto alla necessità immediata di approvvigionamento idrico.

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L’acqua pompata in rete si disperde nell’ordine di circa il 68% (dichiarazione dell’Ing. Ennio Cima di Acqualatina). Un disastro, noto da tempo. Ora si prosegue sulla ricerca delle perdite (ma riparata una, l’aumento della pressione provoca facilmente una nuova falla in qualche altro punto). Cima parla di navi cisterne a Gaeta, installazione di dissalatori nel porto di Formia, reperimento di altre fonti (a ridosso di parco Altamira, tra la ferrovia e l’Appia, ci sarebbe una sorgente con 600 litri/secondo), captazione della sorgente Conca (proposta dal Sindaco di Formia, portata 100/150 litri secondo).
L’impianto dei dissalatori nel porto di Formia non va bene in quanto verrebbero scaricate sui fondali quantità enormi di sale che finirebbero per alterare gravemente l’ecosistema marino. Ed inoltre i dissalatori consumeranno molta energia elettrica, che graverà sulle bollette. Per 1 mc. di acqua ottenuta (costo euro 1,5) si producono 20 kg. di sale di scarto. 100 mc. producono 2000 kg di sale, ciò significa tonnellate di salamoia di scarto che finirebbe sui fondali “bruciando” ogni cosa.

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Nel frattempo arriveranno a Gaeta le navi cisterne. Una nave trasporta 2000 mc. al costo di 10/11 euro per litro d’acqua. Dunque considerando 10 euro/litro, ogni nave cisterna ci costerà (a tutti gli utenti di Acqualatina) la somma di 20.000 euro, anche questi in bolletta. Decisamente meglio provare ad utilizzare l’acqua della sorgente Conca. Per questo le ipotesi sono diverse ma da verificare. Innanzitutto occorre conoscere l’affidabilità sotto il profilo batteriologico delle sue acque. Se sarà sostenibile, con opportuna clorazione potrà essere veicolata nella rete attuale attraverso il serbatoio di Sant’Antonio (percorso complesso fino al serbatoio). Oppure si potrebbe intercettare la condotta per Gaeta lungo la litoranea in largo Paone. Infine a proposito della perdita di carico vi è da segnalare la congiunzione della premente all’angolo villa comunale/darsena della Quercia. La condotta rettilinea che decorre lungo la litoranea per raccordarsi a quella successiva che passa al piede della villa comunale, subisce un’angolatura notevole. Sarà questo un punto di minore resistenza ma soprattutto di perdita di carico. Quanti di questi pastrocchi stanno sottoterra?

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