DISCHETTI DI PLASTICA DISPERSI IN MARE ORA ANCHE A PONZA

dischetti legambiente

IL CORRIERE DELLA SERA POCHE ORE FA:

Per poter risalire all’origine dello sversamento, bisogna avere una stima. Quantificare il numero dei dischetti ritrovati è quindi fondamentale. Tutti invitati, armati di guanti, a raccogliere il maggior numero di oggetti possibile e, con numeri, fotografie e luogo del ritrovamento, per inviare i dati a info@cleansealife.it. Ancora poco chiare le origini del disastro: che si tratti di un tecnopolimero di alta qualità utilizzato nei sistemi di trattamento biologico delle acque, è ormai cosa nota. Ma come sia stato possibile che milioni di questi dischetti si siano riversati nelle acque, non è ancora stato stabilito. Per Eduardo Zonfrillo presidente del circolo Legambiente «Verde azzurro sud pontino», «Non è possibile che un container si sia perso in mare. I dischetti devono essere usciti a seguito di un incidente, da un impianto di depurazione. Sarà certo l’autorità giudiziaria a stabilire l’origine di questo disastro ambientale. Purtroppo però il reato è duplice. Se chi ha visto avesse avvertito, il peggio si sarebbe potuto evitare con delle barriere fluttuanti, che avrebbero contenuto la dispersione in mare»

dischetti ventotene

Il danno per l’ecosistema
È quasi un mese ormai, che questi oggetti di plastica si trovano in mare o sulle spiagge. Ciò che risulta essere più grave in questo momento è che questo tipo di tecnopolimero, è praticamente indistruttibile. «Anche quando diventeranno polvere, tra migliaia di anni, quelle stesse polveri saranno ancora più insidiose, perché entrate ormai a far parte della catena alimentare», aggiunge la de Sabata. E non è finita. Spiega ancora Zonfrillo: «Ci aspettiamo spiaggiamenti di cetacei e tartarughe nei prossimi giorni. Le carette vedendoli galleggiare li scambieranno per cibo. È terribile».

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