AD OGNI MODO BUON ANNO



L’ENNESIMO COMMISSARIO E GLI AUGURI DI BUON ANNO
 
Dunque arriva il Commissario. L’ennesima iattura, così come giunse alla caduta dell’amministrazione Bartolomeo. Anche in quel caso, dopo il varo di una giunta tecnica con il sostegno esterno di Forza Italia, mancarono poi i numeri all’interno della maggioranza. Si trattò di una fase opaca come accade ogni qual volta una città non ha più la sua amministrazione e deve arrivare il Commissario per riportarla al voto. In ogni caso, prescindendo dalle responsabilità di questo o quello, io la vivo come una umiliazione. Durante quel periodo, ne approfittarono i comuni vicini che si accordarono per spartirsi gli unici due componenti del Direttivo del Parco della Riviera d’Ulisse, malgrado il Comune di Formia avesse l’estensione territoriale più grande rispetto a Gaeta e Minturno.
 
Piccolo esempio di quel che accade in questi casi. Al netto dei diversi errori e dei suoi limiti relazionali che hanno pesato sul vuoto che le si è creato attorno (e mi riferisco agli abbandoni degli Assessori e di qualche Consigliere Comunale deluso ed irritato), desidero comunque ringraziare Paola Villa, avendo avuto testimonianza diretta di quanto Ella abbia potuto fare sul tema acqua e il gestore “Acqualatina”, sulla situazione del Distretto Sociosanitario e dell’ospedale di Formia. La mancata pubblicizzazione della gestione dell’acqua riconduce ad uno scenario più ampio del golfo di Gaeta. Sebbene il Presidente Zingaretti ne fece un caposaldo durante la campagna elettorale delle regionali del 2018, l’esito delle elezioni e soprattutto quello che fu definito “accordo istituzionale” tra una parte dei sindaci del PD e di Forza Italia, portò all’elezione dell’attuale presidenza della Provincia e di ATO 4 che ha messo in naftalina quel progetto. Fu istituita una commissione regionale nella quale votammo quali rappresentanti dell’ATO Damiano Coletta (Sindaco di Latina) e Carlo Medici (Sindaco di Pontinia nonché Presidente della Provincia).
 
Bene, ogni volta che è stato chiesto di rendicontare su quanto stesse facendo quella commissione, né l’uno e né l’altro ci hanno mai fornito una risposta. Purtroppo la filiera dei comuni di fatto allineati col gestore prevale su ogni tentativo teso a cambiare assetto societario e pianificazione dei lavori per il recupero delle perdite. Sull’ospedale di Formia, accanto al prosieguo dell’iter per la realizzazione del nuovo ospedale, ci sono le difficoltà di quello attuale. Errori gravi, quello principale è aver reso il “Dono Svizzero” ospedale promiscuo per la cura delle patologie comuni e della Covid-19. Sono errori non solo dell’ASL ma anche della Regione (e relative forze politiche di maggioranza e opposizione).
I Sindaci del golfo sono andati in ordine sparso a cominciare da quello di Gaeta che pure aveva voluto ad ogni costo il capofila del Distretto Socio Sanitario ma che dall’inizio della pandemia, dopo la riattivazione di malattie infettive di Gaeta ( dove tuttora restano pazienti convalescenti) e la reale assistenza clinica dei pazienti affetti di Covid-19 presso il “Dono Svizzero, ha raccolto fondi per un centro di alta specialità non meglio definito. Sono stati errori ripetuti che, con effetto domino, hanno provocato anche i contagi del “Dono Svizzero”, addossati dalla commissione di indagine dell’ASL al personale sanitario, ritenuto reo di aver contratto contagi fuori dall’ospedale per scarsa protezione individuale. E purtroppo ancora non è finita.
 
Siamo al secondo commissariamento in tre anni ma l’instabilità istituzionale della nostra città comincia da lontano. Per ritrovare due “consiliature” con un minimo di continuità, occorre risalire al periodo 1993 – 2001. Fu adottato il piano regolatore, realizzati i PRUSST, appaltata la pedemontana, individuata l’area per il nuovo ospedale, programmata la riconversione del porto commerciale in turistico, approvata la riqualificazione dell’area industriale dismessa dell’ex D’Agostino. Nel 2001 fu eletto Antonio Miele, la cui amministrazione decisamente condizionata da Michele Forte, revocò il piano regolatore, l’appalto della pedemontana, la convenzione della D’Agostino, per non parlare della revoca del sito del nuovo ospedale. Dopo due anni quell’amministrazione cadde per mano dei giovani turchi di Forza Italia, oggi anche loro attempati.
 
Tornò Bartolomeo poiché Michele Forte, dopo la caduta del Sindaco Antonio Miele, presentò la sua candidatura a Sindaco dividendo il centro destra. Nel 2008 ritornò Michele Forte che ancora una volta sfilacciò la mezza tela intessuta da Bartolomeo, ma il giorno successivo alla sua elezione cominciarono le turbolenze e finì il mandato con il dissennato progetto del cimitero agli Archi e un piano regolatore infarcito di enormi volumi edilizi, soprattutto all’Acervara e Costamezza. Tornò Bartolomeo nel 2013, si fece in tempo a fare la Formia Rifiuti Zero che, per quanto se ne dica, è una società che funziona e ci mette al riparo da incursioni di mala gestione o peggio, come spesso accade, dalle mani della delinquenza organizzata. Nella società c’è anche Ventotene e probabilmente entrerà anche Ponza. Bartolomeo non concluse il mandato per le turbolenze interne. Eppure non si può dire che lui e Michele Forte fossero privi di esperienza e capacità relazionali con la Regione e addirittura i Ministri dell’epoca.
 
L’unico PRG vigente della città di Formia lo approvò un Commissario ad acta designato dalla Regione Lazio nel 1970 (cinquanta anni fa), quanto alla pedemontana, al porto turistico, l’intera classe politica, quella di prima e quella di oggi, dovrebbe studiare soluzioni immediate, concrete, realizzabili in tempi brevi, senza “scassare” colline, sorgenti, case e quant’altro. Questa città meriterebbe di non prendere più schiaffi ma perché accada, dovrebbe far pace col proprio cervello e darsi un minimo di continuità amministrativa poiché quei progetti in un solo quinquennio non si possono realizzare. Un ultima cosa: la politica, i partiti, le liste civiche, e coloro che scrivono sui social e i giornali, insomma tutti, abbandonino ogni arroganza, le parti recitate in commedia, le parole strillate e le violenze verbali, poiché di fronte ai problemi e a ciò che accade nel mondo, tutto ciò resta di una piccolezza inaudita. Ad ogni modo, Buon Anno!
 


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