Sel, la lettera di Fava a Vendola: «Venute meno condizioni per continuare strada insieme»

claudio_fava2

Caro presidente,

ti comunico la decisione di dimettermi da Sinistra Ecologia e Libertà. Una scelta dolorosa e insieme inderogabile. Dolorosa per chi, come me, ha immaginato, fortemente voluto e partecipato alla fondazione di Sinistra Ecologia e Libertà. Inderogabile per la distanza che ormai separa SEL dal suo progetto originario.

La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo. Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario. Una marginalità che ci rende inadeguati rispetto all’ambizione che c’eravamo dati: costruire una forza autonoma della sinistra impegnata in un cambiamento del paese e nella ricostruzione di uno spazio politico largo, plurale, responsabile.

Sono venute meno le condizioni per continuare questa strada insieme. Permettimi solo di chiarire, anticipando il florilegio di interpretazioni che questa decisione raccoglierà, che questa non è una scorciatoia verso altri partiti. La differenza che tu proponi oggi sui giornali tra “renziani” e “non renziani” è una semplificazione ingenerosa e grossolana. La scelta, per me, non è tra la rassegnazione a una deriva minoritaria in cui non mi riconosco più e l’adesione a un’altra forza politica: esiste anche il primato della propria coerenza e soprattutto della propria autonomia. Senza alcuna subalternità nei confronti di nessuno.

Un caro saluto

Claudio Fava
l’Unità
19 giugno 2014

Da dieci a dodici: tanti sono i deputati di Sel in procinto di lasciare il gruppo. Nella sede del partito si ragiona su quella cifra ma, sottolinea Nicola Fratoianni, meglio aspettare che finiscano le «comunicazioni», ovvero le lettere che hanno cominciato ad arrivare con la riunione della segreteria in corso. Una segreteria alla quale era stato invitato anche Migliore, per un estremo tentativo di riappacificazione o per lasciare a lui l’onere dello strappo. In questo secondo caso non ce ne sarebbe stato bisogno. Le lettere sono uno stillicidio che sortisce il non scontato effetto di rendere ancor più drammatico l’appuntamento.

La prima ad arrivare è stata la lettera di Claudio Fava, piu migliorista dello stesso Migliore come lo definisce qualcuno: e in effetti il deputato già nelle scorse settimane si era distinto per dichiarazioni infuocate contro il presidente Vendola colpevole, a suo dire, di una gestione personale del partito: «Ti comunico – scrive Fava a Vendola – la decisione di dimettermi da Sinistra Ecologia e Libertà. Sono venute meno le condizioni per continuare questa strada insieme». «Una scelta dolorosa e insieme inderogabile», spiega Fava nella lettera, «per la distanza che separa Sel dal suo progetto origonario».

La lettera di Migliore arriva subito dopo quella di Fava. Migliore spiega che ormai le su posizioni sono «incompatibili con l’appartenenza al nostro partito» e che, di conseguenza, «vado dove mi porta la ragione». L’ex capogruppo spiega che ormai si è interrotto il rapporto di fiducia« ce lo legava al partito.

Alle loro sono seguite le lettere di dimissioni di Titti Di Salvo e Ileana Piazzoni. Quelle che si attendono ancora sono le lettere di dimissioni di Nazareno Pilozzi, Guido Quaranta, Alessandro Zan e Fabio Lavagno.

Ma anche al Senato qualcosa si muove, almeno a sentire fonti democratiche: tre dei sette senatori di Sel, secondo quando risultava a senatori Pd, potrebbero decidere di fare come Migliore e gli altri. Numeri che, a palazzo Madama, assumono un peso specifico non indifferente, visti i rapporti di forza in quell’aula.

»Commettono un errore politico«, dice Vendola che, riguardo al suo incarico precisa: »È sempre a disposizione del partito«. Come dire: se me lo chiedono, sono pronto a lasciare. Che non si possa parlare di ‘scissione’, come sottolineano da Via Arenula, dipende dal solo fatto che di parlamentar si tratta, che una scissione passa per forza di cose da un congresso e che, al congresso, la mozione Vendola ha preso il 95 per cento dei voi.

»Io sono abituato a pensare nel vecchio modo, che la linea votata è quella che conta, perciò…«, spiega Fratoianni. Però la storia dei partiti che si sono spaccati o disintegrati negli ultimi anni, a cominciare proprio da Rifondazione Comunista e dal congresso dopo il quale Vendola abbandonò il partito, è piena di mozioni passate a larga maggioranza.

Al di là delle dichiarazioni, i volti contratti dei membri del coordinamento nazionale di Sel tradiscono questa consapevolezza. Il futuro è una incognita.

Il prossimo appuntamento è la direzione che dovrebbe essere convocata mercoledì per fate il punto della situazione a partire dalla scelta del nuovo capogruppo di Montecitorio. »Sel non rischia di scomparire«, scandisce Vendola mentre sembra ricacciare indietro le lacrie a pensare a Gennaro Migliore, »un dirigente preparato a cui ho voluto bene come a un figlio«. Parole che rievocano un’altra scissione, quella del Pdl con Silvio Berlusconi che dal palco del palazzo delle Esposizioni dell’Euro si scagliava contro la ‘suà creatura politica, Angelino Alfano.

Migliore, invece, sembra già sapere quale strada intraprendere. Il deputato napoletano e coloro che lo seguono si rispecchiano ormai nella sinistra del partito democratico. Un loro passaggio nel gruppo PD non è all’ordine del giorno, spiegano, ma lo stesso Migliore a domanda risponde che l’opzione sarà valutata. Intanto ha avuto modo di incontrare, ancor prima delle dimissioni dal partito, il vice segretario del PD Lorenzo Guerini. Non si è trattato di un incontro ‘operativò fanno sapere dal Nazareno attingendo a un aggettivo-manifesto dei reazioni. I due si sarebbero visti nella tarda serata di mercoledì, per caso e si sarebbero fermato a »scambiare due parole«.

You must be logged in to post a comment Login