Isis, donna accusata di adulterio sopravvive alla lapidazione. I jihadisti la credevano morta, ma lei si alza e scappa

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Hanno provato a lapidarla in una piazza di Raqqa, la “capitale” siriana dello Stato islamico, con l’accusa di aver commesso adulterio. L’hanno colpita con le pietre, poi l’hanno lasciata lì, convinti che fosse morta. Ma lei, sorprendendo tutti, si è alzata di colpo e ha tentato la fuga. Un “miracolo” che ha costretto i suoi aguzzini, i jihadisti dell’Isis, a risparmiarle la vita, visto che perdonare la vittima scampata a una “punizione divina” – come la lapidazione è intesa dai jihadisti – per alcuni ulema del fondamentalismo islamista è d’obbligo.

A raccontare l’incredibile vicenda avvenuta a Raqqa è stato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La donna, condannata alla lapidazione per adulterio, è stata presa a sassate dagli estremisti islamici “fino a quando non l’hanno creduta morta”. Ma non appena si sono fermati, la donna si è rialzata e ha tentato di scappare. Un jihadista stava per spararle quando è stato fermato da un esperto della legge islamica secondo cui era il “volere di Dio che lei non morisse”. La donna è stata lasciata libera di andare, a patto che si pentisse.

Secondo l’Ong siriana di base a Londra, da luglio ad oggi almeno 15 persone, di cui 9 donne, sono state giustiziate dall’Isis per adulterio o omosessualità.
L’Huffington Post

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