I temi delle europee: i flussi migratori (di Fabio Germani da Tmag) e Lettori Corriere come il KKK di Piero Sansonetti (da “Gli Altri)”

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Il presidente del Parlamento europeo e candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea, Martin Schulz, si dice “scioccato”. L’ennesima tragedia in mare, che il 12 maggio è costata la vita a 17 persone al largo di Lampedusa provenienti dalle coste africane, riporta alla mente quanto accadde l’anno scorso, nel mese di ottobre. Soltanto un mese fa il governo informava che dal 18 ottobre 2013 erano state tratte in salvo 18 mila persone grazie all’operazione Mare Nostrum, avviata dal precedente esecutivo Letta, al fine di evitare drammatici epiloghi come quello di alcuni giorni prima.
Il tema immigrazione interessa la campagna elettorale in vista del voto per il Parlamento di Strasburgo del 25 maggio, soprattutto in Italia. Sul triste evento è intervenuto il governo, in quanto parte chiamata in causa, senza mezzi termini: “L’Europa salva le banche ma non i bambini” (Renzi); “Non si sacrifica la vita per un voto alle europee” (Alfano); “C’è consapevolezza che non è questione che riguarda solo l’Italia o solo i paesi del sud del Mediterraneo” (Mogherini).
I viaggi della speranza, senza considerare i tempi tecnici con cui si ottiene il lasciapassare, non terminano una volta raggiunto il nostro paese. Il più delle volte proseguono verso nord. Rifugiati politici, persone che fuggono dalla miseria e dalle guerre, mirano spesso a oltrepassare i confini italiani. Già, perché la crisi occupazionale colpisce persino loro. I dati relativi al 2011 hanno censito 571 mila rifugiati per la Germania, 210 mila per la Francia, 194 mila per il Regno Unito, 87 mila per la Svezia, 75 mila per i Paesi Bassi e 58 mila per l’Italia.
La scarsa domanda di lavoro obbliga a rivedere i propri piani. Sono oltre un milione e duecentomila, infatti, i lavoratori immigrati che vivono nell’area della sofferenza e del disagio per effetto della crisi economica. Almeno uno su due decide di ripartire, considerato che tra il 2011 e il 2012 il tasso di occupazione degli stranieri è diminuito dell’1,7%, con un tasso di attività sostanzialmente invariato. Il tasso di disoccupazione è aumentato invece del 2%, passando quindi dal 12,1% del 2011 al 14,1% del 2012.
Il commissario europeo Cecilia Malmstrom ha assicurato che nel prossimo Consiglio si discuterà di “come si può contribuire ad affrontare le sfide nel Mediterraneo”. Da par suo, Schulz ha affermato che “l’Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità per mettere fine a questa catastrofe”. “Non possiamo continuare – ha quindi aggiunto – a girarci dall’altro lato lasciando l’Italia, la Spagna, la Grecia o Malta affrontare da sole queste situazioni drammatiche”.
Il candidato del Ppe, Jean-Claude Juncker, intervistato da Repubblica, ha ricordato che “i rifugiati che dall’Africa arrivano a Lampedusa vogliono andare in Europa, e la questione dell’immigrazione illegale riguarda tutti gli europei. Dobbiamo dare una risposta al problema, drammatico anzitutto per chi prende quei barconi”. Dello stesso avviso il candidato liberale Guy Verhofstadt: “È una responsabilità di tutta l’Europa”. Intanto la stagione degli sbarchi è appena cominciata.

Morti che danno “soddisfazione”
Lettori Corriere come il KKK

di Piero Sansonetti 30 luglio 2013 dal settimanale on line “GLI ALTRIla sinistra quotidiana”

Il “Corriere della Sera”, domenica, come tutti i giornali, ha pubblicato sulla hompage della sua edizione on-line la notizia della strage al largo della Libia. Trenta migranti affogati, tra loro molti bambini. Un orrore. Il “Corriere della Sera” lascia che i lettori commentino la notizia. In due modi. O “postando” un loro pensiero compiuto, o semplicemente cliccando su un simbolino sistemato in fondo all’articolo. I simbolini tra i quali si può scegliere sono cinque: indignato, triste, preoccupato, soddisfatto, divertito. Un piccolo software calcola quanti simbolini siano stati cliccati e quale simbolino abbia la maggioranza. Bene, ieri il simbolino scelto dal 47 per cento dei lettori del “Corriere” era: SODDISFATTO. In più c’era un 5 per cento che aveva scelto “divertito”. Gli indignati erano in netta minoranza. L’indignazione dei lettori del Corriere era riservata a problemi assai più seri. Per esempio l’87 per cento – quasi l’unanimità – era indignata per il fatto che Giovanna Melandri si fa pagare lo stipendio dal museo del quale è presidente.

Naturalmente quando ho visto quel 47 per cento ho pensato a uno sbaglio. Invece no. Sono andato a leggere le paginate di commenti (centinaia) alla notizia, e assai più del 47 per cento erano commenti ispirati alla più genuina e pura ideologia razzista. Qui sotto ne riportiamo una selezione, depurata peraltro dai commenti più impresentabili. Si tratta di un esempio plastico e indiscutibile del punto al quale è arrivato lo spirito pubblico italiano. Stiamo parlando dei lettori del “Corriere della Sera”, non della “Padania” o di qualche giornale reazionario del Nord. Il “Corriere” sicuramente non è un giornale reazionario, non è razzista, odia il nazismo e le sue teorie aberranti, condanna l’infamia del Ku Klux Klan americano, eppure i suoi lettori, che rappresentano il “borghese medio, moderato e benpensante” del Nord sono in maggioranza molto più vicini al pensiero di Hitler e di Eichman che a quello di papa Francesco.
Già c’erano state delle avvisaglie (e le avevamo segnalate su questo giornale) quando il papa andò a Lampedusa e quando esplose il caso delle contestazioni alla ministra Cecile Kyenge. I commenti sul “Corriere” in gran parte erano razzisti. Stavolta però si è andati molto oltre: la carica di odio contro i neri, gli africani e gli immigrati supera ogni livello di buonsenso.

Nessuno se ne preoccupa? Sembra di no. Per esempio né i sociologi né gli studiosi di statistica sono molto attratti da questo problema. Non c’è nessuno studio serio sulla natura del razzismo, su quanto sia stato influenzato dall’atteggiamento dei media e di molti partiti politici, su come sia suddiviso tra Nord e Sud Italia, su quanto coinvolga i giovani, su quale rapporto ci sia con le ideologie, e con le difficoltà economiche, e con la crisi, eccetera eccetera. E così si lascia che le cose vadano come devono andare. E anzi, da parte dei media e dei partiti, si tende – come sempre – ad inseguire il senso comune, non a contrastarlo. Più o meno, raccontano gli storici, successe così in Italia e in Germania anche negli anni trenta. Il razzismo antisemita fu fatto crescere nella società civile e poi fu seguito dalle leggi sulla razza e infine dai rastrellamenti e dai lager.
Possibile che nessuno ragioni su questo pericolo di crollo nella nostra civiltà? Possibile che lo stesso “Corriere della Sera” assista silenzioso allo scempio barbaro che nelle sue pagine viene fatto della cultura illuminista, liberale e cristiana?

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