PERCHE’ RACCOGLIAMO LE FIRME PER LA RETE OSPEDALIERA DEL CENTRO SUD

GIANNELLI-E-OSPEDALE

PERCHE’ RACCOGLIAMO LE FIRME PER LA RETE OSPEDALIERA DEL CENTRO SUD
Circolo “Giuseppe Piancastelli – Giuseppe Diana”
Via San Lorenzo 10 Formia
tel/fax 077126432
piancastellidiana@gmail.com
Formia 12 Agosto 2016
Se tenessimo, a prescindere, alla bandiera di Partito e alla fedeltà nei confronti del Presidente Zingaretti non avremmo avviato una raccolta di firme con obbiettivi assai precisi che sono sostanzialmente due: il rafforzamento in risorse umane e tecnologiche dell’attuale “Dono Svizzero” e l’avvio della progettazione del nuovo Ospedale del Golfo. Siamo talmente liberi e convinti di agire nell’interesse dei cittadini al punto da sollecitare l’attenzione, come sempre fatto anche con amministrazioni di colore diverso, sui problemi della sanità e di chi oggi governa la Regione Lazio. Il ripristino delle strutture complesse di Rianimazione, Radiologia, Patologia Clinica e l’implementazione dell’Emodinamica, furono punti strategici concordati con il Direttore Caporossi alla vigilia dell’adozione dell’atto di indirizzo del primo dicembre 2014. Quello fu il primo atto di pianificazione dopo il funesto periodo “Polverini”, in cui l’assenza totale di programmazione e l’inclusione della nostra A.S.L. nella “macro area” del San Camillo, segnarono l’apice della confusione e dello sperpero di risorse. Caporossi è andato via all’inizio dell’anno in corso e non si può che ricominciare da quanto con lui concordato all’ adozione dell’atto di indirizzo.


C’è un punto però che occorre chiarire e fa la differenza con le recenti dichiarazioni e gli intenti del Consigliere Regionale Giuseppe Simeone. Storicamente i due poli ospedalieri della sanità pontina sono stati il “Santa Maria Goretti” di Latina ed il “Dono Svizzero” di Formia. Sostanzialmente resta questa l’impostazione sulla quale pianificare ed allocare le risorse disponibili che, è opportuno ricordare, non sono infinite o tali da permetterci investimenti non razionali. Nel Golfo sono stati chiusi i due Ospedali di Gaeta e Minturno accorpando specialità e servizi nel “Dono Svizzero”. A nord sono stati chiusi gli ospedali di Cori, Sezze e Priverno puntando a rafforzare il Goretti. Al centro, pur distando tra loro solo 16 Km restano aperti gli ospedali di Terracina e Fondi, collegati con il DEA di Formia. L’Ospedale di Fondi conserva il Pronto Soccorso, Ginecologia ed Ostetricia, Pediatria e piccola Chirurgia, ma senza quelle specialità fondamentali che consentono l’assistenza in assoluta sicurezza. A pochi chilometri c’è Terracina che, rispetto a Fondi, ha una struttura con tutte le specialità di base.


Ebbene è il caso di porre alcune domande: per i cittadini di Fondi, questa situazione risponde ai criteri della buona assistenza e del buon uso delle risorse? Qualcuno ha mai spiegato ai cittadini di Fondi e Terracina che in caso di infarto sono trasferiti a Formia, dove l’Emodinamica funziona solo la mattina e nei giorni feriali? I Sindaci di Fondi e Terracina, e il Consigliere Simeone, hanno mai informato i cittadini di quelle città che sì, si nasce a Fondi ( e senza tanti margini di sicurezza) o magari si fa la TAC (60 strati e perciò più performante) a Terracina, ma poi nell’emergenza si va a Formia dove scarseggia il personale (si soffre a fare le guardie) e c’è una TAC (16 strati) abbondantemente superata come modello? Eppure quando l’allora Direttore Aziendale Sponzilli tentò di far installare la nuova TAC di 60 strati al “Dono Svizzero”, anziché al Fiorini di Terracina, successe la fine del mondo e quell’ipotesi durò il tempo di 48 ore. A Formia si restò per mesi con una TAC d’emergenza montata su di un camper parcheggiato sotto l’Ospedale, in attesa dell’arrivo della 16 strati dall’Olanda.


Non risulta che comitati e Sindaci di centrodestra si siano battuti in favore del “Dono Svizzero”, che per altro resta il loro DEA di riferimento, per non parlare del nuovo Ospedale del Golfo per il quale furono proposte localizzazioni con finalità squisitamente campanilistiche. Nel novembre del 2014 , il Sindaco ed il Consiglio Comunale di Gaeta proposero, con apposito atto deliberativo, la concessione alla Regione Lazio di 11 ettari dell’area cosiddetta dei Cappuccini malgrado vi fosse a Formia un’area di proprietà regionale, baricentrica e logisticamente funzionale, già individuata per la realizzazione del nuovo Ospedale. Dunque, questa disponibilità a parlare una sola lingua nell’interesse di una sanità razionale ed efficiente non c’è. Per questo riproponiamo il tema raccogliendo le firme su di una proposta di riorganizzazione realizzata sui due poli della provincia, Latina a Nord e Formia – Terracina al Centro Sud. Naturalmente se Simeone e i Sindaci di Gaeta, Fondi e Terracina volessero sottoscrivere, gli forniremmo con piacere i moduli.
Partito Democratico Formia
Circolo “Giuseppe Piancastelli – Giuseppe Diana”
il Coordinatore, dr. Francesco Carta

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